NEWS Poste Italiane e l’arte nei borghi
I piccoli borghi italiani si spopolano, ma c’è chi va in controtendenza: Poste Italiane non abbandona il territorio e promuove l’arte
C’è un’Italia di cui poco si parla e che rischia di sparire. È quella dei migliaia di piccoli borghi disseminati per tutto il territorio ammalati di spopolamento, un’emorragia difficile da arrestare se non curata. Secondo lA’ nci, Associazione nazionale comuni italiani, dal 1971 al 2015 tantissimi comuni hanno perso oltre la metà dei loro residenti: 115 hanno visto scappare più del 60% degli abitanti; alcuni, come Roio del Sangro, Chieti, addirittura l’80.
E più i giovani se ne vanno, più si tende a disinvestire nel territorio. Ma c’è chi fa scelte in controtendenza. Come Poste Italiane che non chiuderà alcun ufficio postale nei piccoli comuni, quelli fino a 5 mila abitanti, sostenendo così la crescita e lo sviluppo di questi luoghi. A Sindaci d’Italia, una convention organizzata proprio da Poste, il premier Giuseppe Conte ha commentato: «Sono piccoli comuni depositari di storia e cultura, nei quali abitano oltre 10 milioni di italiani, di cui 1 milione di ragazzi under 15. Noi come governo dobbiamo fare di più sul fronte infrastrutture e colmare il gap tecnologico». Il piano di Poste – che aderisce all’United Nations Global Compact (Ungc), il patto mondiale dell’Onu, sottoscritto da aziende provenienti da 160 Paesi, per promuovere condotta etica e business responsabili – comprende tanto altro, nel segno della sostenibilità: l’avvio di programmi di educazione finanziaria e digitale, POS gratuiti ai comuni, l’uso di mezzi green per il recapito della posta. E poi Paint, un progetto di 36 murales che decorano gli uffici postali, 15 di questi sulle pareti di uffici piccoli e piccolissimi per portare l’arte in strada e rinnovare l’aspetto urbano di borghi e città.