Vanity Fair (Italy)

SPAZI DI LIBERTË

Parola d’ordine: sicurezza per tutti. Sulla spiaggia, ai piedi del Bianco, in palazzi di città o tra dimore alpine, gli hotel italiani stanno tornando

- di LAURA FIENGO

LA BOLLA BLU Forte Village, Sardegna

Un po’, diciamolo, lo ha favorito la natura: il Forte Village di

Santa Margherita di Pula (fortevilla­geresort.com) si trova in una pineta originaria che si apre a ventaglio su una spiaggia unica, perfino per la Sardegna. Una specie di Tortuga dei pirati protetta che vista dal mare non rivela il resort-destinazio­ne più famoso d’Europa per genitori & figli (nonni, amici, amori...), in cerca della non facile quadra per partire «multigener­ation» accontenta­ndo tutti. Con i suoi numeri da 21 ristoranti e 18 bar per gli 8 hotel 4 e 5 stelle, a giugno 2020 è stato il primo resort al mondo ad applicare procedure mediche avanzate con un Covid Protection Protocol validato da un comitato medico-scientific­o, e ha chiuso la stagione con 0 casi. Quella nuova partirà a metà maggio, con protocolli in più come il test antigenico al check-in e se necessario anche il molecolare PCR. A noi piace che ogni camera qui ha un terrazzo, un balcone o un giardino, e che le vasche del celebre «olio di mare» nella thalassote­rapia sono salve: batteri e virus qui non sopravvivo­no!

IL MERLETTO DI PIETRA Patria Palace, Puglia

Vista «alla pari», all’altezza del rosone, la bellezza barocca della basilica di Santa Croce ha un effetto surreale. Il problema è solo non stabilirsi qui sul rooftop dell’albergo a tutte le ore per ammirare la luce che cambia come se fossimo Monet. Il palazzo del ’700 nel cuore di Lecce che ospita il Patria Palace ha la storia in ogni pietra, ed è il salotto buono che anche i leccesi amano per andare a cena. Per l’estate 2021, tra le novità, il ristorante proprio qui sul tetto: massimo 15 posti, a prova di distanze (patriapala­ce.com).

NOTTE D’ARGENTO Auberge de la Maison, Valle d’Aosta

La festa è per i primi 25 anni, ma la storia della famiglia Garin, pionieri dell’ospitalità valdostana e inventori dello stile cosy chic alpino dell’Auberge de la Maison di Entr•ves (aubergemai­son.it), che poi ha fatto scuola, è cominciata molto prima, nei ruggenti Cinquanta, con locande e ristoranti di famiglia che si sono avvicendat­i. Per l’occasione l’hotel-dimora ai piedi del Monte Bianco diretto oggi dalla figlia Alessandra porterà gli ospiti in un viaggio dentro questa storia di montagna. C’è il bagno di ghiaccio, trattament­o spa a basse temperatur­e, ma niente paura: si parte con una sauna a 100 °C prima del bagno di ghiaccio alle erbe alpine e del massaggio finale. Il piatto 25 years è la storica insalata patate e motzetta inventata da Leo Garin negli anni Settanta, in versione risotto. E visto che è stato proprio Garin a inventare il caffè alla valdostana nella Coppa dell’Amicizia di legno, sarà preparato in una mini Coppa singola e poi servito nel calice in peltro.

IL LATO COOL DELL’ANTICO MASO Lüch Colz Residenza nobiliare, Val Badia

Tutti noi innamorati dell’Alto Adige siamo sempre in cerca dell’indirizzo perfetto. Autentico, con una storia, ma anche contempora­neo e accoglient­e, con mura spesse ma spirito leggero, un po’ design e un po’ fattoria, con la stube ma anche con un bel divano arioso da cui guardare fuori: in pratica un posto che quando entri sai già che tornerai. Appena nato, ma con una storia quasi millenaria, Lüch Colz (luchcolz.it) è un agriturism­o a San Leonardo, frazione idilliaca di Badia ai piedi del Sas dla Crusc, e tra soffitti a volta e mobili restaurati dagli artigiani della zona si presenta sulla scena alpina già vincitore per stile e atmosfera. La colazione è da 5 stelle della genuinità, la mungitura e le visite ai cavalli non mancano. Tre appartamen­ti (2/6 persone) e 2 camere, da prenotarlo tutto.

Aperfetto nche nell’anno più difficile per le sale e i set, il Lazio si conferma una terra di cinema, luogo

per ambientare film e serie. L’antica eredità della Cinecittà romana si è rafforzata e allargata a tutto il territorio. Tra il 2020 e il 2021 sono state più di trenta le produzioni girate nella Regione: i location manager italiani e internazio­nali hanno esplorato e sfruttato tutte le province, dalla Sabina fino alla Ciociaria. È quasi una cartografi­a delle bellezze regionali quella composta da questi trenta film, alcuni usciti e altri in arrivo, tutti sostenuti dal bando regionale Lazio Cinema Internatio­nal. Chi guarderà il lungometra­ggio tratto dal romanzo LA’ rminuta di Donatella Di Pietranton­io riconoscer­à i borghi e le campagne di Montopoli e Fara in Sabina, Poggio Mirteto, Castel San Pietro. La rom-com Netflix Love Wedding Repeat ci ha fatto scoprire Villa Parisi a Frascati, Glassboy ci ha ricordato quanto è bella Bracciano. E ci sono anche le serie, come Romulus, andata in onda su Sky: per raccontarc­i l’epica della fondazione di Roma, il regista Matteo Rovere ci ha portato in un tour tra grotte (quelle della Cecchignol­a e del Drago), parchi archeologi­ci (come quello di Vulci a Montalto di Castro) e natura (il lago Pellicone). Alla fine l’obiettivo di tutto questo lavoro di sostegno pubblico è duplice, come sottolinea Giovanna Pugliese, responsabi­le Ufficio Cinema della Regione: «Favorire la realizzazi­one di film di successo e promuovere le bellezze del territorio». Insomma, portare cast e troupe nei borghi, nelle ville, negli scavi, sulle rive di fiumi e laghi è un modo per dare risposte a due tra i settori più in difficoltà con la pandemia: gli spettacoli e il turismo. Lo sottolinea anche il presidente della Regione, Nicola Zingaretti. «In un anno così difficile era importante mandare un messaggio forte e chiaro: la Regione Lazio c’è. Anche in questo tempo difficilis­simo per tutti coloro che lavorano in un settore vitale per la nostra cultura ed economia, noi continuiam­o a sostenere il cinema e l’audiovisiv­o, con una strategia a tutto campo, che va dalla produzione allo spettatore, fino alla promozione delle nostre meraviglio­se location». Con gli ultimi 30 milioni di euro a sostegno delle produzioni, il Lazio si è confermato come la prima regione italiana (e la seconda in Europa) per investimen­ti in cinema. Dal lavoro delle istituzion­i (e dalla collaboraz­ione con la Fondazione Film Commission di Roma e Lazio) sono passati alcuni dei film più significat­ivi degli ultimi anni, Dogman e Pinocchio di Matteo Garrone, Favolacce dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, Lazzaro felice di Alice Rohrwacher. Pensare a questi set laziali è anche un modo per ricordarci che il cinema sta per tornare. «Ci manca», conferma Zingaretti. Bisogna prendere i segnali positivi ovunque si trovino. Per esempio c’è questo: nella Capitale, che ha perso a causa della pandemia lo storico cinema Azzurro Scipioni di Silvano Agosti, sta però per tornare un altro monumento del cinefilo romano. Il Filmstudio di Trastevere riaprirà a breve e sarà uno spazio polifunzio­nale dedicato al cinema e a disposizio­ne di tutti i cittadini. Non vediamo l’ora.

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Dall’alto, il set della serie Romulus tra la Cecchignol­a e il lago Pellicone; e quello del film L’Arminuta, girato in Sabina.
PAESAGGI DA FILM Dall’alto, il set della serie Romulus tra la Cecchignol­a e il lago Pellicone; e quello del film L’Arminuta, girato in Sabina.
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