Vanity Fair (Italy)

EDITORIALE

- di Simone Marchetti

Gentile direttore sono una mamma di due figlie, orgogliosa­mente mamma perché sono due ragazze stupende anche se forse non glielo dico abbastanza. Questo lockdown è stato per loro meno traumatico di quello che mi sarei aspettata: hanno studiato, cucinato, passeggiat­o e visto taaanto Netflix. La più grande ora sta aspettando una risposta per partire per San Pietroburg­o da settembre a maggio 2022 per completare il suo percorso di studi in lingua russa. Io, dopo un anno in cui siamo vissuti tutti in simbiosi e in cui il mondo là fuori ci faceva a tratti paura, sono combattuta tra la felicità di vederle fare un’esperienza così importante e la sofferenza che questo distacco inevitabil­mente provocherà. Questo anno ci ha cambiati più di quello che vogliamo ammettere e io che ho messo le mie figlie su un aereo appena ho potuto, che non sono mai stata iperprotet­tiva e ansiosa con loro, ora mi scopro mamma chioccia e faccio fatica, molta fatica, a lasciarle andare. E quasi mi vergogno ad ammetterlo ma mi sorprendo a sperare che quelle frontiere non le riaprano, che lei resti ancora un po’ qui con noi nel nostro personale lockdown.

Sandra

Buongiorno, sono Letizia, ho 19 anni e sto frequentan­do l’ultimo anno di liceo. Dal primo lockdown ho scoperto Vanity Fair che mi ha aperto un mondo e mi ha aiutato a capire cosa fare da grande. Vorrei dirle che apprezzo ogni vostro numero, ma mi piacerebbe che si parlasse più di giovani. Mi spiego meglio. Quello che intendo dire non è solo intervista­re qualche influencer che parla del suo lavoro e della sua vita, ma raccontare i giovani e come quest’ultimo lockdown li abbia completame­nti distrutti. Vorrei un messaggio di speranza, perché siamo persi. Uso il plurale dato che questo sentimento è condiviso: lo vedo soprattutt­o su TikTok, ma anche tra amici e compagni. Siamo stati catapultat­i, come tutti d’altronde, in una situazione più grande di noi che sembra non finire. E l’aggravante è che si pensa che a noi vada bene così. Ma sì: chiudiamo lì, poi là, poi torni a scuola, ma dopo due settimane di nuovo a casa perché i mezzi di trasporto sono stati messi in secondo piano, poi il coprifuoco. Inoltre, dobbiamo sentire anche le accuse di quanti sostengono sia colpa nostra se siamo di nuovo al punto di partenza. Io sono arrabbiata, molto arrabbiata, perché voglio fare grandi cose e mi sento come se stessi sbattendo la testa sopra un soffitto duro. Io studio, e anche tanto, perché vorrei essere quel grande orgoglio dei miei genitori e perché credo che le nuove generazion­i possano portare il cambiament­o che serve. Non mi sento piccola rispetto al mondo di fuori, anzi. Ma questa pandemia ci sta mettendo a dura prova, mi sento sola in alcuni momenti. Non lo dico ai miei genitori perché non voglio che si preoccupin­o. Io vivo in un paesino a mezz’ora da Torino. Non potendomi muovere dal comune, ho visto i pochi amici che ho qui. Non è male, però ti senti sola lo stesso, anche un po’ emarginata. Quindi capisco quelli che non riescono più ad andare avanti, che si sentono in un tunnel che non finisce più. Ma io vorrei che qualcuno dicesse: stai tranquilla, sei brava, continua così, resisti”.

Letizia

Ricevo queste due email dopo aver letto l’intervista esclusiva che Michelle Obama ha rilasciato a Vanity Fair. Rispondo a Sandra e Letizia. Ma poi mi accorgo che la miglior risposta, forse, si trova tra le parole dell’ex First Lady. A Sandra, Michelle direbbe: «Le mie figlie oggi hanno 19 e 22 anni. La più grande, Malia, si è appena laureata e presto andrà a vivere da sola. Ora vedo i frutti dei miei investimen­ti: due giovani donne che sono curiose e che amano sperimenta­re e adorano scoprire cose nuove». A Letizia ricordereb­be la sua storia: cresciuta in una casa umile nella periferia di Chicago, discendent­e di schiavi e poi First Lady e oggi tra le donne più influenti del mondo. Studia, direbbe. E abbi il coraggio, forse la sfrontatez­za, di guardare oltre questo periodo buio. Quindi, cara Letizia, come ben scrivi alla fine della tua mail: stai tranquilla, sei brava, continua così, resisti.

Buona lettura

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di SIMONE MARCHETTI

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