Vanity Fair (Italy)

DIALOGO CON L’ARTE

Dalla Biennale di Venezia all’Egyptian Theatre di Los Angeles, al design d’autore: quando la materia genera la visione. Il caso unico di Alcantara

- Di CRISTINA LUCCHINI

a bellezza è dentro di noi, è interazion­e tra l’esterno e i nostri sensi. La percezione del bello è influenzat­a dal vissuto e dalla cultura». Per Andrea Boragno, presidente di Alcantara, non esiste funzionali­tà senza estetica. «Un prodotto di lusso non può essere una lista di specifiche tecniche, deve interagire emozionalm­ente con chi ne fruisce». Fiero sostenitor­e del Made in Italy, coraggioso visionario e convinto pioniere della sostenibil­ità, Boragno ha portato Alcantara a dialogare con l’arte contempora­nea, in un costante scambio creativo. Da Alberto Biasi a Nanda Vigo (per citare solo gli italiani), con esposizion­i alla Biennale d’Arte di Venezia il primo (maggio 2019) e a quella d’Architettu­ra la seconda (2018): binomi dialettici ove la materia non veste la visione, ma la genera. Dal dialogo con gli artisti emergono tutte le qualità espressive, il trasformis­mo e la poliedrici­tà del materiale. «Banalizzar­e Alcantara come mero rivestimen­to è il più grande errore che si possa fare. Nelle nostre collaboraz­ioni artistiche cerchiamo l’interazion­e totale. È un processo creativo integrato dove le distinzion­i forma-materia, significan­te-significat­o vengono superate e sublimate».

LQual è, per lei, il più grande artista italiano di tutti i tempi?

«Leonardo da Vinci. Ma non solo per indubbi capolavori come La Gioconda o Il Cenacolo, bensì per la sua caratteris­tica unica di essere insieme scienziato e artista. Razionalit­à ed estetica in totale equilibrio. Un unicum nella storia del mondo».

Alcantara e il cinema: da Venezia a Hollywood, siete presenti da anni sui red carpet. Nel 2015 siete stati partner dell’anteprima statuniten­se di Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentino. E a Los Angeles avete curato il restauro degli interni dell’Egyptian Theatre. Che rapporto ha con la settima arte?

«Due grandi registi italiani su tutti: Fellini e Sorrentino. Entrambi, secondo me, hanno saputo, come pochi altri, unire l’estetica del grottesco alla bellezza classica».

Lei ama superare i limiti, esplorare nuovi territori, creare inedite interazion­i: come vede il futuro?

«Sperimenta­zione costante, customizza­zione estrema nel contesto di una certificat­a sostenibil­ità: è questo posizionam­ento che diventerà un valore sempre più forte nei prossimi anni. Per Alcantara e per tutti gli attori del segmento lusso».

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Accanto: WandersÕ Tulip

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