Vi presento mia figlia
Tale Madre, tale figlia. Da una parte lei: Chaterine Zeta-Jones che racconta a cuore aperto di Michael Douglas e del segreto di un lunghissimo matrimonio. Dall’altra Carys, 16 anni, giovane attrice che sogna già di inseguire le orme di mamma e papà. Due volti, due gocce d’acqua che faranno molto parlare di sé
Fin da piccola, Carys Douglas, classe 2003, ha sviluppato un particolare talento per individuare i paparazzi nascosti tra i cespugli o dietro le cassette della posta. «Mamma, lì, dietro l’albero a sinistra», indicava facendo finta di niente. «Sceglievano sempre i posti più strani per nascondersi», ricorda ora l’adolescente. Accanto a lei, Catherine Zeta-Jones annuisce seria. Le due commentano l’aneddoto mentre prendiamo l’ascensore dell’Hotel de la Ville di Roma. Destinazione: la terrazza affacciata sulla scalinata di piazza di Spagna, dove ci attende il fotografo per un ultimo scatto.
Se Hollywood fosse una monarchia, Catherine Zeta-Jones e Michael Douglas sarebbero la famiglia reale. Nel 2020 festeggeranno 20 anni di matrimonio. Un’unione sopravvissuta ai 25 anni di differenza, all’assedio della stampa, a varie crisi, al cancro e a una rottura. Insieme contano tre Oscar, più di mezzo centinaio di film e due figli, Dylan, 19 anni, e Carys, 16. Entrambi vogliono diventare attori, come i genitori e il nonno Kirk Douglas che, a 103 anni, si diverte a raccontare storie sulla Hollywood che ha conosciuto. Di Bette Davis ha rivelato che era «molto aperta, diceva le cose così come stavano», di Joan Crawford che «era fuori come un balcone». Catherine commenta: «È meraviglioso ascoltare una leggenda del cinema come lui».
Tra uno scatto e l’altro, Carys improvvisa qualche parola in spagnolo. Ha imparato la lingua durante le vacanze a Maiorca dove il padre, nel 1990, ha comprato la villa di S’Estaca con la prima moglie, Diandra Luker, e dove Catherine e Michael trascorreranno a breve qualche giorno insieme.
Ultimamente i due si tengono sempre più lontani dalla vita mondana. Prima, invece, era possibile incontrarli il sabato al mercato di Valldemossa, a Santa Ponça a giocare a golf – la passione di Catherine – o al ristorante in paese sulla Costa Nord. Le loro tradizionali cene estive di solito riunivano una cinquantina di socialite, politici, imprenditori e reali. L’attore ha festeggiato quest’anno il suo trentesimo anniversario da maiorchino con una torta. Forse non ci sarà una prossima volta: il protagonista di Wall Street vuole sbarazzarsi della villa, cinque anni fa l’ha messa in vendita per 50 milioni di euro, ma senza successo. Successivamente ha abbassato il prezzo fino a 28,9 milioni e si è addirittura prestato a registrare l’annuncio pubblicitario: «La mia vita ha preso un nuovo corso», declama nel video. Ma dire addio alla casa sarà difficile: è lì che lui e Catherine si sono innamorati.
L’attrice osserva con orgoglio la figlia mentre posa davanti al fotografo. «È un’attrice, cantante e ballerina meravigliosa. Ha il mio appoggio in tutto quello che vorrà fare. Io vengo da una famiglia molto unita: sono stata la prima a dedicarmi alla recitazione e l’unico consiglio che mi hanno dato mamma e papà è stato quello di seguire i miei sogni. Così ho fatto».
Quando Catherine era bambina, i suoi genitori, lui proprietario di una fabbrica di dolciumi e lei sarta, hanno vinto 100 mila sterline al bingo e l’hanno mandata a lezione di danza nella sua città natale, Swansea, in Galles. A nove anni ha ottenuto una parte nel musical Annie, a 11 era campionessa di tip tap, a 15 ha lasciato la scuola per trasferirsi a Londra e concentrarsi sulla carriera. Se la rifiutavano a un casting di mattina, lei tornava nel pomeriggio con vestiti e pettinatura diversa e si metteva di nuovo alla prova.
Dopo essere apparsa in diverse opere teatrali e telefilm britannici, nel 1998 è arrivata la grande occasione: La maschera di Zorro, il film con Antonio Banderas che l’ha consegnata per sempre all’Olimpo delle star. «Adoro Antonio. Abbiamo un grande feeling sullo schermo. Sarà difficile, però, che ci prendano entrambi per un nuovo progetto: la nostra immagine è molto legata a Zorro».
A quel film, Catherine deve anche l’interesse del futuro marito. Michael vede la pellicola, nota la bella protagonista e si adopera per incontrarla. «Ci siamo conosciuti a un festival durante la promozione di Zorro», rivela lei. A presentarli, Antonio Banderas e Melanie Griffith. «Voglio essere il padre dei tuoi figli», le ha sparato subito Michael. Catherine, sconvolta, ha risposto: «Ho sentito molto parlare di te e, a quanto pare, è tutto vero. Buonanotte». Pentito del commento, l’attore le ha poi mandato dei fiori per scusarsi.
Nei mesi successivi, mentre Catherine girava Entrapment con Sean Connery, si sono visti varie volte. Ma, con grande delusione di Michael, lei si presentava sempre in compagnia del cognato. A un certo punto lui alza l’asticella: la invita a passare qualche giorno nella sua villa a Maiorca. Con sua sorpresa, lei accetta. Il resto è storia. La sera di Capodanno del 1999, l’attore si inginocchia nella sua tenuta di Aspen e le chiede di sposarlo. Si dicono «sì» all’Hotel Plaza di Manhattan il 18 novembre del 2000, tre mesi dopo la nascita del loro primo figlio e in seguito al divorzio milionario di Douglas dalla ex moglie. Tra gli invitati, Jack Nicholson, Meg Ryan, Kofi Annan (allora segretario dell’Onu).
I due entrano nella cerchia vip di New York. Frequentano i Clinton, Jimmy Carter, i Bush, e Douglas gioca a golf con Donald Trump. Allora Catherine lo reputava gentile e divertente, adesso ha cambiato opinione, come racconta al Sunday Times. In generale, però, preferisce non parlare di politica. Non tocca l’argomento nemmeno con il padre, un convinto pro-Brexit.
Catherine e Michael sono nati entrambi il 25 settembre e, da quando stanno insieme, festeggiano il compleanno con una grande festa dove lei si esibisce cantando. È stato durante una di quelle serate che il produttore Martin Richards si è reso conto che era perfetta per il film Chicago. «È il ruolo di cui vado più orgogliosa», confessa lei. Non a caso, la sua interpretazione le è valsa un Oscar come miglior attrice non protagonista, che ha ritirato quando era sul punto di dare alla luce la seconda figlia. «Sono una delle bambine più piccole ad aver mai partecipato agli Oscar», ironizza
La prima volta che ci siamo incontrati, Michael mi ha detto: «Voglio essere il padre dei tuoi figli»
Carys. È nata dieci giorni dopo.
Negli otto anni successivi, per sfuggire ai paparazzi si sono trasferiti alle Bermuda. «Abbiamo cresciuto lì i nostri figli. È stato meraviglioso», ricorda Catherine. In quel periodo ha girato alcuni dei suoi film di maggior successo: Prima ti sposo poi ti rovino dei fratelli Coen e The Terminal con Tom Hanks. «Tornare a New York è stato uno shock, ma Hollywood sarebbe stato peggio. Siamo riusciti a conservare un po’ di innocenza e la stampa non ci ha bombardati più di tanto», aggiunge Carys.
In quel periodo è iniziata l’epoca più difficile delle loro vite. Nel 2010, Douglas ha rivelato di avere un cancro alla gola in stato avanzato. Al dramma si è unito il subbuglio mediatico causato da alcune dichiarazioni in cui si insinuava che quel tipo di cancro fosse legato al sesso orale, cosa che ha fatto risorgere il mito della dipendenza sessuale dell’attore. Nello stesso periodo, Cameron, il figlio del primo matrimonio di Douglas, è stato condannato a cinque anni di carcere per traffico di droga. Catherine non ha retto e, nel 2011, è stata ricoverata in clinica per trattare un disturbo bipolare. L’uragano li ha travolti e i due si sono separati. Non per molto. Nell’agosto del 2014 sono riapparsi insieme alla prima di un film e, da allora, sono più uniti che mai. Catherine ha anche accolto Cameron che, nel contempo, si era rifatto una vita: «Adoro il mio figliastro e ho un rapporto splendido con lui. Poco tempo fa ha avuto una bimba con Viviane, la sua compagna, che ha portato molta gioia nelle nostre vite».
In tanti si chiedono quale sia il segreto della loro unione. «Non ci sono segreti tra noi, quindi nessuno. Ci amiamo e ci rispettiamo». Quello che Catherine ama di più in Douglas è il «suo senso dell’umorismo». Ridono della loro differenza d’età. L’attrice scherzando dice che, tra 20 anni, porterà in giro il marito in sedia a rotelle. «Allora io, disorientato, le chiederò: “Catherine, ma dove andiamo?”», racconta Michael in un programma televisivo. «E Catherine mi dirà: “Da Cartier, tesoro, da Cartier”».
«Se ci fosse una telecamera durante le cene, ne verrebbe fuori un programma televisivo da ascolti record», conferma Carys. «Le nostre conversazioni sono divertentissime». Vivono a Bedford, New York, in una villa dell’Ottocento con piscina, campo da tennis e stalla che Catherine ha restaurato: l’attrice ha la sua linea di design d’interni, Casa Zeta-Jones. In famiglia condividono tutto: «Invitiamo i nostri figli a essere sinceri. Un problema condiviso è un problema risolto».
Esempio: l’anno scorso, un’ex impiegata della casa di produzione di Douglas ha dichiarato di esser stata abusata sessualmente dall’attore negli anni ’80. Le accuse hanno messo Catherine in una posizione difficile. In quanto sostenitrice del movimento #MeToo, l’attrice ha sempre difeso la credibilità delle donne. D’altro canto, voleva dare la possibilità al marito di spiegarsi. Così l’ha convocato davanti ai figli. Michael le ha assicurato che era tutto falso. Si è fidata. Non ci sono state ripercussioni.
A 50 anni compiuti da poco, l’attrice riflette sul tempo che passa e sul corpo che cambia. All’inizio della sua carriera i ruoli le venivano negati perché era troppo bella. In seguito, ha conosciuto l’aspettativa di essere sempre perfetta. Poi, passati i 40 anni, il paradosso di Hollywood: il rifiuto delle rughe e i tentativi di nasconderle con un bisturi. Sente ancora quella pressione? «No. La cosa bella dell’età è che si inizia a pensare di più su quello che succede dentro di noi. E io, tutto sommato, sono molto felice della persona che sono».