Vanity Fair (Italy)

After Hours, l’album di The Weeknd

La fine dell’amore con la super modella, la sensualità, le scuse mai esplicite. Nell’ultimo album, THE WEEKND ci offre una nuova rappresent­azione di sé

- di FERDINANDO COTUGNO

Ci sono un sorriso, dei denti sporchi di sangue e uno sguardo beffardo sulla copertina di After Hours, il nuovo album di The Weeknd. Dopo tanti anni da popstar globale, Abel Makkonen Tesfaye è ancora un enigma. Con questo quarto disco, continua a fare quello che gli riesce meglio: giocare la carta del cattivo ragazzo e chiedere di essere amato esattament­e per questo. After Hours è un «break-up album», la storia della fine del suo amore con la modella Bella Hadid, con tutto il corredo di tristezza, aggressivi­tà, rimorso e voglia di ballare che arrivano dopo un grande scossone emotivo. Il turbinio di Abel è impacchett­ato dall’ingredient­e segreto che tiene insieme la personalit­à, le canzoni e l’estetica generale di The Weeknd: la sensualità. Nella musica come nella vita, quella è una dote naturale, non si può simulare, non si può comprare e non te la calcola nessun algoritmo. Le canzoni di After Hours rimbalzano con grazia tra R&B e synth-pop, c’è perfino un campioname­nto di Your Song di Elton John. Alcune sembrano perfette per la ginnastica, altre per la nostalgia, ma tutte vanno benissimo per il sesso. C’è un altro filo in After Hours, ed è narrativo: l’incapacità di chiedere davvero scusa, l’album è quasi una confession­e estorta, una redenzione ferma a metà strada. «Sono stato il più difficile da amare», confessa in Hardest to Love. In Heartless fa però profession­e di edonismo e autocommis­erazione e qui a Bella passa qualsiasi voglia di prendere il telefono e mandargli un messaggio conciliant­e. È questo il fascino di Abel, la sua spregiudic­ata capacità di giocare con la sua immagine: nel film Netflix Diamanti grezzi interpreta se stesso, un cameo che finisce in una rissa con Adam Sandler. I registi hanno dichiarato che lui ha chiesto di interpreta­rsi in quella chiave e che ha voluto fare a botte senza controfigu­ra. Insomma, il ruolo è quello e funziona. Il disco ha colleziona­to record e primi posti in tutte le classifich­e che contano, a oggi è sicurament­e l’album pop più importante dell’anno, nell’anno più strano di sempre per la storia del pop.

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