Prima delle Sardine
Daria Colombo, giornalista e scrittrice (e moglie di Roberto Vecchioni), sente le Sardine un po’ figlie dei suoi Girotondi. Li ricordavate più, i Girotondi? Forse, fra chi legge, qualcuno nemmeno era nato nel gennaio 2002, quando la mitologica società civile si strinse per mano a circondare, come fortificazione umana, il Palazzo di giustizia di Milano. Lo scandalo aveva il volto e il nome di Silvio Berlusconi, impegnato da Palazzo Chigi a imbastire leggi che lo proteggessero da quello che sembrava (a me sembrava senz’altro) un assedio giudiziario, e infatti di una settantina di indagini una sola arrivò a condanna definitiva.
È difficile da spiegare in poche righe ma ci provo: l’immunità parlamentare, abolita nel 1993 per dare i parlamentari in pasto alle procure, era stata studiata in Costituzione, come misura eccezionale, senza pari nel mondo democratico, a pareggiare l’altrettanto eccezionale indipendenza della magistratura, e altrettanto senza pari: ovunque i magistrati dell’accusa sono sottoposti al controllo della politica, in Italia no, sono indipendenti come i giudici. Ecco, abolita l’immunità, il delicato equilibrio venne meno e si fece squilibrio a favore delle toghe, e Berlusconi cercava di rimediare ma per salvare la sua pellaccia e non per rimediare a un guasto. E difatti il guasto persiste e se ne vedono ancora oggi i fiammeggianti effetti.
Di conseguenza a sinistra si considerava Berlusconi eversivo, un caudillo danaroso che ambiva a restaurare il fascismo e oggi, a distanza di vent’anni (un giorno vi dettaglierò la regola aurea per cui la sinistra ci mette sempre vent’anni a capire le cose) dicono che effettivamente no, non era eversivo, non era pericoloso per la democrazia, è sempre rimasto dentro i confini della Costituzione, quello eversivo e pericoloso per la democrazia è Matteo Salvini (e stavolta ci pigliano a metà, perché non meno pericoloso, se non di più, è il Movimento Cinque Stelle).
I Girotondi erano una specie di avanguardia che voleva liberarsi di Berlusconi, e siccome Berlusconi continuava a essere votato, volevano liberarsene per via giudiziaria, e alla svelta, e infatti ce l’avevano anche con la sinistra non abbastanza fervente sulle barricate. Quello che forse Daria Colombo non ha compreso, e parecchi con lei, è che la delegittimazione della destra berlusconiana ha contribuito a generare la destra salviniana, estrema, rinserrata, cattiva, e la guerra intestina alla sinistra (ricordate il «con questi dirigenti non vinceremo mai» di Nanni Moretti?) ha contribuito a generare i Cinque Stelle, la svalvolata per l’onestà, la sacralizzazione della magistratura, l’idea puerile di un popolo probo contrapposto alla élite ladra e inciuciona.
L’infatuazione per le Sardine mi ha preso solo per un istante. Mi sembrano un po’ faciloni (ma sono ragazzi), in tournée per i talk, più compiaciuti che colti ma, perlomeno fin qui, non vogliono sostituirsi alla politica nel millesimo gesto epifanico, chiedono alla politica meno spot, meno cretinaggine bacioperugina, meno becerume, chiedono alla politica di uscire dalla trincea e di rimettersi a fare politica, lo chiedono soprattutto a Salvini ma anche a Di Maio e ai capintesta populisti di cui sono ingombri tutti i partiti, e per questo scendono in piazza senza simboli di partito. Non pensano che serva abbatterne uno per salvare il mondo, più modestamente chiedono al mondo di darsi una regolata.
*editorialista de La Stampa.