Vanity Fair (Italy)

L’EQUILIBRIO DELL’IMMAGINAZI­ONE

Nei sogni di queste settimane abbiamo conosciuto i limiti della nostra psiche e abbiamo imparato a superarli. Per ricomincia­re a vivere sarà importante tenere conto delle lezioni di questi giorni. Siamo una parte del tutto e dobbiamo imparare a RISPETTARE

- Di BIAGIO ANTONACCI foto LUCA BABINI

Isogni sono quella cosa che nel mondo di ieri e in quello di domani sono stati e saranno sempre una via di fuga dalla tua famiglia, dalla tua religione, dal tuo sesso e dalla tua natura. Il sogno si espande e ti porta a conoscere realtà che mai avresti toccato. Nei sogni siamo stati tutti vincenti e perdenti, eroi o pusillanim­i. Abbiamo volato e siamo precipitat­i. Siamo stati onnipotent­i e debolissim­i. Abbiamo conosciuto la parte migliore e peggiore della nostra essenza. Nei sogni abbiamo perso le nostre paure e a volte persino la nostra identità. Siamo stati uomini e siamo stati donne. Siamo stati bambini e siamo stati anziani. Abbiamo fatto l’amore con persone con cui forse l’amore non lo faremo mai. Abbiamo portato la nostra personalit­à in ambienti altrimenti impercorri­bili in maniera diversa, attraversa­ndo uno stato d’animo molto vicino a quello di questi giorni. Siamo in un brutto sogno. Ci svegliamo e subito ci rendiamo conto che non possiamo incontrare quella persona che sta a pochi aliti dalla nostra vita. Abbiamo appoggiato carne, ossa e chili in un angolo delle nostre case, messo il nostro corpo in stand-by e spinto la testa a frequentar­e tutti quelli che sono fuori dalla nostra prigione. È un salto senza rete che in questo periodo ci ha richiesto fantasia e necessità di superare i nostri limiti. Un volo che ci ha fatto conoscere la forza della nostra mente e ci ha fatto scoprire oasi inesplorat­e della nostra immaginazi­one. Possiamo sognare a occhi aperti e fare i conti con quelli che siamo davvero o crediamo di essere, con i nostri obiettivi e le nostre aspirazion­i: una casa, una terra da coltivare, un amore. Poi c’è il sogno a occhi chiusi, quello in cui si danno la destra coscienza e incoscienz­a e non sappiamo a dire il vero se oggi siano più accessibil­i i primi o i secondi. Se abbiamo sconfinato in un ambito che avremmo fatto meglio a non valicare, in una realtà che credevamo di imprigiona­re e che ci ha fatto prigionier­i, noi che credevamo di essere domatori e siamo stati domati, noi che siamo riusciti a depauperar­e un patrimonio naturale che ora forse ci presenta il conto. Che diritto abbiamo avuto? Che prezzo paghiamo? Che cosa siamo noi esseri umani adesso? La parte peggiore del nostro passato o quella migliore del nostro futuro? E dove è l’equilibrio del futuro? Forse in una libertà sostenibil­e. In una libertà che tenga conto della sofferenza e di un purgatorio da attraversa­re con il buon senso. Abbiamo capito che possiamo vivere con molto meno. Consumare quello che c’è. Non creare rifiuti. Non pretendere di mangiare le fragole a gennaio. Avremo nuovi modi per produrre ricchezza e non potranno non tener conto della lezione di queste settimane. Se saremo sordi, sarà stato tutto inutile. Perdere questa occasione sarebbe l’ennesimo delitto. Una lacrima da coccodrill­o in più da aggiungere a quelle vere, quando sembrano non esistere più fazzoletti disposti ad asciugarle.

QUI PIANETA TERRA

Biagio Antonacci, 56 anni. L’ultimo album del cantautore milanese è Chiarament­e visibili dallo spazio.

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