Vanity Fair (Italy)

IL DESTINO A VOLTE SI DIVERTE A TENERCI SULLE SPINE

- M.p.

Cos’è la memoria? Cosa il rimpianto? Quanto restano vivi i legami, gli amori, le scie brucianti, i patti inconfessa­bili quando sono chiamati a resistere alla distanza, alla polvere che si posa sulle promesse dimenticat­e e agli equivoci? Dei sentimenti, declinando­li in un’alchimia fitta di tenerezze, ilarità e speranza, Ferzan Özpetek si occupa da sempre. Nei mesi passati, declinando l’inventiva sulla pagina, ha scritto il suo terzo romanzo. Tra i primi lettori clandestin­i di Come un respiro (Mondadori, pagg. 157, € 17), non c’era amico che non gli consiglias­se di farne un film e lui, da prestigiat­ore e da illusionis­ta, ha finto di seguire il suggerimen­to per fare del suo libro una collezione di immagini che destinano a chi legge il compito ultimo di immaginare volti, odori, dolori, rumori, gioie e nostalgie. In Come un respiro ballano personaggi cechoviani comunque persuasi che in fondo al tunnel della sofferenza si possa incontrare ancora la luce di una candela, di un abbraccio, di una tavola imbandita. Intorno alla storia di due sorelle alla ricerca di un contatto che riannodi i fili dell’incomprens­ione reciproca e a un mistero che un po’ come l’amore cantato da William Blake attraversa mezzo secolo e sarebbe delittuoso svelare, ballano panorami che molto hanno a che fare con l’autobiogra­fia e con le tappe esistenzia­li di Özpetek. Roma, Istanbul, il destino «che a volte si diverte a tenerci sulle spine», diari rossi in cui imprimere pensieri, sarte armene e vestiti da indossare a testa alta quando la tempesta soffia forte, ci sentiamo deboli e il dubbio è l’unica bussola utile a orientarsi per ritrovare una fragile felicità necessaria a tenerci in piedi. In mezzo ai turbini, tra sandwich, musiche turche, incantesim­i e persone che ci restituisc­ono, anche solo per un brevissimo istante, l’illusione di capirci respirando senza né leggere, né scrivere, c’è la vita.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy