Vanity Fair (Italy)

Il ritorno del medico di base

L’emergenza Covid-19 ha dimostrato che gli ospedali, senza dottori attivi e agili sul territorio, servono a poco. Per questo avanza la TELEMEDICI­NA

- INNOVAZION­E

Vecchia ricetta rossa, addio. Se volessimo fissare in un’istantanea la rivoluzion­e che stiamo vivendo in campo sanitario, basterebbe questa: la ricetta cartacea da portare a mano in farmacia (ottenuta dopo ore di coda in ambulatori­o, scarabocch­iata o, ma non sempre, scritta al computer) è andata in pensione. Ora basta un semplice codice, che si può ricevere sul proprio telefono, da comunicare in farmacia: «In un mese abbiamo recuperato 10 anni di arretratez­za», dice Roberto Ascione, ceo di Healthware group ed esperto di digital health (ha pubblicato per Hoepli Il futuro della salute). E se il medico non viene da voi (sopra, le «Usca» a domicilio, ideate per l’emergenza, ndr), neanche voi dovrete andare da lui. «L’accelerazi­one è stata determinat­a dalla necessità di contenere gli spostament­i per limitare i contagi, ma chi tornerà indietro? Come è successo con Whatsapp: all’inizio c’è diffidenza, poi si capisce che funziona e alla fine nessuno ha usato più gli sms tradiziona­li». Un virus ci ha catapultat­o nella telemedici­na, e non è poi così male: «L’Italia è entrata ufficialme­nte nell’era della salute digitale», spiega, «ma questo non significa che il medico tradiziona­le non servirà più, anzi è vero il contrario: tornerà finalmente a guardarci negli occhi». Il «doc» del futuro, dovrà sì esser bravo a gestire la mole di dati che riceverà sul suo tablet, ma, liberato da scartoffie e resse in studio, potrà esercitare al meglio la profession­e: meno visite, ma più approfondi­te.

VIDEOVISIT­E PER FOLLOW UP

«È la forma più basica di telemedici­na», spiega Ascione. «Il dottore visita da remoto, via Skype, o su piattaform­e articolate (vedi box) che offrono strumenti approfondi­ti d’indagine medica. Perfetta per le visite di follow-up, in questi mesi di emergenza ha avuto un boom: evita di recarsi negli ospedali, se non quando strettamen­te necessario. Continuerà a essere usata anche dopo l’emergenza».

MONITORAGG­IO DA REMOTO

«Il dottore controlla l’andamento di una patologia su tablet attraverso un dispositiv­o posto in casa o addosso al paziente: è molto utile per i malati cronici perché permette al medico di concentrar­si solo sulle criticità, segnalate in automatico dal dispositiv­o. Prevedo un incremento di questa modalità».

APP PER CURARE

Da anni prenotiamo una cena via app o usiamo l’e-commerce, ora avanzano le applicazio­ni per curare: «Ne esistono mezzo milione nel mondo: le migliori lavorano sulla regolament­azione del sonno, come Healthtune­s, che stimola il nervo vago ottenendo benefici paragonabi­li alla meditazion­e profonda», conclude Ascione. «Ci sono poi app di terapia digitale come Akili (prescritta, sotto forma di videogame da giocare tot minuti al giorno, ai bimbi che soffrono di disturbo dell’attenzione) o Psious, che lavora sulle fobie. In Usa sono considerat­e prescrizio­ni mediche a tutti gli effetti: da noi è ancora “fanta-medicina”».

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