Quel maso nel bosco
Giorgia Brunelli e suo marito Paolo hanno trovato la loro casa dei sogni fra i castagni secolari della Valsugana. Location ideale per una full immersion nella natura, fonte di ispirazione delle collezioni Giovelab
«Ognuno di noi ha la sua casa dei sogni, e Paolo ed io la immaginavamo in un bosco. Siamo originari di Pergine Valsugana, un borgo non lontano da dove viviamo ora, ma dieci anni fa il nostro sogno si è finalmente realizzato, in un maso del Settecento ristrutturato, in Località Masi di Mezzo. È immerso in un castagneto con più di un secolo di vita, e un sottobosco dove per via del terreno acido tutto si tinge di blu. Ortensie, mirtilli, piccoli frutti… Le nostre giornate iniziano sempre con lo sguardo che spazia sul Lago di Caldonazzo da una parte e uno scorcio di quello di Levico. E qui, in questo luogo che amiamo profondamente e dove la natura ci regala ogni giorno colori e sfumature diverse, diamo sfogo alla nostra arte, alla voglia di creare qualcosa di volutamente imperfetto. Un po’ come accade nella visione wabi-sabi giapponese, secondo la quale tutto è transitorio, la bellezza incompleta.
«Gli oggetti che plasmo con le mie mani sono necessariamente imperfetti, uno diverso dall’altro, ma è il valore aggiunto di ciò che esce da questa casa-bottega per arrivare in tutto il mondo, prima attraverso Instagram, e poi grazie al nostro e-commerce su giovelab.myshopify.com. A chi mi chiede come abbiamo conquistato la bellezza di 16.000 follower (e tutti veri) in poco tempo, rispondo così: con la semplicità. Delle idee, del gusto, dei bisogni. Lo esige e impone essere circondati dalla natura. La semplicità, sia estetica che funzionale degli oggetti, è anche l’unico comune denominatore fra tutte le collezioni Giovelab, e rispecchia anche il nostro stile di vita. Evitiamo gli sprechi di ogni genere, e allo stesso modo un oggetto deve avere più usi, e possibilmente durare per sempre.
«È impossibile scindere un artigiano dal suo ambiente, soprattutto quando diventa elemento fondamentale di ciò che nasce dalle sue mani, con un disegno, un colore, una forma che richiama una bacca, i rami di un albero, il cielo. Per questo nostro modo di vivere e intendere il lavoro, Paolo e io sentiamo di dovere molto al territorio che ci ha accolto, e per questo a volte ci sembra di stare in un’eterna vacanza. “Tempo libero” è un’espressione che usiamo poco, che non ci appartiene, e semmai, per noi significa visitare i dintorni, scoprire la piccola chiesa in un bosco, o una valle meno frequentata. L’ultima scoperta? La Valle dei Mòcheni, una realtà molto affascinante, che invito a visitare. A volte (sorride), la meta dei turisti, quelli veri, è la nostra casa-bottega: apro la porta e mi ritrovo un “follower” davanti. E in un istante, un nickname virtuale assume un senso reale, un volto. Emozionante...».