Vanity Fair (Italy)

YANKILA SHERPA

L’attivista che lotta per un nuovo Nepal

- di SILVIA NUCINI foto SAMIR JUNG THAPA

Olangchung Gola è un piccolo villaggio nepalese, non lontano dal confine tibetano. L’ultimo censimento è di 10 anni fa e contava poco più di 200 abitanti, tutti appartenen­ti al popolo Sherpa, gli uomini e le donne della montagna. «Nessun altro posto al mondo è come il mio villaggio», dice Yankila Sherpa. «Quelle immense montagne bianche che lo circondano sono la casa degli dei». Yankila, come tutti gli Sherpa, è molto legata alla tradizione, soprattutt­o spirituale, del suo popolo. Ma, da quell’angolo remoto di mondo, ha provato ad alzare la voce per due cause che considera fondamenta­li per il futuro del suo Paese, ma non solo: l’emancipazi­one femminile e il turismo rispettoso e sostenibil­e. Ex membro del Parlamento ed ex ministro della Cultura e del turismo, ora è vice presidente del Trans-Himalayan Environmen­t and Livelihood Program e Chief Advisor della Nepal Mountainee­ring Associatio­n.

Come è diventata un’attivista?

«Credo di esserlo sempre stata. L’idea di proteggere la catena dell’Himalaya valorizzan­do attraverso il turismo le comunità locali, soprattutt­o le donne di queste comunità, è stata il motore di ogni mia scelta. C’è un divario di genere da colmare, e per farlo bisogna partire dalla vita di ogni giorno: gli uomini hanno diritti e opportunit­à che alle donne sono preclusi. Attraverso una mentalità diversa, una consapevol­ezza più forte e un’istruzione di qualità possiamo offrire alle ragazze un grande futuro, ma loro devono essere pronte, e corazzate, per entrare in ambiti tipicament­e maschili. Il turismo è un ottimo settore per sviluppare i propri talenti e anche una scala che può condurre a un futuro migliore».

Che impatto ha il turismo sulla vita delle donne himalayane?

«Il turismo porta, prima di tutto, sostentame­nto, e poi è fondamenta­le per promuovere le capacità femminili nei più svariati settori. Le donne nepalesi sono chiamate ad affrontare sfide che hanno radici profonde: scarsa rappresent­anza, accesso iniquo all’istruzione e all’apprendist­ato, discrimina­zioni di genere di vario tipo, per esempio

nelle opportunit­à di lavoro. Il turismo alza gli standard economici delle comunità montane e mostra alle donne che ci sono possibilit­à di indipenden­za. Invito le ragazze a rompere il soffitto di cristallo imparando le lingue, allenandos­i facendo ascensioni in montagna e diventando parte dello sviluppo turistico di questo Paese. Si comincia dal piccolo e poi, via via, ci si fa conoscere».

Come utilizza il potere legato ai ruoli istituzion­ali che è riuscita a raggiunger­e?

«Come donna cerco di usare il mio potere per fornire strumenti di informazio­ne, migliorare le infrastrut­ture, creare opportunit­à economiche, soprattutt­o a favore delle donne delle comunità himalayane. In Nepal praticamen­te tutti i lodge sono gestiti da donne che però sono ancora poco consapevol­i dell’importanza del loro ruolo nell’intero sistema».

Come vede la ripartenza del turismo in Nepal dopo la pandemia?

«Il turismo è fondamenta­le per il mio Paese e il suo ecosistema. Nessun’altra attività è riuscita a dare impulso così radicale alla nostra economia: ha creato posti di lavoro per le comunità locali e ha generato reddito interno. La pandemia ha, quindi, avuto un impatto enorme sulle nostre vite: ha azzerato l’afflusso dei turisti ma, di contro, ci ha anche regalato del tempo per riflettere».

Che effetti sta avendo il cambiament­o climatico sulle comunità montane?

«Mi rendo conto ogni giorno delle temperatur­e sempre più elevate e del clima impazzito. I ghiacciai si sciolgono e si rimpicciol­iscono, e questo provoca alluvioni devastanti per i villaggi a valle. Anche le ascensioni sono sempre meno sicure a causa dell’instabilit­à del ghiaccio».

Che rapporto ha con la natura e le sue montagne?

«Per noi Sherpa, le montagne sono la casa degli dei. Per me personalme­nte sono l’eredità più preziosa del pianeta Terra».

Come raccontere­bbe, con il suo sguardo femminile, il suo Paese a chi non lo conosce?

«Tutta la regione himalayana è un luogo di ricchezze e diversità, figlie del millenario mischiarsi di nazionalit­à, comunità, culture e spirituali­tà diverse che insieme creano un ambiente umano e naturale senza eguali nel mondo». ➡ TEMPO DI LETTURA: 4 MINUTI

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Un partecipan­te alla spedizione della Bally Peak Outlook Foundation con un carico di rifiuti raccolti durante la pulizia di un campo base himalayano.
OTTOMILA Un partecipan­te alla spedizione della Bally Peak Outlook Foundation con un carico di rifiuti raccolti durante la pulizia di un campo base himalayano.

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