Vittorio Sgarbi, critico d’arte e sindaco di Sutri (Viterbo) Io non ho complessi di superiorità, sono superiore senza complessi
un’automobile prima che in quattro riescano a fermarlo e a portarlo dentro. Le due vittime di questa furia si chiamano Pierluigi Rotta, di anni 34, da Pozzuoli, agente scelto, e Matteo Demenego, di anni 31, agente semplice, da Velletri. Il sindacato di polizia ha lamentato il logorio delle fondine in cui vengono custodite le pistole, facilmente sfilabili, il sotto organico e le condizioni generali in cui fanno il loro lavoro le forze dell’ordine. Impressiona anche la notizia che il numero di suicidi tra i poliziotti sia così alto: uno alla settimana. C’è però, evidentemente, anche un problema di addestramento e di organizzazione per dir così tattica delle nostre forze dell’ordine, troppo spesso soccombenti di fronte ai male intenzionati.
GIUDICI
Qualcosa non va neanche nella logica che guida il nostro sistema penale, se è previsto che ex terroristi responsabili di gravissimi fatti di sangue possano percepire dallo Stato il sussidio detto «reddito di cittadinanza». Sia Raimondo Etro che Federica Saraceni – due ex brigatisti – hanno risposto infastiditi alle domande dei cronisti: «E come bisognerebbe campare, facendo rapine?». Pure, dentro di sé, la maggioranza dei cittadini sente che, in questa logica, c’è qualcosa che non torna. E, allo stesso modo: Domenico Morrone, che tre anni fa accoltellò per 24 volte la fidanzata sedicenne Fabiana Luzzi e non essendo ancora riuscito a ucciderla la inondò di benzina e le diede fuoco bruciandola viva, ha ottenuto l’altro giorno il terzo permesso-premio, di sicuro giustificato dalla buona condotta in carcere. Può però la buona condotta in carcere cancellare fino a questo punto l’orrore di quel delitto? Il padre di Fabiana ha scritto a Mattarella: «Mi sento tradito dallo Stato che non difende le vittime e premia gli assassini». Aggiungiamo che, mentre scriviamo, è in corso la discussione intorno alla sorte di Giovanni Brusca, il killer mafioso colpevole di un centinaio di omicidi, che fece saltare in aria l’automobile di Falcone e strangolò, sciogliendolo poi nell’acido, il bambino Giuseppe Di Matteo, colpevole di esser figlio di un pentito. A quest’uomo, che oggi mette in mostra ogni genere di sottomissione e di dolcezza, si stanno per concedere i domiciliari.
DAZI
In Europa si costruisce lA’ irbus, negli Stati Uniti si costruisce il Boeing. I due aerei sono in concorrenza. L’Unione europea ha finanziato generosamente lA’ irbus, di proprietà soprattutto franco-tedesca. Gli Stati Uniti hanno generosamente finanziato il Boeing. Esiste però un’associazione – detta Wto, World Trade Organization, Organizzazione mondiale del commercio – a cui aderiscono sia la Ue che gli Usa, che vieta gli aiuti pubblici. Quindi: gli Usa hanno fatto ricorso contro gli aiuti europei allA’ irbus e l’Europa ha fatto ricorso contro gli aiuti americani al Boeing. La sentenza sul ricorso europeo arriverà entro giugno, quella sul ricorso americano è invece già operante. Trump può punire l’Europa mettendo dazi sulle sue merci per 7,5 miliardi, dal 18 ottobre. L’Italia rischierebbe in teoria per 4,5 miliardi, ma recenti colloqui tra i nostri vertici e quelli americani (Mike Pompeo è stato a Roma un paio di giorni la settimana scorsa) fanno sperare in una punizione limitata a 4-500 milioni. Sarebbe colpito soprattutto il settore dei formaggi. Negli Usa infatti è in atto la corsa all’accaparramento delle autentiche mozzarelle di bufala nostrane.
TORTELLINI
Allarme alla festa di San Petronio, lo scorso weekend a Bologna, per la notizia del bando dei tortellini tradizionali in favore di quelli «dell’accoglienza», al pollo. Matteo Salvini, segretario della Lega, ha tuonato: «Stanno cercando di cancellare la nostra storia», prima che il caso venisse chiarito dall’arcivescovo della città, il neo cardinale e forse prossimo papa Matteo Maria Zuppi: «Il Comitato per le manifestazioni petroniane ha previsto che accanto ai quintali di tortellini conformi alla ricetta depositata, siano preparati anche pochi chilogrammi senza maiale per chi non può mangiarne per diversi motivi».
ROMA
Roma nuovamente nel caos per i rifiuti. Il cda dell’azienda cittadina, lA’ ma, s’è dimesso in blocco in polemica con la sindaca Virginia Raggi, che non intende pagare allA’ ma un credito di 18 milioni. Tra le varie assurdità: lA’ ma è posseduta dallo stesso Comune di Roma che la tratta da nemica, il cda s’era insediato da appena cento giorni, la sindaca ha nominato Stefano Antonio Zaghis amministratore unico (cioè, niente più cda in un’azienda con settemila dipendenti), un milanese che s’intende soprattutto di finanza. La città intanto è sempre più invasa dalla spazzatura. Per ricevere lA’ nteprima di Giorgio DellA’ rti prenotarsi su anteprima.news