Vanity Fair (Italy)

EDITORIALE

- di Simone Marchetti

Una delle cose più belle delle interviste non è fare la domanda giusta ma ottenere una risposta inaspettat­a. A pagina 90, il cantante Beck ne regala una bellissima. «Ieri mi hanno insegnato una parola francese: arrière-pays», racconta. «È l’entroterra, il punto dal quale non vedi niente e sei spinto a cercare qualcosa che stia oltre, a scoprire cosa c’è dopo la prossima curva. Questa è più o meno la vita. A volte l’arrière-pays ti conduce in posti assurdi, orrendi, a volte crea dei miracoli».

L’arrière-pays, l’entroterra francese senza abitazioni o riferiment­i all’orizzonte, è più o meno il nostro «nel bel mezzo del nulla», in inglese «in the middle of nowhere». È un momento, non solo un luogo, da cui non si può tornare indietro. Da lì in poi, infatti, devi andare solo avanti. Senza avere la benché minima idea di dove arriverai.

Questo numero di Vanity Fair parla della capacità di arrivare in quei posti che non ti concedono di tornare indietro. Uno di questi è stato raggiunto da Marco Bocci, attore e marito di Laura Chiatti: a pagina 118, Bocci racconta di come oggi scriva libri e stia per debuttare con il suo primo film da regista dopo essersi ripreso da un colpo quasi mortale, qualcosa che l’ha messo di fronte all’inaspettat­o.

La stessa cosa è successa anche a Dèsirèe Cognetti che a pagina 141 svela di come, da bambina, sia stata separata dalla madre che aveva problemi di tossicodip­endenza, perdendo per sempre il fratellino Zakaria (che a sua volta venne invece affidato a un’altra famiglia). Dèsirèe oggi ha scritto un libro (davvero commovente) per ritrovare il fratello. In realtà, nessuno sa ancora se lo ritroverà o se mai Zakaria leggerà il romanzo. Ma non è questo a importare, perché ciò che conta è come Dèsirèe si sia spinta nell’arrière-pays della propria vita non rassegnand­osi a un lavoro che non le piaceva tanto (si è scoperta scrittrice) e provando a fare i conti con il passato in un modo davvero inaspettat­o.

Dèsirèe, Marco Bocci, Beck: sono solo alcuni esempi di chi si ritrova in un punto da cui è impossibil­e tornare indietro, un promontori­o strano, bello e nebbioso, un luogo da cui si può solo procedere verso la prossima meta.

Spesso ci si augura di realizzare i sogni, si dice «in bocca al lupo», in teatro ripetono «merda merda merda!». Per una volta, sarebbe meglio dire «ci vediamo nell’arrière-pays». Perché, forse, il modo migliore di arrivare dove sogniamo è finire nel bel mezzo del nulla.

Buona lettura

PS: continuate a scrivermi pensieri, consigli e riflession­i a smarchetti@condenast.it

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