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Quanto è importante che i bambini seguano una ROUTINE? Quanta libertà possono avere nella gestione del proprio tempo? Una pediatra un po’ speciale ci ha spiegato come aiutarli a costruire la loro serenità. Noi abbiamo aggiunto oggetti e accessori per rend
Sull’educazione dei figli si è detto tutto e il contrario di tutto ma, al di là delle teorie, nella pratica ognuno fa come gli va e anche un po’ come gli viene. Ciò detto esistono comunque dei comportamenti che, come scientificamente comprovato, sono più funzionali rispetto ad altri nell’aiutare lo sviluppo dei propri figli. Si sa, per esempio, che per i bambini è prezioso prendere un ritmo regolare per affrontare le giornate con quella serenità che può promuovere la sicurezza: «La vita di tutti gli esseri viventi, dai vegetali fino ai mammiferi, uomo compreso, è scandita da ritmi ben precisi, sincronizzati con quelli cosmici e planetari: un organismo privato del proprio ritmo, o al quale si imponga un ritmo che non è il suo, corre gravi rischi di sfasamento, che lo rendono fragile e vulnerabile. Questo vale anche per il bambino, che ha bisogno di regolarità nelle sue giornate: le routine che si ripetono ogni giorno, più o meno agli stessi orari, gli danno un senso di sicurezza, fondamentale per la sua crescita. L’importanza della ritmicità è sottolineata soprattutto nel metodo educativo antroposofico, che presta moltissima attenzione a questo aspetto». A spiegarlo è Elena Balsamo, pediatra olistica di approccio montessoriano, che da anni si occupa di formazione per genitori e che ha pubblicato diversi libri sul mondo dei più piccoli (tra i tanti, Libertà e amore e Alfabeto Montessori de Il Leone verde Edizioni).
Quanto e come è importante lasciare ai bambini la libertà di scegliere i propri tempi?
«L’approccio Montessori, rispetto ad altri, lascia più libertà al bambino, perché sostiene che ogni essere umano sia unico e abbia tempi strettamente
individuali, che vanno colti e rispettati. Questa visione accorda grande fiducia nelle capacità di autogestione del bambino, ma è purtroppo molto spesso fraintesa: la libertà auspicata da Maria Montessori non è anarchia! Lasciare che il bambino si regoli da solo non vuol dire lasciarlo a se stesso, in balia di decisioni più grandi di lui, ma semplicemente osservarlo attentamente per cogliere i segnali che ci indicano le sue personali esigenze e “andargli dietro” per sapere come comportarsi e cosa offrirgli. Ciò vuol dire, per esempio, portarlo a dormire ai suoi primi sbadigli, per non perdere “il treno del sonno”, come ci ricorda Jeannette Bouton, il che però può succedere alle otto di sera per alcuni e un po’ più tardi per altri...».
Che cosa sbagliano per lo più i genitori nell’organizzare le giornate dei figli?
«Per me non si tratta di dare ai genitori delle “tabelle di marcia”, che scandiscano in modo rigido le giornate dei propri figli, ma di far comprendere loro l’importanza del rispetto dei tempi del bambino: questo sì che è un tema molto sottovalutato e di cui invece bisognerebbe parlare di più. Oggi i tempi dei bambini non vengono quasi mai rispettati: i ritmi frenetici degli adulti impongono anche ai bimbi tempi innaturali che non sono i loro e che spesso diventano causa di sofferenza.
Oggi i bambini non hanno più tempo per annoiarsi: fin da piccoli passano da un’attività all’altra, da un corso all’altro e hanno un’agenda fitta di impegni come piccoli manager in erba. Non hanno più il tempo per una sana convalescenza quando sono ammalati, perché le esigenze di lavoro dei genitori premono e non c’è l’aiuto di una rete familiare