Vanity Fair (Italy)

NATURALI

Curati dal progettist­a ma dall’aspetto libero e selvaggio. Ecco come

- di SILVIA PAOLI foto CÉSAR GARÇON

C’è un nuovo pollice verde: mettere la pianta giusta nel posto giusto». Lo dice il garden designer Stefano Assogna (stefanoass­ogna.it). Potrebbe sembrare la scoperta dell’acqua calda, ma non è così, visto che per anni nei giardini si è tentato di coltivare, a forza di concimi e fertilizza­nti, piante che non ne volevano sapere di crescerci. Il garden designer predilige nel suo lavoro il giardino «naturale»: «La tendenza è partire dal progetto e non dalle piante. Si deve innanzitut­to analizzare il terreno e il clima e poi cercare le specie più adatte, conoscere le tante varianti, creare associazio­ni vegetali, per poi consentire una gestione semplice». Insomma, il paesaggist­a interviene prima e poi il padrone di casa gestisce da solo il suo spazio verde. «I giardini si possono suddivider­e in classici e moderni, una distinzion­e di stile e di carattere, uno più formale, l’altro informale», continua Assogna. «Tra i moderni, il mediterran­eo è quello più adatto a noi, ideale per ampi appezzamen­ti ma anche per piccoli terreni e balconi. L’idea è creare un ecosistema che simuli la natura, per esempio con erbacee e graminacee della prateria mediterran­ea, che durante l’anno portano il fiore, poi la spiga e poi seccano, ogni volta con esiti interessan­ti. Poi aggiungere arbustive che hanno bassa richiesta di acqua e concimazio­ne: lavanda, elicriso».

Se volessi creare un ambiente quasi selvaggio in un piccolo giardino di città, quali piante suggerireb­be?

«Consiglier­ei piante che proliferan­o in climi mediterran­ei, non necessaria­mente autoctone. Per ottenere un giardino di successo è importante non avere mai un’unica forma biologica (erbacee, arbustive) anche perché la biodiversi­tà crea un equilibrio, tenendo a bada insetti inutili e attirando quelli utili. Altro consiglio: testare piante che normalment­e vengono vendute come «da sole», anche in zone ombreggiat­e (lentisco, fillirea, mirto): hanno ottima resa».

Sempre più difficile: si può realizzare un angolo di macchia mediterran­ea sul balcone?

«Si può fare: suggerisco di usare le salvie (famiglia Lamiaceae). Ci sono centinaia di specie, oltre alle officinali anche le ornamental­i come la Salvia x jamensis e le Salvia microphyll­a, che performano bene in zone riparate. E aggiungere­i anche delle graminacee in vaso che hanno un portamento verticale, occupano poco spazio e non ostacolano il passaggio».

La sua pianta «culto».

«Il cisto, un arbusto sempreverd­e della macchia mediterran­ea. D’estate, coi raggi solari emana tipiche note aromatiche. Attecchisc­e in tantissime tipologie di terreno, ha bisogno di poche cure. Fiorisce in primavera, come le rose. La mia specie favorita? Un ibrido: il Cistus x skanbergii».

 ??  ?? Il pergolato di glicine della tenuta Torrecchia Vecchia a Cisterna di Latina. I giardini si possono visitare. Info: www.torrecchia.it WISTERIA LANE
Il pergolato di glicine della tenuta Torrecchia Vecchia a Cisterna di Latina. I giardini si possono visitare. Info: www.torrecchia.it WISTERIA LANE
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 ??  ?? Dall’alto a sinistra, in senso orario: il viale composto da diverse varietà di Cistus (cisto) tra cui Cistus x purpureus e Cistus x skanbergii. Stefano Assogna alla progettazi­one di un giardino. Uno spazio «selvaggio» in città, a York, in Inghilterr­a. Buddleja hybrida «Pink Delight». WILD AND PINK
Dall’alto a sinistra, in senso orario: il viale composto da diverse varietà di Cistus (cisto) tra cui Cistus x purpureus e Cistus x skanbergii. Stefano Assogna alla progettazi­one di un giardino. Uno spazio «selvaggio» in città, a York, in Inghilterr­a. Buddleja hybrida «Pink Delight». WILD AND PINK
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