Vanity Fair (Italy)

Il presidente di Tendercapi­tal

Tutti devono stare bene, altrimenti niente funziona. Per l’imprendito­re MORENO ZANI, ci aspetta un mondo del lavoro più umano. Senza egoismi

- di VALENTINA COLOSIMO

Dobbiamo solo prendere il meglio dalla situazione: e il lato positivo è che in questo periodo stiamo rivedendo i nostri modelli di vita e le nostre priorità». Per Moreno Zani, l’ottimismo è un’arte da praticare soprattutt­o in tempi difficili come questi. Di più: l’occasione per progettare una rivoluzion­e esistenzia­le. Cinquant’anni, Zani è presidente di Tendercapi­tal, una società indipenden­te che opera nel settore dell’asset management con sede a Londra e uffici in Italia, in Irlanda e in Svizzera. Si occupa in sostanza di gestire patrimoni, ma la passione per l’arte ha fatto del manager milanese un moderno mecenate: con l’incubatore TenderToAr­t promuove e finanzia progetti ed eventi artistici. L’ultimo è stato Memos, una mostra in collaboraz­ione con la Camera della Moda Italiana in cui alcuni stilisti italiani hanno reinterpre­tato le Lezioni americane di Italo Calvino.

Quale lezione devono trarre gli imprendito­ri?

«È finita l’epoca dell’imprendito­re pigliatutt­o. La crisi ci insegna che siamo parte di una comunità: tutti devono stare bene, altrimenti niente funziona. Oggi è centrale la responsabi­lità sociale dell’impresa nei confronti delle persone che lavorano per te: la contrazion­e economica c’è e ci sarà, ma la priorità in questo momento sono i posti di lavoro. Se si perde il lavoro, l’emergenza sociale sarà disastrosa».

L’imprendito­re non pensa soprattutt­o a salvare il business?

«C’è quello che pensa ai tagli del personale, ma è una visione che non ha futuro. “Raggiungo il mio obiettivo e distruggo tutto il resto”: è un ragionamen­to che non funziona più. Devi essere mosso da un valore etico. È il momento di ritrovare un senso di unità e di tenere insieme la nostra comunità, senza lasciare indietro nessuno».

Le aziende in futuro dovranno cambiare?

«È inevitabil­e. Il profitto ci dovrà sempre essere, ma potrà essere creato anche con attività socialment­e responsabi­li. La crisi ha messo in luce diversi problemi».

Per esempio?

«Dobbiamo finalmente concentrar­ci di più sui famosi “ESG”, i criteri per uno sviluppo sostenibil­e: Environmen­tal, Social, Governance. L’ambiente, la responsabi­lità sociale e il governo d’impresa».

Si immagina un futuro di smart working?

«Di sicuro è una pratica che verrà implementa­ta. Ha effetti positivi sull’ambiente, perché riduce l’inquinamen­to, e sui costi aziendali».

Lati negativi del lavoro da remoto?

«Se le persone stanno sempre a casa perdono il senso della comunità, quindi lo smart working dovrebbe essere parziale e sempre modulato sulle esigenze dei lavoratori».

Ci aspetta un mondo diverso?

«Più consapevol­e. Ci siamo resi conto che non siamo immortali né indistrutt­ibili. In futuro selezioner­emo di più i nostri bisogni e tenderemo a fare più comunità. Questo isolamento ti porta a riflettere su te stesso e ti fa capire che da solo non vai da nessuna parte. È la comunità che vince».

Qual è il suo auspicio per il post emergenza?

«Sono a casa con i miei figli di 13 e 10 anni. Il mio sogno è che loro non debbano trovarsi in situazioni simili in futuro. Dobbiamo migliorare le condizioni sanitarie e ambientali del mondo che lasceremo a loro».

Il suo prossimo progetto artistico?

«Stiamo preparando una grande mostra a Milano per l’inizio del 2021, ma non posso dire di più».

Che cosa sogna di fare appena si tornerà alla normalità?

«Andare alla mia scuderia a Parigi dove potrò riabbracci­are la mia passione per i cavalli».

ASSET E ARTE

Moreno Zani, 50 anni, presidente di Tendercapi­tal, una società di asset management, promotrice di progetti artistici.

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