NATURALI
Curati dal progettista ma dall’aspetto libero e selvaggio. Ecco come
C’è un nuovo pollice verde: mettere la pianta giusta nel posto giusto». Lo dice il garden designer Stefano Assogna (stefanoassogna.it). Potrebbe sembrare la scoperta dell’acqua calda, ma non è così, visto che per anni nei giardini si è tentato di coltivare, a forza di concimi e fertilizzanti, piante che non ne volevano sapere di crescerci. Il garden designer predilige nel suo lavoro il giardino «naturale»: «La tendenza è partire dal progetto e non dalle piante. Si deve innanzitutto analizzare il terreno e il clima e poi cercare le specie più adatte, conoscere le tante varianti, creare associazioni vegetali, per poi consentire una gestione semplice». Insomma, il paesaggista interviene prima e poi il padrone di casa gestisce da solo il suo spazio verde. «I giardini si possono suddividere in classici e moderni, una distinzione di stile e di carattere, uno più formale, l’altro informale», continua Assogna. «Tra i moderni, il mediterraneo è quello più adatto a noi, ideale per ampi appezzamenti ma anche per piccoli terreni e balconi. L’idea è creare un ecosistema che simuli la natura, per esempio con erbacee e graminacee della prateria mediterranea, che durante l’anno portano il fiore, poi la spiga e poi seccano, ogni volta con esiti interessanti. Poi aggiungere arbustive che hanno bassa richiesta di acqua e concimazione: lavanda, elicriso».
Se volessi creare un ambiente quasi selvaggio in un piccolo giardino di città, quali piante suggerirebbe?
«Consiglierei piante che proliferano in climi mediterranei, non necessariamente autoctone. Per ottenere un giardino di successo è importante non avere mai un’unica forma biologica (erbacee, arbustive) anche perché la biodiversità crea un equilibrio, tenendo a bada insetti inutili e attirando quelli utili. Altro consiglio: testare piante che normalmente vengono vendute come «da sole», anche in zone ombreggiate (lentisco, fillirea, mirto): hanno ottima resa».
Sempre più difficile: si può realizzare un angolo di macchia mediterranea sul balcone?
«Si può fare: suggerisco di usare le salvie (famiglia Lamiaceae). Ci sono centinaia di specie, oltre alle officinali anche le ornamentali come la Salvia x jamensis e le Salvia microphylla, che performano bene in zone riparate. E aggiungerei anche delle graminacee in vaso che hanno un portamento verticale, occupano poco spazio e non ostacolano il passaggio».
La sua pianta «culto».
«Il cisto, un arbusto sempreverde della macchia mediterranea. D’estate, coi raggi solari emana tipiche note aromatiche. Attecchisce in tantissime tipologie di terreno, ha bisogno di poche cure. Fiorisce in primavera, come le rose. La mia specie favorita? Un ibrido: il Cistus x skanbergii».