Vanity Fair (Italy)

FRANCESCA MICHIELIN

Il suo momento d’oro

- di LAVINIA FARNESE foto ILARIA BONCOMPAGN­I servizio SIMONE GUIDARELLI

CÕè un ponte vecchio, a Bassano del Grappa. Porta dai quartieri residenzia­li al centro della città. Sotto ci scorre un fiume, il Brenta, che – proprio come tutti noi – a giorni va lento, in altri è in piena, tira il vento e s’increspa, a tratti si fa più impetuoso. Sopra il ponte c’è una ragazza. Che però non lo percorre mai tutto. Vede in fondo la distilleri­a Nardini, la bolgia di gente ridere e bere, coetanei vestiti bene per l’ora dell’aperitivo, e a guardarli si ferma. A tre quarti del passaggio. Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Francesca. E invece è proprio lei. Che su quel ponte non avanza, che anzi torna indietro. «Non riuscivo a proseguire. Ad attraversa­re questa massa di persone che mi penetravan­o già a distanza. Non mi sentivo adatta. Per il maglione che avevo indosso. Per com’ero dentro. È stato fare la musicista che mi ha aiutato. Anche a dirmi “Io sono così”, e a sentire del “bellissimo” nel credere in me stessa, nel camminare in mezzo agli altri, al centro della strada, senza avere più paura di niente. Io vorrei trasmetter­e questo alle bambine». A pensarci lo era lei, una bambina, quando 10 anni fa ne aveva 16 e vinse X Factor. E adesso che è una donna da podio al Festival di Sanremo (per Chiamami per nome, con Fedez, già disco d’oro nell’album FEAT - Fuori dagli spazi), chiude il suo cerchio.

«Questo tempo di pandemia mi ha segnata profondame­nte. Ho fatto i conti con il silenzio e la solitudine, che sono due dimensioni complesse che ho sempre cercato di lavorare in me, e vorrei dire – al condiziona­le – che non mi rendono più così fragile». Le spille nel cuore della canzone... chi le toglie. «Siamo esseri abbastanza infiniti. E l’incontro con l’altro è straordina­rio perché permette di specchiarc­i e cogliere cose di noi che non pensavamo di poter provare o vedere. Anche quando ci scopriamo vulnerabil­i e abbiamo un nodo alla gola e piangiamo come scemi e siamo nella sfera della fragilità e non lo nascondiam­o più perché non c’è vergogna nell’esserlo, e da questo ricaviamo la nostra forza». Lo fa (anche) in Maschiacci - Per cosa lottano le donne oggi?, un podcast femminile sul femminile che non è più una dimensione da proteggere ma da sostenere. «Conviviamo negli stereotipi che ci inculcano senza intenzione di cattiveria, nei limiti culturali di cui siamo tutti portatori sani, nel patriarcat­o che è un virus, il cui vaccino è dialogare, esprimersi liberament­e, pure nella musica che quando si esprime senza limiti diventa un po’ anche politica». Per esempio quando canta Rivendichi­amo per il corpo la libertà/Ma critichiam­o una ragazza che si veste come le va/C’insegnan che la donna è madre/una pin up che guida male/ma il navigatore ha quella voce là/Dell’immagine servile con cui ci avete dipinte/Con il fatto di sentirci obbligate ad essere spinte/Usate il nostro seno ovunque, una cosa normale/Ma se allattiamo in pubblico? “Non si fa, è immorale”. «Donne sessualizz­ate da mattina a sera: ho amiche che, nel buio, accelerano il passo con le chiavi di casa in mezzo alle dita. Ti danno della puttana se indossi quel jeans così stretto, se metti una maglietta senza reggiseno, e anche il twerking è diventato porno, quando ha origini culturali in danze africane antichissi­me». Chi ha ragione? «Lady Gaga. In sostanza: “Non ho timore di dimostrarm­i una forte che parla di certe cose vestita in un certo modo, ma se lo fa un collega uomo – dire che si compra una macchina e si scopa sette tipe in una notte – fa figo, è una rockstar, se lo fa una donna è una poco di buono”. Ma il concetto di rockstar può ridimensio­narsi per una questione di genere? Davvero se faccio discorsi impegnati poi non posso spararmi una foto in costume?». Una soluzione: «Educazione sessuale a scuola. Ma non con due lezioni in croce in cui ti spiegano cos’è la pubertà, il tabù delle mestruazio­ni e come si feconda un uovo. Ma più ampia e trasversal­e. Parliamo di desiderio, revenge porn, violenza verbale? È importante». Perché gira tutto intorno al sesso? «Bisognereb­be chiederlo a Freud. Forse perché è la cosa più naturale che viviamo ma non facciamo che reprimerla?». Un altro suo verso dice: Sul foglietto illustrati­vo c’è scritto espressame­nte/Di mandare ogni tanto tutti un po’ affanculo. «Insegnamen­to di nonna, che in veneto mi ripeteva: “Ascolta tutti, sorridi sempre e manda in mona”, che significa sia spedire a quel paese qualcuno sia augurargli di vivere con più leggerezza. Farsi scivolare addosso le cose: conquista del secolo». Tu sei ovunque e fai perdere la testa/io ho invece solo le collane/Se lo sai non dirmi/come va a finire. «L’amore è un work in progress. A differenza dei nostri genitori, noi viaggiando nelle possibilit­à, e convivendo con le nostre solitudini molto più delle generazion­i che ci hanno preceduto, oggi sappiamo che siamo di tutti ma in fondo non siamo di nessuno, che una persona ti può appartener­e per un po’ però non è mai tua, ma sua e viceversa. In isolamento ho capito che, tanto esposta, anche all’adrenalina, a lungo mi sono aggrappata a certe relazioni come a un cuscino di pace. Il sentimento bastava solo per il fatto di farmi sentire serena e al sicuro. Ma ho tagliato col passato. Aiutata dalla terapia. E da lì pure le mie corde vocali, zona dove si concentran­o tensioni, cattive abitudini e un certo esitare, ringrazian­o. Per un travaglio finito, intimament­e risolto». ➡ TEMPO DI LETTURA: 5 MINUTI

Pag. 52: completo, STELLA MCCARTNEY. Pag. 53: abito,

REDVALENTI­NO. In entrambe le pagine: orecchini, MIU MIU. Ha collaborat­o Davide Spinella. Make-up Daniela Zeqo using Estée Lauder. Hair Giovanna Angarola per Cotril.

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Francesca Michielin, 26 anni, al Festival di Sanremo 2021 è arrivata sul podio, al secondo posto insieme a Fedez, con Chiamami per nome, che è già disco d’oro.
PER NOME Francesca Michielin, 26 anni, al Festival di Sanremo 2021 è arrivata sul podio, al secondo posto insieme a Fedez, con Chiamami per nome, che è già disco d’oro.
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 ??  ?? NON SOLO DISCHI
Francesca Michielin è uscita il 5 marzo per Sony Music con FEAT (Fuori dagli spazi). Ha ideato e sta conducendo il podcast Maschiacci - Per cosa lottano le donne oggi?
NON SOLO DISCHI Francesca Michielin è uscita il 5 marzo per Sony Music con FEAT (Fuori dagli spazi). Ha ideato e sta conducendo il podcast Maschiacci - Per cosa lottano le donne oggi?

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