Vanity Fair (Italy)

Grazie controllor­e

- di DARIA BIGNARDI

Grazie controllor­e brizzolato che con gentilezza infinita venerdì mi hai fatto un cambio classe sulla Milano-Mestre perché in seconda – ora che non c’è più il distanziam­ento – si stava troppo ammassati. Grazie per la pazienza con la quale dopo il cambio hai verificato il mio Green Pass, che non c’era collegamen­to e hai provato tre volte, e non solo a me ma agli altri quattro che come me avevano potuto investire diciannove euro per viaggiare un po’ più sereni. Sono fierissima del mio Green Pass e ogni volta lo sfodero con orgoglio, come quando sale il controllor­e in tram e mostri fiero che sì, tu ce l’hai il biglietto (dài, una volta, da giovani, è capitato a tutti di non averlo) e ti senti un cittadino modello, neanche avessi salvato un bambino. Per il Green Pass è come per il biglietto del tram, ogni volta lo sbandiero con fierezza come se averlo non fosse il mio dovere ma chissà che valoroso merito. A dirla tutta non è che ce l’abbia sempre già in mano quando lo chiedono, perché non ho ancora capito bene dove serve e dove no: devo cercarlo tra i preferiti delle foto, ci metto trenta secondi, e tutte le volte mi riprometto di stamparlo e plastifica­rlo per non far perdere tempo a chi lo chiede. Grazie a tutti voi, lavoratori dello Stato e del privato che con pazienza e gentilezza ci chiedete il Green Pass, aspettate che lo cerchiamo, vi smazzate quelli che non lo trovano subito o addirittur­a non ce l’hanno, o, Dio non voglia ma ci sono, li ho visti io, pretendono più o meno aggressiva­mente di poter viaggiare o entrare lo stesso senza. Vi sono grata, a voi che controllat­e il Green Pass, a voi che ci ricordate di misurare la febbre prima di entrare in un luogo pubblico o di indossare bene la mascherina: non credo vi paghino di più per quello che state facendo per noi. Lo so che non vi pagano di più, ma dovrebbero. Porca miseria se dovrebbero. Ognuno di noi vive nel suo lavoro, se ce l’ha, dei disagi legati alla pandemia, ma qualcuno di più. A tutti voi, che state lavorando gratis per noi: grazie.

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