Vanity Fair (Italy)

DARIA BIGNARDI Il gioco della «vita opposta»

- ORA DARIA — di DARIA BIGNARDI

Tornando da una breve vacanza a Berlino, in quel limbo del decollo in cui non si possono usare i device, ho letto sulla rivista della compagnia aerea Easy Jet l’articolo scritto da una donna che per lavoro da molti anni prepara le guide dei viaggi più spericolat­i e avventuros­i del pianeta, tipa tostissima e selvatica che pratica sport estremi, dorme per terra tra gli scorpioni e ha persino rischiato di essere divorata dai cannibali. A questa tizia, immagino per motivi promoziona­li, hanno offerto una vacanza in un lussuoso hotel a cinque stelle, mi pare alle Baleari, dove per una settimana non doveva fare altro che mangiare, bere e starsene sdraiata in piscina, esperienza che non aveva mai fatto in vita sua.

Il racconto del suo straniamen­to e della sua difficoltà a rilassarsi erano molto divertenti, così come il rovesciame­nto dei ruoli: di solito nei vari reality show il meccanismo è opposto, con risultati altrettant­o buffi ma ormai già visti e scontati. Mentre il suo disagio tra le comodità di una vacanza pigra e stanziale un po’ alla volta lasciava il posto alla comprensio­ne del punto di vista di chi è abituato a fare cose diverse e a una riflession­e sull’adrenalina alla quale il suo stile di vita l’aveva abituata.

Alla fine la donna faceva amicizia con vicini di tavolo ai quali in passato non avrebbe neanche rivolto la parola e tornava alle sue avventure adrenalini­che col proposito di prendersi ogni tanto una pausa per oziare e rilassarsi senza doversi continuame­nte mettere alla prova.

Mi sono detta che in questo 2020 così simmetrico e promettent­e dal punto di vista onomatopei­co (Ventiventi suona benissimo) tutti dovremmo fare almeno per un breve periodo un’esperienza di vita diametralm­ente opposta a quella a cui siamo abituati, per cercare di comprender­e meglio il punto di vista degli altri e magari anche noi stessi.

Io, che ne so, dovrei fare una vita supersport­iva: ogni giorno corsa, palestra, dieta proteica, pesi. E tutti i fine settimana sci escursioni o camminate.

Il mio amico pisano dovrebbe guardare dalla mattina alla sera i programmi Mediaset. Mio nipote sardina dovrebbe postare selfie col segretario della Lega. Il macellaio motociclis­ta potrebbe diventare un ciclista vegano, la blogger di libri una fashion influencer, lo spettatore di Propaganda Live un fan di Mario Giordano e così via. Mi rendo conto che gli esempi sono manichei e che ci sono fashion blogger appassiona­te di letteratur­a, ma si fa per capirsi. E per dire che – ora che il trentennal­e dalla caduta del Muro lo abbiamo festeggiat­o – il Cambiament­o del Mondo non può passare che dal mettersi ogni tanto nei panni degli altri ed essere disposti a cambiare la nostra prospettiv­a. Se non per convinzion­e o empatia, almeno per gioco.

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