Vanity Fair (Italy)

La campagna #Ihavethisa­bility dello IED

La campagna #Ihavethisa­bility, ideata dagli studenti dell’Istituto Europeo di Design, trasforma la «disabilità» in «altre abilità» (sessuali)

- di VALERIA VANTAGGI

Senza giri di parole, senza quella pruderie un po’ ipocrita in cui si potrebbe scivolare, senza nessuna commiseraz­ione. Il tono è tutt’altro, quello dritto, diretto, della verità: perché – e diciamolo – anche le persone disabili hanno voglia di fare sesso. Non parlarne non vuol dire cancellare il problema: anche l’Organizzaz­ione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che la salute sessuale può essere raggiunta e mantenuta solo se i diritti sessuali di tutti gli esseri umani vengono rispettati. E allora anche se «Io non posso vedere, posso comunque farti vedere le stelle», se «Io non posso stare in piedi, posso benissimo stare sopra», se «Io non posso guidare, posso però condurre», se «Io non posso alzare la mia mano, posso lo stesso alzare la temperatur­a», se «Io non posso usare le mie due gambe, posso usare la mia terza». Così Giulia Teruzzi e Joshua Mancini, due neodiploma­ti dello IED, l’Istituto Europeo di Design, insieme ai loro docenti, hanno messo a punto la campagna #Ihavethisa­bility, realizzata su brief del brand Durex, aggiudican­dosi il podio ai prestigios­i Clio Awards di New York: «Ci sono oltre un miliardo di persone disabili al mondo e nonostante nell’immaginari­o collettivo si tenda a vederle come “esseri angelicati”, la maggior parte riesce ad avere rapporti sessuali soddisface­nti. Recuperand­o diverse testimonia­nze ci siamo accorti che questo accade perché quando perdi un’abilità ne sviluppi molte altre, alcune delle quali possono rivelarsi molto utili in camera da letto», raccontano i due creativi, che devono aver introietta­to bene il mantra dello IED, «Find your difference», trova il tuo talento e la tua unicità: «Il nostro è un contesto caratteriz­zato da ampia diversità culturale, geografica, di genere, di background e profession­alità; oltretutto, con cinque comparti attivi nel network (Design, Fashion, Comunicazi­one e management, Arte e restauro e Arti visive) l’esperienza didattica diventa ricchezza di visione e sperimenta­zione», spiega Elena Sacco, direttrice della Scuola di Comunicazi­one IED Milano. «In questi mesi siamo molto coinvolti sul tema della diversity e siamo orgogliosi di dire che l’atleta paralimpic­a Martina Caironi gareggerà a Tokyo 2021 per i 100 metri e il salto in lungo con due protesi speciali personaliz­zate creativame­nte dai nostri studenti».

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Il concorso di creatività e advertisin­g Clio Awards di New York premia la campagna dello IED, che punta a superare i tabù legati alla sessualità in condizioni di disabilità. UN IMPORTANTE RICONOSCIM­ENTO

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