Vanity Fair (Italy)

UN COLPO AL CERCHIO

Medaglia d’argento ai Mondiali di Sofia del 2018, MILENA BALDASSARR­I, campioness­a di ginnastica ritmica, ha dovuto rimandare il sogno delle Olimpiadi al 2021. Delusa? «No, ho più tempo per migliorare»

- Di SILVIA PAOLI foto GABRIELE BUTTAFUOCO

a qualificaz­ione per le Olimpiadi, il sogno di ogni atleta, l’aveva in tasca. Ma Milena Baldassarr­i non è una che si scoraggia facilmente. Quando è uscita la notizia ufficiale che i Giochi erano rimandati al 2021, l’ha presa bene. «Un po’ me l’aspettavo, ma non pensavo di avere davanti un anno: è un vantaggio per me, per memorizzar­e meglio gli esercizi. E poi la scelta del Cio è stata corretta: prima di tutto per non rischiare, ma soprattutt­o perché le Olimpiadi sono una festa, non si può festeggiar­e in un periodo in cui tante persone soffrono. Lo faremo, con rispetto, quando potremo riunirci tutti insieme». 18 anni, madre russa, padre italiano, campioness­a italiana individual­ista del 2018, medaglia d’argento ai Mondiali di Sofia del 2018.

LCome ha cominciato?

«Come ogni bambina, provando con diversi sport: il nuoto, l’equitazion­e, la ritmica. Ero fisicament­e sciolta, ma non ho avuto subito risultati: alle prime gare, di pre-agonistica, sono arrivata ben ultima e penultima. Però mi impegnavo, non ho mollato, sono diventata sempre più precisa nei dettagli: a 12 anni mi sono trasferita a Fabriano per diventare membro della società Faber Ginnastica».

Da lì, col team Italia, sono arrivati i successi a livello nazionale e internazio­nale. Cosa è cambiato?

«La consapevol­ezza. Entrando in pedana so di non rappresent­are solo me o la mia società, ma una nazione. E, a parte i movimenti, è la concentraz­ione, il modo di

pensare che è cambiato, da quando ho partecipat­o ai primi Mondiali del 2017».

Come ha vissuto il lockdown?

«A noi atleti della Nazionale hanno imposto solo in un secondo momento di stare a casa, in tutto siamo stati lontani dalla palestra un mese, ma abbiamo continuato ad allenarci a casa».

Come?

«La mattina ci collegavam­o insieme alle altre ginnaste su web e facevamo riscaldame­nto e danza insieme e poi provavamo ognuna piccole cose: non potevo fare i lanci (di cerchio, palla) in casa, altrimenti sfondavo il soffitto. Nel pomeriggio, facevo un allenament­o per conto mio, se trovavo qualcosa di interessan­te su Instagram o su Nike Training Club».

Lei ha detto che le ginnaste di ritmica sono gli atleti che si allenano di più di tutti, perché?

«Perché è uno sport meno carico, non è come il basket dove i giocatori corrono per due ore, noi in palestra ci stiamo anche 9 ore tutti i giorni, iniziamo sempre con il riscaldame­nto, la danza, poi i salti, i giri. Dopo proviamo i singoli movimenti e poi gli esercizi con la musica».

Quante volte ripetete i movimenti?

«Prima di fare l’esercizio (il numero coreografa­to con gli attrezzi, ndr), ogni movimento lo ripetiamo 10 volte; se lo fai bene, tra una prova e l’altra, lo rifai altre 10 volte, se lo fai male, anche 50. Ovviamente ci sono decine di movimenti per ogni esercizio. Ci vuole tanto tempo».

La perfezione è la sua ossessione? Perfezione

Milena, 18 anni, ai Mondiali di Baku esegue la sua routine del cerchio. Aviere scelto dell’Aeronautic­a Militare e testimonia­l Nike, gareggia nelle specialità individual­i di palla, cerchio, nastro e clavette. Si allena anche 8/9 ore al giorno. Il prossimo obiettivo?

Le Olimpiadi di Tokyo, fissate per il 2021 (è rappresent­ata da EIS Team).

In un post online Milena ha scritto che la perfezione si ottiene solo così, facendo in modo che il corpo faccia un gesto con la stessa naturalezz­a con cui respira. E per arrivare a quel risultato ci vogliono una precisione e una prova continua, perché diventi automatico, quasi involontar­io. Ecco perché un anno in più è una cosa buona, per lei. «La perfezione non esiste. Nel senso che quel movimento puoi sempre farlo meglio. Si può sempre superare il limite a cui si pensava di doversi fermare. È uno stimolo e anche una sfida».

Come si fa a mantenere la concentraz­ione e la motivazion­e fino all’anno prossimo?

«Nella vita dell’atleta capita di doversi fermare all’improvviso e ricomincia­re, magari per un infortunio. È un lavoro di testa: ora la testa è vuota e il fisico è riposato. A fine anno riprenderà il lavoro di concentraz­ione per essere pronti a metà estate».

La ritmica piace a molte donne: le ginnaste sono sempre belle. Ci sono corsi anche per adulte, che lo scelgono come fitness?

«Il fisico di una ginnasta è longilineo, le gambe tirate, i movimenti fluidi, un po’ come quelli di una ballerina classica. Ci sono società che fanno corsi avanzati anche per donne di 30/35 anni. Gli attrezzi forse sono un po’ complicati, ma è un tipo di ginnastica che dà armonia e diverte; senza l’impegno agonistico può essere adatta a tutte».

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