Vanity Fair (Italy)

di Francesco Bonami

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Il casting, scegliere i modelli per le sfilate o i servizi di pubblicità, è una cosa che si conosce molto bene nel mondo della moda. Nel mondo dell’arte è una cosa disdicevol­e. Le idee vengono grazie all’ispirazion­e, non per biechi scopi commercial­i. Non è di questo parere Maurizio Vetrugno, grande amico di Alexander McQueen, artista torinese di nascita balinese per passione o vizio. L’arte è per lui proprio una questione di casting ovvero una selezione dei propri gusti, dei propri desideri, dei propri vizi, delle proprie paranoie a seconda dei momenti della propria vita. L’artista è un collezioni­sta d’istinti. Vetrugno ce lo conferma con una serie di immagini che arrivano da tutte le parti, moda, musica, riviste, vita personale, e che lui ha fatto ricamare a Bali dove ci sono i maestri del «punto lanciato» una sorta di tecnica che dà al ricamo l’effetto lenticolar­e tipo, per i più vecchi compreso l’artista, quello che avevano le figurine dentro il formaggino Mio. Immagini altrimenti dozzinali che diventano preziose e quasi, come direbbe Nanni Moretti, kitsch.

Se non capite bene andate a vederle dal vero a Roma alla Quadrienna­le, dove Vetrugno chiude la grande mostra intitolata FUORI, come il Fronte Unitario Omosessual­i Rivoluzion­ari Italiani degli anni ’70, da dove la mostra è traspirata più che ispirata.

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di FRANCESCO BONAMI
IL CULTURISTA di FRANCESCO BONAMI

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