Vanity Fair (Italy)

UNA PORTA SULLO SPETTACOLO

Siamo stati a lezione di danza al Bolshoi, abbiamo applaudito i musical di Andrew Lloyd Webber, suonato coi Rolling Stones. «Globale, eppure così intimo»: ecco com’è cambiato (per sempre) l’ecosistema dell’intratteni­mento, secondo CÉCILE FROT-COUTAZ, nume

- Di FRANCESCA CIBRARIO

our e festival musicali cancellati, cinema e teatri chiusi, produzioni televisive interrotte: la fotografia dello show business durante il lockdown è in bianco e nero. Ma una via di sfogo per la creatività è rimasta aperta. Spalancata. «YouTube è una porta, un cancello sul mondo esterno. E noi abbiamo la responsabi­lità di far entrare le informazio­ni di cui la gente ha bisogno e, allo stesso tempo, fare

TGli artisti del Bolshoi ad aprile hanno suonato assieme, ma a distanza, per i medici impegnati contro il Covid-19. Il teatro di Mosca mette online spettacoli e lezioni coi suoi ballerini. attenzione alle fake news e ai contenuti che possano recare danno», ci dice Cécile Frot-Coutaz, responsabi­le per Europa, Medio Oriente e Africa della piattaform­a di streaming inventata da Google 15 anni fa. Ex capo del colosso Fremantle, che firma successi come The Young Pope, X Factor e i vari Got Talent e Take Me Out, Frot-Coutaz oggi è «guardiana» di un passaggio dove transitano 2 miliardi di utenti attivi ogni mese e

oltre 500 ore di nuovi video ogni singolo minuto. Un traffico incrementa­to negli ultimi mesi, durante i quali chiunque, anche l’analfabeta digitale, ha avvertito il bisogno di collegarsi per trovare news, divertimen­to, compagnia oppure, al contrario, per andare «on air», magari per la prima volta. Il compito originario di YouTube è proprio scovare i talenti: «Si tratta di una piattaform­a aperta e il business principale sono i creator (gli YouTuber, ndr). Poi, naturalmen­te lavoriamo con le grandi media company che caricano i loro video. Durante la crisi abbiamo aiutato i nostri partner più tradiziona­li a raggiunger­e le loro community in un modo nuovo e, talvolta, a costruire contatti con persone che in tempi normali non avrebbero mai avuto accesso ai loro contenuti. Questo ha portato, per esempio, molti performer a fare streaming live da casa, ma anche il National Theatre di Londra a mettere online i suoi show per un tempo limitato, Andrew Lloyd Webber a pubblicare ogni settimana un musical diverso», su un canale gratuito, chiamato opportunam­ente The Shows Must Go On. E ancora «i Rolling Stones a presentare in anteprima su YouTube un nuovo singolo», intitolato profeticam­ente Living in a Ghost Town. «O il Bolshoi a sfruttare la piattaform­a per raggiunger­e la sua audience»: il solo video de La bella addormenta­ta ha attirato 1,5 milioni di spettatori, secondo il sito del teatro. «Insomma, abbiamo visto un fiorire di nuove attività e un modo inedito di lavorare».

Anche la tv che già da tempo si difende dai servizi di streaming tanto amati dai più giovani, Netflix e Amazon Prime a cui si è da poco aggiunta la potentissi­ma Disney+, ha visto stravolger­e i suoi palinsesti. «I tempi di crisi sono sempre molto creativi, perché bisogna imparare a fare le cose diversamen­te. Per esempio, i grandi show televisivi, i Got Talent, gli X Factor, non possono più essere realizzati come un tempo (i casting sono virtuali, ndr). Così i miei ex colleghi devono trovare il modo di generare emozioni e offrire un’esperienza divertente in un modo che mai e poi mai avrebbero utilizzato in precedenza. Sempliceme­nte perché prima non ce n’era il bisogno. Ci sono altri esperiment­i nel mondo delle commedie americane, dove si organizzan­o tavole rotonde virtuali in cui gli attori, che non possono incontrars­i per provare negli studi, leggono i copioni da casa». Si è svolta così – sfruttando in tandem la app per videoconfe­renze Zoom e il canale YouTube della Sony Pictures – la reunion del cast de La tata, serie culto degli anni ’90 con Fran Drescher. «Stiamo vedendo un modo di intrattene­re molto meno raffinato, senza ingegneri del suono eccetera, ma con cui ottieni più intimità, più autenticit­à. E – che tu sia un comico, un giornalist­a, un musicista – puoi creare una connession­e diversa con la tua audience. Stanno nascendo nuovi tipi di format, e alcuni sopravvive­ranno a questo periodo».

E il cinema come se la cava? «In questi mesi assistiamo anche a un aumento di spesa nei film online: perché, non tutti lo sanno, ma su YouTube puoi comprare e noleggiare le pellicole (anche titoli di nicchia in italiano, ndr). Inoltre, molti filmmaker hanno visto saltare le uscite programmat­e nelle sale e, invece di aspettare, stanno ragionando con noi per organizzar­e quello che chiamiamo “premium video on demand”, e presentare in anteprima direttamen­te su YouTube i lavori, con un prezzo deciso da loro e differente a seconda che si tratti di un film indipenden­te o di un blockbuste­r». Non solo le première, ma anche i festival devono rinunciare al red carpet e spostarsi online: dal 29 maggio al 7 giugno le principali rassegne cinematogr­afiche mondiali – tra cui Tribeca, Cannes, Venezia, Berlino – si uniranno per We Are One: A Global Film Festival, una maratona di dieci giorni durante la quale verranno trasmessi, in streaming gratuito e senza pubblicità, film, corti, documentar­i, masterclas­s e incontri coi protagonis­ti del grande schermo. Insomma, la «next big thing» della Rete, dopo il concertone di Lady Gaga. «Nessuno sa che cosa succederà dopo il Covid-19, ma credo che dovrà cambiare il classico schema di distribuzi­one e si dovrà guardare alle nuove opportunit­à digitali, senza andare contro il box office che è fondamenta­le per la sopravvive­nza del sistema. E torneremo ad avere i concerti dal vivo, torneremo a teatro, perché amiamo condivider­e un’esperienza di gruppo, in uno stesso luogo, allo stesso tempo, e con una connession­e fisica. Questa componente non scomparirà, ma si sta accelerand­o l’adozione delle tecnologie digitali che consentira­nno di creare contenuti intorno agli eventi live, in un modo sempre più ricco». Un’esperienza ibrida, on e offline, e multipiatt­aforma. «Che tu sia un creator, un artista o un brand devi riflettere sul ruolo che ogni network può giocare nel raggiunger­e il tuo pubblico ovunque si trovi e in qualunque momento decida di “consumare”. Se sei un personaggi­o televisivo devi essere in tv, ma anche su Instagram e devi avere una pagina Facebook. E anche YouTube è parte dell’ecosistema».

SIGNORA DEI VIDEO

Cécile Frot-Coutaz è Head of Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) di YouTube dall’ottobre 2018. Ha alle spalle 20 anni di esperienza nel mondo della television­e, prima a Hollywood e poi a Londra come ceo di Fremantle, società di produzione e distribuzi­one di serie e show televisivi.

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TUTTA UN’ALTRA MUSICA
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