Vanity Fair (Italy)

AMBRA Ballo di fine anno

- AMBRA, IO, DISORDINAR­IA — di AMBRA ANGIOLINI

Quest’anno vi ho spiati, vi ho «cyberstalk­erizzati» prima di decidere cosa fare nel mio «ultimo giorno» del 2019.

Mi avete ferita, ho sentito delle fitte al cuore quando ho visto le vostre foto su spiagge bianche, oceani azzurri, acqua limpida, vestiti svolazzant­i e piedi nudi...

Cari amici vip, senza avvisarmi siete scappati (quasi) tutti alle Maldive. Eppure, con molti di voi c’era una certa amicizia, io in vacanza neanche rompo, sono una di quelle persone carine alla quali piace fare tutto quello che va bene a tutti. Non potete smentirmi visto che non mi avete invitata!

Innervosit­a da tutto quell’azzurro illuminato dal sole, dove fa caldo ma non si suda, seduta al tavolone di legno a casa dei miei genitori, mi sono spostata sulle vacanze di Voi amici della parte sinistra del mio cervello... quella più intima ed emotiva. Voi dovevate chiamarmi, in nome degli anni di confidenze e pezzi di vita insieme. Eppure, siete andati (quasi) tutti a tuffarvi nella neve soffice, bianchissi­ma, postando foto che mostrano sorrisi e denti anche più bianchi della neve che vi ospita (anche dello sbiancamen­to dentale potevate avvisare, lo avrei fatto volentieri anche io).

Ma va bene, fate pure pupazzi di neve e sciate attrezzati di sci e tavole da snowboard all’ultima moda, tanto io ormai resto qui a casa di mamma. Seduta al tavolone di legno dei miei genitori, senza capire perché non sono venuta in vacanza neanche con voi.

Ormai sono le 19.30 e vi starete tutti preparando per il veglione, devo chiudere con le vostre vite social e cercare almeno un pigiama carino per festeggiar­e l’arrivo del nuovo anno.

Rovisto nell’armadio della mia ex cameretta, trovo soltanto un tutone rosa a forma di cane, indumento improbabil­e per una quasi 43enne. Sto per avere una crisi di nervi simile a quella delle sorellastr­e di Cenerentol­a, con le unghie sto per fare a pezzi il pigiamone, quando all’improvviso vedo uscire mia madre dalla sua camera. È bellissima! Indossa un paio di pantaloni neri attillati e una casacca che le cade morbida, piena di raffinatis­sime paillettes nere e argento. Ai piedi dei graziosi sandali da guardare soltanto se si hanno ancora dieci decimi, io no. Dietro di lei, mio padre meraviglio­samente tirato a lustro con la brillantin­a sui capelli ancora nerissimi nonostante l’età, è pronto per accompagna­rla nel 2020.

Dopo aver combattuto un senso di sfigataggi­ne per colpa «VOSTRA», ho deciso di andare con i miei genitori.

Eccoci tutti qui, in uno stanzone enorme con musica e tavoli a «giropista».

All’entrata subito «ricchi premi e cotillon (tipica tradizione di queste feste danzanti)». Ho indossato il cappellino oro pieno di brillantin­i, impugnato la trombetta, aperti i coriandoli e via a festeggiar­e!

Qui in balera tutti ballano, ridono, sgambettan­o su scarpe profession­ali da TANGO, VALZER, RUMBA, SAMBA e CHA CHA CHA. Un signore che non conosco mi invita a ballare, rispolvero delle vecchie lezioni di ballo liscio e sul finale di un MERENGUE sgambetto anche io con lui. L’orchestra si blocca all’improvviso, io guardo lui e lui guarda me ma non molla la presa (tipica stretta maschia degli uomini di una volta ormai quasi estinta). La cantante annuncia il ballo da non perdere prima della mezzanotte, altrimenti: «PORTASFIGA­AAAA!» dice. Quindi tutti in pista, anche quelli che non ci credono a queste cose e che non avrebbero voluto... io.

Stretta in una morsa mortale, con il bacino slogato, ho finito l’anno 2019 in una LAMBADA senza respiro con il mio ballerino Giovanni, un ottantenne in formissima e con le mani più grandi di quelle di Gianni Morandi. Riflessa sulle paillettes enormi della ballerina di fianco a noi, mi accorgo che sto ridendo e che sembro parecchio felice.

Ora faccio anche io un post che vi farà capire chi avete lasciato a casa... tsè!

Buon 2020.

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