CARRIE E LE SUE SORELLE
Arriva la stagione finale di HOMELAND, ma continua il trend delle serie sul Medio Oriente. Tra nuovi Gesù e super spie
Homeland
Dal 9 marzo su Fox, ottava e ultima stagione della serie che per prima ci ha fatto conoscere il mondo arabo, al netto delle critiche per come rappresentava i musulmani. L’agente della Cia Carrie Mathison (Claire Danes, sopra) è reduce da un periodo di prigionia in
Russia (sotto tortura e senza le medicine per il disturbo bipolare) e viene ingaggiata per un’ultima missione: andare in Afghanistan (dove era già stata nella stagione quattro) per facilitare le fine della guerra attraverso un trattato di pace con i talebani.
Messiah
Se nel 2019 un uomo (il belga Mehdi Dehbi nei panni di Al-Masih) arrivasse in Israele e poi in Usa dicendo di essere un profeta, e si costruisse un seguito anche con i social media, sarebbe accolto come la reincarnazione di Gesù oppure scambiato per un cialtrone truffatore? È questa la trama della serie che si svolge dai campi profughi in Siria al Texas delle grandi chiese passando per Israele e Washington. Su Netflix.
Jinn
La prima serie originale araba di Netflix, girata in Giordania, ha suscitato polemiche: il ministro dell’Interno giordano ne ha chiesto la chiusura, bollando alcune scene (una ragazza che bacia due ragazzi, per esempio) come «degrado morale». La storia: liceali in gita a Petra vengono in contatto con forze soprannaturali. «Jinn» indica esseri spirituali, pilastro del folklore pre-islamico e della mitologia islamica.
The Spy
La vera storia di Eli Cohen (Sasha Baron Cohen), la più famosa spia israeliana che negli anni ’60 si infiltra nell’élite della Siria con il nome di Kamil Thabit, ricchissimo commerciante, e diventa persino amico di Amin Al-Hafiz. Grazie a un colpo di stato, nel 1963 Al-Hafiz diventa presidente della Siria e offre a Cohen il posto di vice ministro della difesa. Cohen verrà smascherato prima di poter accettare. Su Netflix.