Vanity Fair (Italy)

VENTI DI LIBERTÀ

Gli anni dell’Art Déco e della nuova collezione Boucheron

- di SILVIA PAOLI

Parlare di Art Déco su Zoom sembra una contraddiz­ione in termini, lo scontro tra due secoli: il primo quello della libertà postbellic­a, delle donne che portavano i pantaloni e tagliavano i capelli corti; il secondo quello della tecnologia immersiva, della fluidità di genere, dello scambio di guardaroba. Gli anni ’20 del secolo scorso vengono celebrati da una collezione di Alta Gioielleri­a di Boucheron, che unisce gli opposti con pezzi sontuosame­nte quotidiani, adatti a lui e a lei, da portare come accessori «di super lusso». Ce la racconta la direttrice creativa della maison, Claire Choisne.

In che cosa gli anni ’20 del 2000 assomiglia­no agli anni ’20 del ’900?

«Nel bisogno di essere liberi. Nei ruggenti anni ’20, si trattava, specie per le donne, di prendersi delle licenze nello stile. Erano gli anni dopo la Prima guerra mondiale: tutti avevano sofferto molto, ma riuscirono a ritrovare la gioia e metterla al centro della vita. Credo che faremo lo stesso dopo questa crisi, c’è la volontà di godersi qualcosa di grande dopo la sofferenza: la libertà».

Con che criteri ha consultato gli archivi?

«Per questa collezione, ho usato l’archivio digitale, anche se è molto più bello indossare i guanti e sfogliare i libri di illustrazi­oni UNO PER DUE

Per lui: spilla in oro bianco, diamanti e lacca nera. Per lei: collare in oro bianco con diamanti. A sinistra, orecchino in oro bianco e platino, con smeraldi colombiani su pavé di diamanti, onice, quarzo, con lacca nera. Tutto Boucheron,

A History of Style, Art Déco. Sotto, Claire Choisne, direttrice creativa della maison. e foto. In partenza mi ha guidato un criterio estetico, a posteriori, ho trovato nei pezzi scelti tre costanti: l’antagonism­o, essere semplici e opulenti insieme, il colore (bianco, nero, verde), il carattere femminile-maschile».

Nella collezione il super lusso incontra la funzionali­tà e in questo sembra superare il dilemma del genere. È così?

«Il gioiello oggi non è più l’ostentazio­ne di uno status, ma l’espression­e di uno stile. Il nastro di diamanti è un cerchietto per capelli, ma anche una cintura da smoking, la funzionali­tà scavalca i generi. Credo che gli uomini adesso siano più aperti a esprimere la loro personalit­à, e perché non con un gioiello? Quando col mio team abbiamo completato i disegni, li abbiamo sovrappost­i, con Photoshop, a diverse immagini di donne e di uomini e abbiamo visto che si sposavano in modo naturale con lo stile di questi ultimi. Ecco perché la collezione si chiama

A History of Style, Art Déco. Lo stesso pezzo ha una diversa narrativa, maschile o femminile, a seconda di come viene indossato e da chi».

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