VANITY Copertina
Un giorno sono uscito da quella stanza.
Il mondo esterno arriva sempre.
E ci guarda. Ci mette alla prova. Ci giudica.
Il mondo esterno è necessario. Ma arriva sempre secondo, arriva sempre dopo di te.
A volte mi è capitato di incontrare l’amore. L’amore è il motore di tutto. L’amore è fondamentale nell’affermazione di sé.
Ma conta anche la mancanza d’amore. Perché ti costringe a conquistare qualcosa di più. Io ringrazio le persone che non mi hanno amato perché mi hanno fatto sentire solo. E sentirmi solo è stato fondamentale.
Io penso che la solitudine, oggi, sia uno stato d’animo comune perché siamo tutti una generazione senza famiglia. Siamo stati uomini troppo presto e ragazzi per sempre.
La tecnologia, poi, ha complicato tutto. Il vero distanziamento non viene dalla pandemia ma dall’era digitale.
La pandemia ci ha fatto capire cosa conta davvero: la vicinanza, il confronto, la fisicità.
Ho imparato una cosa importante. Essere folle. La follia è avere il coraggio di scegliere un percorso fuori dall’ordinario. Quando mi chiedono cosa faccio per cambiare il mondo, rispondo che io rischio con la mia arte per portare messaggi e dare significato. Non vado in televisione o sul palco col freno tirato. Può andare tutto bene oppure la mia carriera finire lì. Io penso che nella vita bisogna essere spericolati se si vogliono davvero cambiare le cose. C’è una frase di Oliviero Toscani che mi piace moltissimo: quando fai una cosa importante, devi avere paura. Perché se non hai paura allora stai sbagliando.
A volte mi chiedo se ci sia da sperare in questa nuova generazione. Non lo so. Ma so che questa è una generazione diversa. Perché ha l’ingenuità o la presunzione di cambiare il mondo.
Un’ultima cosa. Spesso mi chiedono perché si scateni un putiferio tutte le volte che un uomo assume sembianze femminili. La mia risposta è semplice: perché la donna è l’estremo simbolo di libertà.
E ora basta. Grazie di tutto.