EDITORIALE di Simone Marchetti
Sei punti. Sei richieste. Sei semplici pretese molto, molto pertinenti. È il programma delle Sardine (di cui Mattia Feltri vi parla nelle prossime pagine), il movimento che sta riempiendo le piazze italiane. Vale la pena ricordarli.
1. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzionali a lavorare.
2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali.
3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network.
4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti.
5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica.
Abrogare il decreto sicurezza.
6.
Tra questi sei punti non c’è un cattivo da abbattere. O un nemico da insultare.
E non si trovano nemmeno una donna da denigrare, un emigrato da sfottere o una minoranza da offendere. Le bandiere politiche, poi, sono bandite.
È vero: molte di queste richieste dipendono da chi ci governa e da chi ci vorrebbe governare. Ma una riguarda tutti noi: la numero cinque, ovvero «che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica».
Quand’è l’ultima volta che avete usato la violenza sui social, contro chi non vi piace, contro chi non rispettate, contro chi è diverso da voi? Non è arrivato il momento di equiparare tanta rabbia, tanta aggressività verbale e scritta a quella fisica? Sono belle domande da porsi a Natale. E sono anche buoni propositi per il 2020: placare i toni, denunciare chi li tiene sprezzanti e cattivi, gestire la rabbia. Noi pensiamo che sia possibile. Anzi no, davvero necessario.
Buona lettura