L’EQUILIBRIO DELL’IMMAGINAZIONE
Nei sogni di queste settimane abbiamo conosciuto i limiti della nostra psiche e abbiamo imparato a superarli. Per ricominciare a vivere sarà importante tenere conto delle lezioni di questi giorni. Siamo una parte del tutto e dobbiamo imparare a RISPETTARE
Isogni sono quella cosa che nel mondo di ieri e in quello di domani sono stati e saranno sempre una via di fuga dalla tua famiglia, dalla tua religione, dal tuo sesso e dalla tua natura. Il sogno si espande e ti porta a conoscere realtà che mai avresti toccato. Nei sogni siamo stati tutti vincenti e perdenti, eroi o pusillanimi. Abbiamo volato e siamo precipitati. Siamo stati onnipotenti e debolissimi. Abbiamo conosciuto la parte migliore e peggiore della nostra essenza. Nei sogni abbiamo perso le nostre paure e a volte persino la nostra identità. Siamo stati uomini e siamo stati donne. Siamo stati bambini e siamo stati anziani. Abbiamo fatto l’amore con persone con cui forse l’amore non lo faremo mai. Abbiamo portato la nostra personalità in ambienti altrimenti impercorribili in maniera diversa, attraversando uno stato d’animo molto vicino a quello di questi giorni. Siamo in un brutto sogno. Ci svegliamo e subito ci rendiamo conto che non possiamo incontrare quella persona che sta a pochi aliti dalla nostra vita. Abbiamo appoggiato carne, ossa e chili in un angolo delle nostre case, messo il nostro corpo in stand-by e spinto la testa a frequentare tutti quelli che sono fuori dalla nostra prigione. È un salto senza rete che in questo periodo ci ha richiesto fantasia e necessità di superare i nostri limiti. Un volo che ci ha fatto conoscere la forza della nostra mente e ci ha fatto scoprire oasi inesplorate della nostra immaginazione. Possiamo sognare a occhi aperti e fare i conti con quelli che siamo davvero o crediamo di essere, con i nostri obiettivi e le nostre aspirazioni: una casa, una terra da coltivare, un amore. Poi c’è il sogno a occhi chiusi, quello in cui si danno la destra coscienza e incoscienza e non sappiamo a dire il vero se oggi siano più accessibili i primi o i secondi. Se abbiamo sconfinato in un ambito che avremmo fatto meglio a non valicare, in una realtà che credevamo di imprigionare e che ci ha fatto prigionieri, noi che credevamo di essere domatori e siamo stati domati, noi che siamo riusciti a depauperare un patrimonio naturale che ora forse ci presenta il conto. Che diritto abbiamo avuto? Che prezzo paghiamo? Che cosa siamo noi esseri umani adesso? La parte peggiore del nostro passato o quella migliore del nostro futuro? E dove è l’equilibrio del futuro? Forse in una libertà sostenibile. In una libertà che tenga conto della sofferenza e di un purgatorio da attraversare con il buon senso. Abbiamo capito che possiamo vivere con molto meno. Consumare quello che c’è. Non creare rifiuti. Non pretendere di mangiare le fragole a gennaio. Avremo nuovi modi per produrre ricchezza e non potranno non tener conto della lezione di queste settimane. Se saremo sordi, sarà stato tutto inutile. Perdere questa occasione sarebbe l’ennesimo delitto. Una lacrima da coccodrillo in più da aggiungere a quelle vere, quando sembrano non esistere più fazzoletti disposti ad asciugarle.
QUI PIANETA TERRA
Biagio Antonacci, 56 anni. L’ultimo album del cantautore milanese è Chiaramente visibili dallo spazio.