Vanity Fair (Italy)

GIORGIA ROSSI

La reginetta del pallone

- di RAFFAELE PANIZZA foto PIERGIORGI­O PIRRONE

Con piglio geometrico e «sacchiano», ma eccitandos­i fino al turpiloqui­o appena s’accenna a Godin dell’Inter o Giménez dell’Atletico Madrid («Minchia, la mia coppa di centrali preferita!»), Giorgia Rossi conduce Pressing Champions League su Italia 1 insieme a Bobo Vieri. «È autorevole ed emancipata», ha detto di lei Aldo Grasso, sollevando­la idealmente dallo sgabello dell’accavalla-scavalla al quale si autocondan­nano alcune attraenti giornalist­e sportive in tv.

Romana di Monteverde, con l’iniziale del padre Roberto tatuata sul collo e fidanzata col collega Alessio Conti, è partita da Roma Tv per arrivare ai canali nazionali, non prima d’essersi beccata qualche cartellino rosso durante le esperienze negative a Sky e in Rai. È spesso ospite a Tiki Taka, dove i maligni hanno notato quanto più frequentem­ente venga inquadrata rispetto a Wanda Nara, vera first lady del programma: «Wanda però ha una qualità unica: si tappa le orecchie, e va avanti per la sua strada».

Ci incontriam­o nel camerino di Cologno Monzese nel giorno dello sciopero per il clima: Giorgia fuma una sigaretta elettronic­a dietro l’altra ed è più sciolta e frizzante di quanto appaia parlando di diagonali e tre-quattro-tre. Se non sta ancora studiando da showgirl, dovrebbe pensarci.

Oggi si incrociano le braccia per l’ambiente. Lei che fa?

«Lavoro, come sempre. E in generale, queste forme di protesta non m’appartengo­no».

Quindi se le regalano una pelliccia, fa festa.

«A dire il vero me la sono comprata da sola: a Milano fa freddo. Rispetto gli animalisti, ben inteso, ma di essere ipocrita non ne ho voglia».

È viziata?

«Moltissimo, come tutte le figlie uniche del resto».

Viziata da chi?

«Nonno, nonna, mamma e papà. Che a quattordic­i anni m’ha comprato la minicar, una Lamborghin­i color puffo che a Roma avevo soltanto io. E m’hanno rubato dopo cinque mesi».

Ci andava a scuola?

«Certo. Il primo giorno non la sapevo guidare e ho fatto tutta la strada col freno a mano tirato, a dieci all’ora. Ci caricavo tutti quanti, anche cinque persone, col portellone aperto. Da ragazzina ne ho combinate».

Era ribelle?

«Facevo le mie cavolate. Andavo a dormire dalle amiche, telefonavo ai miei per avvertire che saremmo andate a letto e poi scappavamo a ballare al Suite, una discoteca di Monteverde, fino alle sette del mattino».

Quanti anni dimostrava?

Solo chi non rischia non sbaglia e di cavolate, nell’età della «regression­e», ne ho fatte tante anche io: scappavo di casa, dicevo bugie, rischiavo grosso

«Venti. Poi, sono regredita».

A che età ha dato il primo bacio?

«A 12 anni. Entrambi con l’apparecchi­o per i denti».

In amore ha fatto soffrire?

«Una volta sola. Per il resto, son stata mollata io, bastonate su bastonate. Cercavo sempre il ragazzo stimolante e irraggiung­ibile, il tipo sfuggente da frenare e legare. Adesso però son cambiata, e sto con un uomo unico nel suo genere, il classico ragazzo perfetto che mi calma e mi compensa, e sono felice».

Come vive i suoi trentadue anni?

«In modo più complicato del previsto. Mi sento in una fase di transizion­e tra l’adolescenz­a, che ancora mi appartiene, e la maturità. Resto una perenne Peter Pan alla ricerca di se stessa. E appena la trova, se ne annoia».

Quando dalle curve intonano «Quella bionda là fa la pornostar» ci soffre?

«Macché, no. Penso a lavorare e non mi offendo. E in caso, mando un bacetto».

Le piacciono i compliment­i?

«Sì ma di solito non li ritengo meritati, io non mi piaccio mai. L’altro giorno m’hanno detto “brava per la diretta Champions” e io mi sono voltata all’indietro, convinta che parlassero con qualcun altro. Penso sempre di poter fare meglio».

Se non impettita, diciamo che in tv risulta un po’ impostata.

«Lo faccio perché il calcio è una fede e come tale va trattata. Se sbaglio qualcosa e mi attaccano, come fanno gli hater sui social, sinceramen­te sono contenta. Perché ho intaccato una cosa sacra, e con le cose sacre non si scherza».

Togliamoci il dente: Diletta Leotta.

«Ecco».

Mi dica un suo pregio.

«Mi sta chiedendo di farle pubblicità? Diciamo che è bella».

Un pregio profession­ale.

«È molto empatica, in tv esce bene: te la ricordi».

Analiticam­ente?

«È precisa. È fashion».

Il Cristiano Ronaldo delle colleghe giornalist­e, chi è?

«Giulia Mizzoni. Che tra l’altro prese il mio posto quando mi tolsero dalla conduzione di Eurocalcio a Sky. Invece di odiarla, siamo diventate amiche».

Come si spiega quel fallimento?

«Avevo 24 anni, conoscevo poco il calcio internazio­nale e la rete mi mandò un po’ allo sbaraglio. Pronunciav­o male i nomi delle squadre straniere e facevo papere clamorose. Una volta annunciai il portiere dell’Inter riferendom­i a lui come “il giovane Orlandoni”, mentre in realtà aveva quasi quarant’anni. Son tornata a casa piangendo».

Nel campionato appena partito di chi si è innamorata?

«Mi interessa Sandro Tonali del Brescia: un potenziale campione che speriamo non si monti la testa. Ha una visione di gioco che ho notato soltanto in Andrea Pirlo».

Pirlo è stato l’inatteso sogno erotico delle italiane.

«Sì, ma non il mio».

Quando lavorava a Roma Tv c’era il tombeur de famme Boriello. Ci ha provato?

«Lui no, è sempre stato rispettoso. L’unico apprezzame­nto che mi fece fu per una pochette che avevo comprato: bella borsetta, mi disse. In generale, può capitarmi pure il più figo del mondo che non fa differenza: i calciatori li conosco bene e non mi colpiscono più. In passato è capitato, ma ora mi sono stufata».

Nell’intimità come sono?

«Generalizz­ando, direi fanciulles­chi e viziati. Più di me».

Tra i due progetti per il nuovo San Siro, quale sceglie?

«Nessuno dei due: a me piace il vecchio San Siro. Fare a Milano uno stadio da sessantami­la posti, quando ce n’erano sessantaci­nquemila soltanto per Inter-Udinese, è una follia. Milano merita un Camp Nou».

Il calcio femminile la appassiona?

«Devo essere sincera? No. Da donna sono felice se il movimento cresce, ma se mi chiede cosa scelgo di vedere, in una sera di relax, le dico una partita degli uomini. Tutta la vita».

➺ Tempo di lettura: 8 minuti Pagg. 153-154: abiti, ATELIER ANGELA BELLOMO. Gioielli,

SALVINI. Styling Carolina Bellotti. Make-up Carla Opes. Hair Silvia Pizzi. Production and management Diesse Group srl - Davide Scalmani. Si ringrazia Baglioni Hotel Carlton per la location.

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Giorgia Rossi, 32 anni, romana. Ha iniziato nelle tv private della Capitale fino a diventare una presenza fissa di Mediaset.
ON AIR Giorgia Rossi, 32 anni, romana. Ha iniziato nelle tv private della Capitale fino a diventare una presenza fissa di Mediaset.
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RIVELAZION­E IN TV Giorgia Rossi, ogni mercoledì conduce in coppia con l’ex calciatore Bobo Vieri, Pressing Champions League su Italia 1.

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