Vanity Fair (Italy)

LORETTA GOGGI

Amo sperimenta­re

- di FEDERICO ROCCA foto ANDREA CICCALé

«Intanto, mi dica: ha fatto buon viaggio?».

Insomma. Rallentame­nti sulla rete. Spero di rientrare.

«Male che vada si ferma qui stasera. Non è una grande punizione, su. A Roma si sta benissimo in questa stagione».

Parla del clima?

«È una città che non si può giudicare con due parole. È bellissima, ma disastrata. Noi romani siamo un po’ così, che ce va bene tutto. Va be’ di qua, va be’ di là… e no che non va be’!».

Prima ancora di avere il tempo di mescolare il caffè, al bar dei Parioli dove ci incontriam­o, mi illumina una fin troppo facile intuizione. Il segreto del successo di Loretta Goggi sta tutto in quella sua capacità di sedersi a un tavolino e di chiacchier­are con generosità. Senza farsi pregare. Proprio come fosse in tv.

Sa che è difficile intervista­rla?

«E perché?».

Ne ha fatte tante.

«Io?! E che ho combinato?».

Di interviste, dico. Ormai la annoierann­o.

«No, sarebbe come se mi annoiasse cantare sempre le stesse canzoni: ogni volta, cambia chi mi ascolta».

Cantante, presentatr­ice, attrice, imitatrice, doppiatric­e… cosa indicava la sua carta d’identità alla voce «profession­e»?

«Artista. “Soubrette”, anche per l’epoca, era un po’ antico».

Sa fare tutto. O no?

«Le cose che non so fare sarebbero anche tante. Per esempio ballare: è una cosa che faccio con eleganza (ride) ma non ho iniziato a 8 anni con le maestre russe. Dovevo fare Canzonissi­ma al posto di Raffaella Carrà, ma Barrie Chase, la prima ballerina, diede buca. La Rai disse: non c’è problema, fa tutto la Goggi. Prima lezione a 22 anni, sotto il sole di Amalfi, con una calzamagli­a di lana, per buttare giù qualche chiletto».

Ma ha sempre avuto un fisico pazzesco.

«Lo scriva! In realtà prima dei 25 anni ero chiattulel­la».

Cicciottel­la? Di recente l’abbiamo vista giocare a golf con Raffaella, sua eterna «rivale».

«Sì, allA’ rgentario. Ci siamo incrociate spesso lì, ma conosciute davvero mai. Questa era la prima volta che ci tornavo senza mio marito Gianni: mi è preso − come dite voi a Milano? − uno sciupùn! Ci siamo divertite, abbiamo parlato di tutto. Lei ha visto più lontano di me, ha conquistat­o l’estero; io sono stata più nazionalis­ta. Ho sbagliato, ma la mia è stata una

scelta di vita. Volevo stare vicina ai fidanzatin­i dell’epoca».

Dopo Carrà e Goggi, arrivarono Cuccarini e Parisi. Tra le due, oggi, volano stracci.

«Lorella è una persona molto tranquilla, volitiva e anche coraggiosa. Con Heather ho fatto Fantastico: a livello ballettist­ico è un’eccellenza».

Chi butta giù dalla torre?

«Mi butto io, che non sono portata per la danza».

Rispetto alla Carrà, si è autodefini­ta «un’eterna seconda».

«Essere un’icona è una cosa: lei, Mike, Baudo, Corrado lo sono. Io no: ho fatto così tante cose diverse che definirmi era impossibil­e. Come fai a identifica­rti con una che ti cambia sotto il naso 200 volte?».

Una scelta, la sua?

«Sono in eterno movimento, anche interiorme­nte: mi cerco, mi scruto, mi amo, mi amo meno, mi scopro… Il pubblico ha faticato a starmi dietro, non sempre ha capito le mie scelte».

Per esempio?

«Quando arrivai seconda a Sanremo i miei discografi­ci dissero: “Basta tv, adesso canti e basta”. Ci ho pensato: dischi, concerti, promozione spesso gratis... No, ho ripreso in mano la mia profession­e e ho continuato a fare quello che volevo».

È stata la prima donna a presentare il Festival.

«Allora solo gli uomini potevano condurre; noi eravamo ritenute incapaci di gestire gli imprevisti della diretta. Era così offensivo che decisi di mollare la Rai per la Fininvest. In Hello Goggi ero protagonis­ta già nel titolo».

Ecco perché visse così male l’esperienza di Miss Italia con Mike Bongiorno, quando abbandonò lo show perché introdotta dopo mezz’ora di trasmissio­ne.

«Mi ha offesa come donna, ancora prima che come artista».

In questo periodo si ama, o meno?

«Sto riscoprend­o la Loretta che viveva ancora coi genitori e che, d’improvviso, si è affacciata alla popolarità. Papà mi ha accompagna­ta ovunque, fino ai 27 anni. Ma a Fantastico ci andai da sola. E infatti – tac! – mi sono innamorata subito».

La libertà!

«Non l’ho mica vissuta così la mia prima sera a Milano. Andai a fare la spesa al supermerca­to: la mia emancipazi­one».

Perché si rivede in quella Loretta?

«Mi ritrovo negli entusiasmi di quando mi sono aperta alla vita. Sono passata da mio padre a mio marito, un uomo dalla forte personalit­à, e mi sono messa completame­nte al servizio della nostra storia d’amore, così come lo ero della mia famiglia, prima. Adesso, di nuovo sola, torno a scoprire se ho voglia di alzarmi oppure no, di andare al cinema... o no».

Con suo marito non era così?

«In una coppia, uno dei due deve smussare i propri angoli».

Eravate molto uniti: casa e lavoro, sempre assieme.

«Mi sono totalmente affidata a lui, anche per la mia carriera».

Il segreto della vita di coppia non è trovare i propri spazi?

«Guardi, ho trovato Gianni a 29 anni e ho detto: “questo è mio e non me lo faccio scappare”. Sono diventata indispensa­bile – questa è la parola giusta – per lui, come lui lo era per me. Era uno spirito libero, mi ha insegnato a volare: lo chiamavo Jonathan Livingston. Credeva di non poter contare su un’artista come me per la gestione pratica della vita. Gli ho fatto cambiare idea».

I famosi opposti che si attraggono.

«Opposti di sicuro: litigavamo molto, ma mai per lavoro. Era una questione di carattere».

Che carattere aveva Gianni?

«Era un profugo istriano. Era cresciuto senza famiglia: perse il padre a 3 anni e la mamma a 14. I suoi atteggiame­nti granitici nascondeva­no una grande dolcezza. Pensava che fossi cresciuta nella bambagia, mi diceva sempre: “Non metti mai i calzini spaiati!”. Non vedeva il mio potenziale di follia. Ma mi creda: io un po’ matta lo sono».

La vostra relazione, all’inizio, era clandestin­a.

«Di più: top secret per due anni. Non potevamo decidere su due piedi che questa cosa non fosse passeggera. Sentivo una forte responsabi­lità: ero una donna di successo; lui non solo aveva 13 anni più di me, ma era sposato con figli. Quando tornai dall’India, gli chiesi: chi ci dice che non sia un trip?».

Quando ha capito che non lo era?

«Una sera, a cena. Mi versò il vino e notai la sua mano che tremava. Quell’omone così emozionato mi fece tenerezza».

Non sono un’icona. Definirmi è impossibil­e. Come fai a identifica­rti con una che ti cambia sotto il naso 200 volte?

Esclude un’altra «maledetta primavera»?

«Sì. Oddio, non posso giurarlo: sa, in un attimo di rincoglion­imento prima di andare in una casa di riposo, magari… Ma poi ho una certa età».

C’è un’età in cui si smette di innamorars­i?

«No. Ma per me sì».

Che ci era andata a fare in India?

«Ero con degli amici dei miei genitori, i cui figli vivevano là. Ho scoperto un mondo fantasmago­rico. Mi chiedevano: “Hai fatto un fioretto? Se non ti droghi qui, dove ti droghi?”».

Già, ha l’aria della persona meno trasgressi­va del mondo.

«Ma che ne sa lei, scusi?».

Mi confessi un suo peccato.

«Non sono così piatta come sembro».

La Goggi ha le sue piccole trasgressi­oni.

«Medie, non piccole».

Per Wikipedia il suo esordio discografi­co sarebbe Lourdes 1858 - Le apparizion­i della Madonna con Bernadette, del 1958.

«Forse, per le edizioni Paoline. Ho fatto tante incisioni per loro: un sacco di favole, la vita di Bach... Al Vaticano ero di casa: ho fatto anche la dj per Radio Vaticana».

Come?

«Nel ’71: mettevo i dischi di Patty Pravo e Gianni Morandi».

È sua la voce del canarino Titti.

«Da quando avevo 15 anni l’ho sempre doppiato io».

Era una star dei grandi sceneggiat­i, gli antenati delle serie tv.

«Me le guardo tutte. In America le più famose attrici del cinema, come Nicole Kidman, possono tranquilla­mente fare la tv. In Italia, invece, guai».

Lei è la dimostrazi­one vivente del contrario.

«Sì, ma quanto ci ho impiegato. E che fatica!».

Da Fantastico in giù, lei è stata il Varietà. Il genere è morto?

«Tanto bene non sta. Costava tantissimo: scenografi­e, costumi, orchestra… E chi se li può più permettere? E poi, il pubblico si è abituato al peggio: in tv ti becchi quello che c’è. Non c’è più il gusto di analizzare quel che vedi: si cambia canale in un secondo. Ma non mi faccia passare come una legata al passato; la nostalgia non serve a nulla».

Su Google, la gente cerca: Loretta Goggi... canzoni.

«Eh».

Non incide un album da 30 anni.

«E chi ha voglia di fare la promozione!».

Potrebbe anche evitarsela.

«E secondo lei si comprano il mio disco, così?».

Io sì.

«Lo dice perché è qui. No, voglio cantare quello che mi pare: non devo vendere e andare incontro ai gusti di nessuno».

A seguire, su Google: Loretta Goggi Maledetta primavera.

«Sempre canzone è. Non c’è festa dove non la mettano».

Non ne può più?

«Ma per niente! Arrivai a Sanremo con il preconcett­o che, da imitatrice, non avessi una voce mia. È vero che cantare mi terrorizza­va: quando reciti sei nascosta da una maschera; quando canti sei solo. Ero così angosciata che Alice quasi mi rimproverò: “Senti, devo cantare anche io, smettila!”».

E l’ansia svanì.

«Sul voglia di stringersi e poi la voce tremava ancora. Ma sul seee per innamorars­i ancora la galleria esplose in un applauso. In quel momento capii che, dentro di me, avevo già vinto».

Quest’anno potrebbe tornarci.

«Io, a Sanremo?».

Non in gara, da co-conduttric­e.

«Non ci penso nemmeno, odio l’effetto nostalgia».

Ci delude.

«Vede: me lo proponesse­ro, il mio “no” sarebbe una di quelle scelte di cui sopra».

È da sempre definita «quella brava».

«Un limite».

Ovvero?

«La bravura ti incasella. Non ti permette di sbagliare, non ti consente colpi di testa. Essere “quella brava” è stucchevol­e».

Vorrebbe la definisser­o quella “brava e...”.

«Vorrei essere considerat­a una brava attrice. Girerò il prossimo film di Massimilia­no Bruno. Sono al cinema con Appena un minuto: interpreto una donna lontana da me, una madre».

Non ha figli. Rimpianti?

«Non avendone avuti, non so dirle che cosa mi sia persa. Però sono zia, e capisco che cosa voglia dire averne».

Cioè?

«Avere la capacità di comprender­e anche quello che non condividi: una fatica pazzesca».

Non avere figli è stata una scelta?

«Ci abbiamo provato, ma eravamo chimicamen­te incompatib­ili. Non ho mai fatto niente per averne a tutti i costi».

Mai pensato all’adozione?

«No. Avrei forzato una cosa che lassù… Lei crede?».

No.

«Io molto. Mia madre diceva: “Il Signore manda il freddo secondo i panni”. Dio avrà pensato che non fossi portata».

Tocchi ferro. Nona chiave di ricerca su Google: Loretta Goggi... è morta.

«No!».

Giuro. Come immagina quel momento?

«La morte fa paura, mi auguro di non soffrire. Ma da credente penso che qualcosa di noi sopravviva alla vita terrena. Non sono una santa: qualche conticino in sospeso ce l’ho».

Niente paradiso?

«No».

Purgatorio o inferno?

«Il purgatorio ha diversi livelli…».

In che girone ci rivedremo?

«Chissà. Spero di non finire all’inferno».

Bisogna farla grossa per quello.

«Alle volte non ci si rende conto della gravità delle nostre azioni. Chi spaccia, sa che ammazza?».

Ha appena festeggiat­o 69 anni. Cosa si è regalata?

«Vorrei fare un viaggio a Gerusalemm­e».

Cosa pensa di trovarci?

«Come spiegarlo? Camminare dove ha camminato Gesù...».

Il suo saluto cult è: «Felicità!”». Che cosa è la felicità?

«John Lennon disse: “La vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi”. Lo stesso è la felicità: un attimo fulminante; sarebbe da fotografar­e».

Il suo ultimo momento di felicità?

«Questo non glielo dico».

Si è data della «Cicciottel­la». Sono 40 anni che mi arrovello sul testo della canzone, un puro delirio. Chi è Cicciottel­la, un’ecologista bulimica?

«Una bimbetta che “non voleva diventare un grissino”, una che si voleva godere la vita. Però quello che si mangiava non erano i bignè, ma l’energia. Io invece ai dolci non resisto. Sa che quest’anno ho preso 4 chili?».

Il girone dei golosi, dunque. Tutto qui? ➺ Tempo di lettura: 13 minuti

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 ??  ?? LA REGINA DELLA TV
1. Loretta Goggi, oggi 69 anni, nello sceneggiat­o tv La freccia nera (1968), con Aldo Reggiani e Milla Sannoner.
2. Un look inedito datato 1975. 3. Nell’imitazione di Mina, a Canzonissi­ma (1972).
4. Con Pippo Baudo, ancora a Canzonissi­ma. 5. Con la sorella Daniela, di 3 anni più giovane. 6. A Sanremo, nel 1981, seconda con Maledetta primavera. 7. Con Raffaella Carrà e Daniela, nel 1976. 8. Star della prima edizione di Fantastico assieme a Heather Parisi e Beppe Grillo (1979).
LA REGINA DELLA TV 1. Loretta Goggi, oggi 69 anni, nello sceneggiat­o tv La freccia nera (1968), con Aldo Reggiani e Milla Sannoner. 2. Un look inedito datato 1975. 3. Nell’imitazione di Mina, a Canzonissi­ma (1972). 4. Con Pippo Baudo, ancora a Canzonissi­ma. 5. Con la sorella Daniela, di 3 anni più giovane. 6. A Sanremo, nel 1981, seconda con Maledetta primavera. 7. Con Raffaella Carrà e Daniela, nel 1976. 8. Star della prima edizione di Fantastico assieme a Heather Parisi e Beppe Grillo (1979).
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In Hello Goggi (1981), con il marito Gianni Brezza, ballerino, coreografo e regista, sposato nel 2008 dopo 29 anni di convivenza. Brezza è scomparso nel 2011.
UNA LUNGA STORIA D’AMORE In Hello Goggi (1981), con il marito Gianni Brezza, ballerino, coreografo e regista, sposato nel 2008 dopo 29 anni di convivenza. Brezza è scomparso nel 2011.

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