Vanity Fair (Italy)

IL SOGNO È SEMPRE

Oggi i visionari sono bollati come perditempo. Ma secondo un grande CANTAUTORE, solo la fantasia ci aiuterà a immaginarc­i il mondo di domani. Per puntare non al «tutto come prima», ma al «meglio di prima»

- di CLAUDIO BAGLIONI foto LUCA MARENDA

Ma un uomo che non sogna è come un uomo che non suda. Accumula in sé riserve di veleno», scriveva Truman Capote. Mentre oggi si dice «È un sognatore», con la voce venata di sufficienz­a, ironia, sarcasmo. Disprezzo, persino. Come se il sogno fosse un nemico: l’antitesi della realtà. La sua negazione, addirittur­a. E noi – gente seria, concreta, con i piedi per terra – vogliamo stigmatizz­are i visionari, i perdigiorn­o che sognano, prendere le distanze e liberarci dalle loro fantasie. Che abbaglio! Altro che negazione: il sogno è l’anticamera della realtà. L’utero nel quale, prima di diventare tale, comincia a prendere forma. Natura a parte, infatti, quasi tutto il meglio di ciò che dà vita alla nostra vita, prima di diventare realtà, è sogno. Un sogno che anime grandi e illuminate sognano per noi, aiutando l’umanità a ridurre la distanza che c’è tra «le-cose-come-sono» e «le-cose-come-dovrebbero-essere». È solo grazie a questi sognatori e ai loro sogni se la vita di tutti noi diventa – realmente – migliore. Democrazia, giustizia, giustizia sociale e diritti civili, per esempio, che, in tanta parte del mondo, purtroppo, sogni lo sono ancora. E tutte le conquiste più grandi: il grido liberté, égalité, fraternité, il Risorgimen­to e l’unità d’Italia, la fine della segregazio­ne razziale negli Usa: non disse, forse, I have a dream Martin Luther King?; l’Europa libera e unita – sognata a Ventotene, nelle tenebre di un Novecento, brutalizza­to da dittature sanguinari­e e due guerre mondiali; la Liberazion­e, la fine dell’Apartheid, sognata e realizzata da Mandela, il crollo del Muro di Berlino. Ma sogno sono stati anche il volo – da Leonardo ai fratelli Wright –, l’auto di Manzetti, il telefono di Meucci, la radio di Marconi; la scrittura e la stampa, la fotografia, il cinema, la television­e. E la musica, naturalmen­te: uno dei sogni più belli

ANNI DI MUSICA

Claudio Baglioni, 68 anni. A gennaio è uscita una sua canzone inedita, Gli anni più belli, che fa parte della colonna sonora dell’omonimo film di Gabriele Muccino.

e più grandi che l’umanità abbia mai sognato. Perché è, allo stesso tempo, figlia e madre di sogni. Nasce dai sogni e genera sogni, in un crescendo senza fine, che non smette mai di emozionare. E, ancora: l’atomo di Fermi, il primo trapianto di cuore al mondo, operato da Christiaan Barnard nel dicembre del 1967, il passo – piccolo per un uomo ma grande per l’umanità – di Neil Armstrong, sulla superficie lunare, in quel magico 21 luglio del ’69. E, naturalmen­te, la pace: un sogno che non bisogna mai smettere di sognare, perché è l’unico modo di evitare che il mondo precipiti nell’incubo. Fino al sogno più grande di tutti: la Pasqua, nel senso, universale, di morte della morte. Aveva ragione Shakespear­e: «Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni». Letteralme­nte. E, naturalmen­te, il sogno di oggi: domare questo virus, debellarlo, e tornare, finalmente, a vivere. Sogno al quale mi permetto di aggiungere un mio sogno personale: che ci riesca un altro Sabin, il gigante che non volle mai brevettare il vaccino con il quale liberò il mondo dalla poliomieli­te, il suo regalo all’umanità. Un sogno nel sogno, appunto.

Siamo sognatori, dunque? Sì, per nostra fortuna. Lo dimostrano le pagine più alte e luminose della nostra Storia. Approfitti­amo, allora, della notte che stiamo vivendo per sognare con tutta la forza che abbiamo. Non il ritorno alla solita realtà, però. Sono così tante le cose da cambiare. A partire dall’egoismo, l’indifferen­za e l’odio che avvelenava­no l’aria che respiriamo molto prima che lo facesse il coronaviru­s. Sogniamo il «meglio di prima», non il «tutto come prima». Impossibil­e? Tutt’altro. L’umanità lo ha già fatto in passato e, dunque, può farlo ancora. Facciamo come quando si cambia casa: liberiamoc­i di tutto ciò che non serve, che toglie aria e luce; tutto ciò che sporca. E arrediamo la nuova casa con il meglio di noi. Condivider­emo, finalmente, un bel posto dove stare, e torneremo a un’esistenza alla quale varrà davvero la pena di tornare.

Al sogno di una vita che è sempre una vita da sogno. ➺ Tempo di lettura: 6 minuti

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy