Vanity Fair (Italy)

Luci eco e #vanitychal­lenge

Da Roma a Londra, ci si attrezza: ecco le luminarie delle feste che minimizzan­o l’impatto ambientale

- Di SIMONA VERRAZZO

Il rispetto per l’ambiente passa anche dalle luminarie che decorano le strade. In piazza San Pietro, complice l’attenzione per la natura di papa Francesco, si sono accese non soltanto le luci di albero e presepe ma, con un «clic» da un iPad, è stata inaugurata la nuova illuminazi­one a led di facciata e cupola: tutto a basso impatto energetico, regolabile nell’intensità per ridurre gli sprechi. La parola d’ordine è sostenibil­ità, sebbene il numero delle luci aumenti sempre di più ed è sfida tra città: quest’anno «Spelacchio», come ormai viene chiamato l’albero di Natale simbolo di Roma dopo che quello del 2017 è morto poco dopo la piantumazi­one (sotto, alcuni abeti di Natale in Ontario: qui per 150 mila alberi tagliati ne vengono ripiantati 200 mila), supera quello ben più noto davanti al

Rockefelle­r Center di New York: il romano è decorato con 80 mila luci led, contro le 50 mila dell’americano.

Parigi invece punta sul riciclo, riutilizza­ndo sugli Champs-Élysées le illuminazi­oni del 2018, tutti led rossi, con una particolar­e regolament­azione delle emissioni di calore nell’aria. Ma le luminarie più «green» arrivano da Londra: a Carnaby Street i festoni luminosi da un marciapied­e all’altro, tutti a risparmio energetico, hanno un messaggio eco-friendly. Sono ispirati al tema della protezione dei mari, con installazi­oni realizzate in materiali riciclati che rappresent­ano coralli, alghe e cavallucci marini, mentre sulle illuminazi­oni campeggia la scritta «Carnaby x Project Zero», dal nome del programma a impatto zero adottato dal quartiere londinese.

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