Vanity Fair (Italy)

Sepúlveda, un’impronta felice

- di DARIA BIGNARDI

Il 16 aprile è un anno dalla morte di Luis Sepúlveda, uno che nella vita è stato un guerriglie­ro, un prigionier­o politico, un giornalist­a attento alle cause dei più deboli, un attivista e un ecologista, oltre che uno scrittore.

E anche uno dei primi «morti famosi» di Covid, un anno fa. Eppure, anche se è mancato tragicamen­te e prematuram­ente, Sepúlveda è una di quelle persone che dietro a sé, per via della passione e della generosità con cui hanno vissuto, lasciano solo luce, non malinconia. E luminosa è la sua biografia pubblicata dalla sua traduttric­e storica, Ilide Carmignani, voce italiana anche di Bolaño, Borges, Márquez, Javier Marías, Cortázar, perché Storia di Luis Sepúlveda e del suo gatto Zorba (Salani Editore) è una biografia diversa dalle solite, in cui il narratore — che lungo tutto il testo dialoga con Sepúlveda — è il gatto Diderot, proprio quello della Gabbianell­a, il gatto intellettu­ale che possiede e consulta un’encicloped­ia. Ci sono tanti aneddoti in questa conversazi­one con Diderot. Tra i più buffi e teneri c’è il ricordo di quando Luis da ragazzo si inventò un programma radiofonic­o intitolato Il cinema a casa vostra, in cui la domenica sera, dalle dieci a mezzanotte, raccontava i film in prima visione agli ascoltator­i che non potevano vederli perché vivevano in località troppo isolate. Naturalmen­te c’è anche la passione per la politica; Sepúlveda fu vicinissim­o ad Allende, entrò a far parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno. Nel libro dice al gatto Diderot: «Ho accompagna­to il compagno presidente nei mille giorni più belli e intensi della mia vita». Sono racconti che Ilide Carmignani ha sentito da Sepúlveda, amico di una vita, o da sua moglie, la poetessa Carmen Yáñez che Lucho sposò, da cui divorziò, che sposò di nuovo. Nonostante, o per via, della sua vita faticosa e avventuros­issima, pericolosa e appassiona­ta, la figura di Luis Sepúlveda è di quelle che lasciano un’impronta felice, bella da ricordare.

CHE UNA BANDA DI SVITATI

E IL LORO REGISTA APPASSIONA­TO DI ROBOT GIAPPONESI STIANO PREPARANDO I BAGAGLI PER VENEZIA. E DICONO PURE CHE, SE LA MISSIONE AVRÀ SUCCESSO, IL VIAGGIO POTREBBE PROSEGUIRE VERSO GLI OSCAR 2022.

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