Vanity Fair (Italy)

EDITORIALE di Simone Marchetti

- Di SIMONE MARCHETTI

Quando il venerdì sera e il lunedì mattina (i momenti più caldi in redazione per la chiusura delle pagine di Vanity Fair) finisco di leggere gli articoli che andranno in stampa, succede sempre la stessa cosa: una frase, tra le tante, si stacca dal resto del giornale e si mette a volare, solitaria come un gabbiano, stagliando­si sopra il mare di parole, di volti e di storie.

«Vivere ignorando il tempo passato e vivere ignorando il tempo che passa».

L’ha detta a Silvia Nucini l’attrice Elena Cotta, 88 anni. È un’artista straordina­ria, una donna che si sta per sposare per la terza volta con lo stesso uomo (i due festeggera­nno i 70 anni di matrimonio nel 2022). Nell’intervista a pagina 74, sostiene che il tempo sia un limite mentale: certo, fisicament­e tutto cambia, ma nella testa si può, anzi si deve essere liberi. Non contano i giorni, o gli anni e nemmeno i decenni, ma «bisogna invece capire quando ci sarà un’evoluzione e muoversi un attimo prima con pazienza, comprensio­ne e sicurezza in se stessi».

La pensa allo stesso modo Anthony Hopkins, altro magnifico ottantenne intervista­to in esclusiva per noi da Cezar Greif a pagina 38. Anthony, però, aggiunge un consiglio: dimenticar­si per strada il proprio ego «perché appena cominci a crederti Dio, a montarti la testa, sei morto».

I risultati di tutto questo? Sempre per le strane coincidenz­e che solo Vanity sa orchestrar­e, arrivano inaspettat­i e sorprenden­ti come ben descritto nell’editoriale di Ambra. Lo scorso 31 dicembre, Ambra se ne stava attaccata a Instagram a spiare le star splendenti e abbronzate alle Maldive, invidiando­le un po’ e rimpiangen­do di essere sola, in Italia, a cena coi genitori. La sorpresa? La felicità che arriva sempre quando non te l’aspetti: nel suo caso, allo scoccare della mezzanotte, mentre ballava la lambada con Giovanni, un ottantenne danzatore di tutto rispetto.

Vi auguro un 2020 pieno di sorprese e anche di ottantenni come Elena, Anthony e Giovanni. Perché quello che è non è mai quello che sembra. Anche quando si parla del tempo passato, di quello che passa e soprattutt­o di quello che passerà.

Buona lettura

è nato a Gerusalemm­e nel 1971. Laureato in Psicologia a Tel Aviv, allievo di Amos Oz, insegna scrittura creativa nella scuola da lui fondata. Tra i suoi romanzi più amati dai lettori italiani: Nostalgia, La simmetria dei desideri e Tre piani (quest’ultimo

sarà presto un film per la regia di Nanni Moretti).

Tra gli altri romanzi dell’autore, si ricordano Neuland e Soli e perduti. Sempre per Neri Pozza ha appena pubblicato L’ultima intervista. La sua traduttric­e dall’ebraico è Raffaella Scardi.

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