IL CIELO IN UNA STANZA
«Scosti la tenda completamente e la luce ti inonda il viso, indossi gli occhiali da sole e capisci che la vacanza ti aspetta appena sotto casa»
L’idea di uscire ti spaventa e ti seduce. Scosti piano le tende. Le odi, ma in questi giorni ti hanno consolato e forse protetto. Pensi a loro come a una grande mascherina. Le scosti e guardi la piazza e, nella piazza, i quadrati di luce e ombra, proiezioni di terrazze, tetti e comignoli spenti, l’aria è tiepida, leggera nonostante tutto. La piazza è a scacchi, così come a scacchi è il tuo braccio. La luce del sole si ferma sul telaio di legno della finestra e viene deviata dal vetro. Riflessione, rifrazione, non lo ricordi. Sei come la piazza, senza essere in piazza. Scendere è possibile, ma non restarci, non camminare, non seguire la luce, di panchina in panchina, come si segue per gioco qualcuno che profuma di fiori e di estate sperando che ti porti chissà dove. Ciò che è cambiato, ciò che più vorresti avere, è la disponibilità della luce. Improvvisamente ti osservi le braccia e ti porti le mani al viso, quasi le mani potessero vedere, e ti preoccupi. Cosa sarà della tua pelle che è stata al chiuso per più di un mese? Passi per la ricrescita, ma la pelle? Ricordi quella delicatissima di tua zia monaca, la sorella di tuo nonno, in convento, era color del latte. Più di certe eroine dei romanzi dell’Ottocento. Così improvvisamente, pensando alle creme protettive, capisci che è cambiata l’idea di sole, di mare, forse addirittura di vacanza. E non ti importa, la vita funziona così, le cose cambiano. E, incredibilmente, oggi, questo cambiamento, questa possibilità di cambiamento, ti dà allegria. Metterai la crema solare per andare al mare, come ogni anno, sul viso e sul corpo, partirai dalla protezione cinquanta per arrivare chissà dove. La scala delle protezioni ti dà un piccolo senso di vertigine, sorridi. Metterai la crema solare anche per uscire di casa, e questo gesto, semplicemente, trasformerà il tuo uscire di casa quasi in una vacanza. Così, guardi la piazza e vorresti avere l’immaginazione per vederla inondata. Ci provi, ma non riesci a visualizzare le onde. Se però ti concentri, e stringi gli occhi, come per mettere a fuoco, in effetti, la piazza è una piscina. Scosti la tenda completamente e la luce ti inonda il viso, indossi gli occhiali da sole e capisci che sì il mare, la piscina, la montagna, la vacanza insomma ti aspetta appena sotto casa, nella piazza, nelle strade dove ti muovi per fare la spesa e per correre, quando la pigrizia non ti schianta. Eh sì, questo ti dice la luce.