GIORGIO DELL’ARTI
La settimana in 5 minuti
VENEZIA
Aria gelida proveniente dall’Islanda sta mettendo in ginocchio il Paese. Il punto di crisi più spettacolare è come sempre a Venezia: la città è annegata in 180 centimetri d’acqua, le paratie del Mose non sono entrate in funzione perché il sistema sarà pronto solo nel 2021, le foto di piazza San Marco deserta – col Florian sommerso – hanno fatto il giro del mondo, sono anche saltate quasi tutte le prese elettriche, i veneziani si sono sottoposti al solito calvario per campare la vita come accade dal tempo dei tempi. Il sindaco Brugnaro parla di danni per un miliardo e dice di temere per il futuro della città, che statistiche di qualche settimana fa prevedono definitivamente sott’acqua entro il 2050. Il governo per ora ha stanziato 20 milioni e nominato un «supercommissario al Mose» nella persona di Elisabetta Spitz, ex moglie di Marco Follini e chiamata molte volte in passato a gestire patrimoni pubblici. Le polemiche infuriano, specie per quanto riguarda la questione del Mose: concepito con una legge che risale addirittura al 1981, il sistema di 78 paratie mobili che si sollevano quando l’alta marea supera
il metro in modo da bloccare le acque non è mai entrato in funzione. Il governo dice adesso che sarà pronto nel 2021, non si capisce se in primavera o alla fine dell’anno. A queste date, tuttavia, non crede più nessuno. Finora si sono spesi, per realizzarlo, più di cinque miliardi, e c’è la certezza delle solite malversazioni: fatture false e tangenti per almeno un centinaio di milioni nel 2014 provocarono l’arresto di 35 personaggi altolocati (più un altro centinaio di indagati).
La depressione atlantica ha messo in ginocchio un po’ tutta l’Italia. Una neve «bagnata e pesantissima» (così gli esperti) ha schiacciato lA’ lto Adige, facendo saltare la viabilità interna e la fornitura di energia elettrica e isolando molte valli della provincia di Bolzano.