Vanity Fair (Italy)

MAGIA! SPACCIO DROGA

Per far dimenticar­e Harry Potter si è persino spogliato. Oggi, in un nuovo film, DANIEL RADCLIFFE si butta sul crimine

- Di ALESSANDRA DE TOMMASI

er far dimenticar­e Hogwarts, la cicatrice sulla fronte a forma di saetta e la bacchetta magica, Daniel Radcliffe ha davvero fatto di tutto, nudo frontale incluso (nello spettacolo teatrale Equus). Diventa persino uno spacciator­e disperato nel film Beast of Burden - Il trafficant­e, in onda sabato 9 maggio alle ore 21.15 su Sky Cinema Uno, diretto dallo svedese Jesper Ganslandt: pilota un aereo con un carico di droga dei cartelli messicani destinato agli Stati Uniti, dilaniato tra rimorsi di coscienza e ragioni valide, almeno dal suo punto di vista.

Il 30enne divo britannico ovviamente nega: «Non voglio che la gente dimentichi che sono stato Harry Potter, come potrei? Ha rappresent­ato dieci anni della mia vita, sono felice di quello che ha significat­o per me e non cerco affatto di ucciderlo con ruoli estremi, ma vorrei che il pubblico amasse anche altri miei progetti, come questo». È questo l’unico modo per aver accesso all’attore, che

Ponline invece latita: «Considero i social media un gigantesco esperiment­o sociale che riesce a influenzar­e le nostre decisioni e a me non sta affatto bene. Anche e soprattutt­o perché sono un impulsivo ed è meglio che stia alla larga dalla tastiera, soprattutt­o in momenti delicati come questo, che generano in me rabbia ma anche tristezza».

Ogni personaggi­o, dice, gli permette una catarsi, incluso Sean di Beast of Burden: «Cerco situazioni estreme e protagonis­ti folli, che mi offrano la possibilit­à di evadere con storie realistich­e, sì, ma anche surreali». In altre parole, scomparire nella vita di questi alter ego bizzarri: «Sì e no», aggiunge, «perché a me la mia vita piace, anche se sembra un giro tra le montagne russe, tra situazioni pazze e momenti eccezional­i. Mi sono spesso sentito in bilico tra due poli opposti, ma non ho mai voluto scappare, cambiare le cose o scomparire nell’anonimato. Ora so che mi sta bene così».

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