CELESTE SINFONIA
Piccola digressione su una delle nuance del momento e che, prima di salire in passerella ed entrare nei nostri armadi, ha fatto un «lungo viaggio». Tra cultura popolare, arte, filosofia e persino teologia
LA GENESI del tuo colore
Si fa presto a dire azzurro, o meglio ceruleo, avrebbe detto Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly, nell’indimenticabile monologo del Diavolo veste Prada. E in effetti, dopo l’inevitabile colpo di fulmine per la nuance del tailleur pantalone di Max Mara, in gabardine di cotone antigoccia, la nostra mente comincia a viaggiare per associazioni. E complice anche la morbidezza dei pantaloni extra-large, ci porta a Napoli, tra i Quartieri Spagnoli e il Rione Sanità, dove gli edifici, ma anche i cortili interni, ospitano spesso delle edicole votive, veri e propri piccoli santuari urbani, dedicati in modo particolare alla Madonna. Quella nella sua versione più classica e popolare: la Vergine, raffigurata sempre in piedi, ha lo sguardo rivolto verso il basso per indicare il fatto che scende dal cielo sulla terra, e indossa un manto blu, a volte stellato, segno della sua origine celeste. Gerd Heinz-Mohr, in Lessico di iconografia cristiana, del resto scrive: «Il blu è il colore più profondo e immateriale, l’intermediario della verità, la trasparenza del vuoto presente nell’aria, nell’acqua, nel cristallo e nel diamante. Per questo motivo il blu è il colore del firmamento».