Vanity Fair (Italy)

Un Def da brivido

- di CARLO ALBERTO CARNEVALE-MAFFÈ

Un debito pubblico da Grande Guerra (arriverà al 159,8% del Pil), uno sbilancio tra entrate e uscite statali di ulteriori 200 miliardi (pari all’11,8% del Pil), con rientro nel patto europeo di stabilità (ovvero un deficit inferiore al 3%) non prima del 2025. I numeri del Documento di Economia e Finanza (Def) sono da brivido. Il Def è un atto con il quale il governo propone al Parlamento e ai cittadini le scelte di bilancio. È suddiviso in tre sezioni: il programma di stabilità, con le proiezioni finanziari­e e gli obiettivi di politica economica per i tre anni successivi; le tendenze di finanza pubblica, con l’analisi dei trend relativi al bilancio dello Stato; e il programma nazionale di riforma, che enuncia gli interventi di revisione normativa previsti. La prima e la terza sezione vanno sottoposte all’esame delle istituzion­i europee, che in tempi normali verificano il rispetto dei parametri del patto di stabilità. A causa della pandemia, le clausole europee consentono una «deviazione temporanea» dagli obiettivi di medio termine, ma con questo Def il governo sta sfidando l’Europa a rinviarle fino al 2025. Lo ha ammesso Mario Draghi, che confida in una riforma condivisa del patto di stabilità e conta sull’appoggio della Bce per il sostegno al debito pubblico italiano, mai come ora esposto a rischi di una crisi di fiducia del mercato. La mossa di Draghi è un azzardo ben calcolato, che fa leva sulla sua credibilit­à internazio­nale, ma ha un orizzonte temporale senza precedenti. Questo Def ha quindi una doppia valenza: rappresent­a l’impegno di un Paese che non cresce da vent’anni a far correre il Pil (+4,5% nel 2021 e +4,8% nel 2022) e scommette su una riforma dell’Europa a cui l’Italia si lega a doppio filo.

28 APRILE 2021

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy