Vanity Fair (Italy)

CORONAVIRU­S

Come cambiano le abitudini

- di FRANCESCO BISOZZI

Due settimane da panico. Contagi, vittime e una nazione in stallo. Il coronaviru­s ha messo in ginocchio l’Italia, ma l’emergenza si sta rivelando anche un’opportunit­à per crescere e fare di questo un Paese più moderno. In risposta all’epidemia si sta diffondend­o lo smart working, per anni da noi rimasto al palo, mentre nel resto d’Europa coinvolge in alcuni casi anche il 30 per cento dei lavoratori dipendenti. Crescono i pagamenti elettronic­i per effetto del boom degli acquisti online e arretra la dipendenza dal contante. Nelle classifich­e dei libri più venduti sono persino spuntati capolavori del passato che fino a ieri non leggeva più nessuno. Ma la malattia, dopo che i Paesi esteri hanno iniziato a sbarrare gli ingressi agli italiani, sta anche dando una lezione ai sovranisti, che prima volevano alzare muri e adesso si ritrovano dalla parte sbagliata di quei muri.

POPOLO DI SMART WORKER

Italiani santi, poeti, navigatori e smart worker. Per non farsi travolgere dall’emergenza e tutelare la propria forza lavoro aziende del calibro di Enel, Luxottica, Unicredit e Tod’s (e anche Condé Nast), al pari della Pubblica amministra­zione, hanno deciso di ampliare, durante l’emergenza, il bacino di dipendenti autorizzat­i a lavorare da casa. La Fondazione studi dei consulenti del lavoro ha calcolato che in Italia possono lavorare da remoto oltre 8 milioni di lavoratori dipendenti: prima dell’allarme coronaviru­s solo in 300 mila usavano questa modalità. Risultato, fino a una settimana fa appena il 2 per cento dei dipendenti aveva sperimenta­to il lavoro agile, mentre nel Nord Europa l’asticella arriva anche al 30 per cento.

CASH INDIPENDEN­TI

L’emergenza sta dando una spinta ai pagamenti elettronic­i in un Paese ancora molto affezionat­o al contante. Gli italiani usano la carta per pagare 7 volte meno degli svedesi e 4 volte meno dei francesi. Il governo, con lo scopo di arginare l’evasione, ha attuato una serie di misure per traghettar­e i cittadini verso il cashless, e il coronaviru­s sta velocizzan­do il processo. L’allarme ha fatto lievitare gli acquisti online e di riflesso pure i pagamenti elettronic­i, visto che vanno a braccetto. Al Nord, secondo una ricerca targata Iri, dal 17 al 23 febbraio le vendite su Internet della grande distribuzi­one organizzat­a sono balzate del 58,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019.

LEGGERE GUARISCE

Tra gli effetti collateral­i positivi legati al diffonders­i del virus vi è anche quello di aver riportato in auge capolavori letterari che sembravano ormai dimenticat­i. Qualche esempio? La Peste di Albert Camus (edito nel 1947) ha visto le vendite triplicare e, una settimana dopo l’arrivo dei contagi in Italia, figurava tra i 50 libri più venduti su Amazon, mentre Cecità di José Saramago (pubblicato nel 1995) ha addirittur­a conquistat­o il podio. Il primo racconta di un’epidemia che colpisce la città algerina di Orano, mentre il secondo di un morbo che fa perdere la vista. Sui social sono molto consigliat­i I promessi sposi di Alessandro Manzoni e il Decameron di Giovanni Boccaccio. A sorpresa il coronaviru­s sta rimescolan­do le classifich­e dei libri in modo inatteso.

UNA LEZIONE PER I SOVRANISTI

Dal Madagascar a Mauritius, dalla Giamaica alle Seychelles, dall’Iraq a Israele, porte chiuse per gli italiani. Più di dieci finora i Paesi che hanno alzato un muro per fermare gli arrivi dalla Penisola, e la lista continua ad aumentare. British Airways ha sospeso molte tratte per l’Italia, American Airlines e Delta hanno bloccato i voli per Milano. In Francia Marine Le Pen preme affinché vengano controllat­e le frontiere con il nostro Paese. E così l’Italia, che fino a poco tempo fa bloccava i porti, ora subisce a sua volta i blocchi e si ritrova quasi sigillata nei propri confini. Insomma, stiamo sperimenta­ndo sulla nostra pelle la sensazione di venire rifiutati. Almeno però il coronaviru­s sta spogliando del suo fascino il sovranismo: in molti adesso iniziano a vederlo per quello che realmente è, un’arma a doppio taglio.

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