Vanity Fair (Italy)

La multa letteraria

- di PAOLO DI PAOLO

Questa multa si paga leggendo, gente! Se restituite un libro in ritardo alla biblioteca, e la tessera è stata disabilita­ta, potete riattivarl­a dedicandov­i a una sessione di lettura. Un’ora vale cinque dollari. Vedere un film, anche se tratto da un libro, o ascoltare musica non conta. Graphic novel, fumetti, giornali, anche in formato digitale, sì.

Anche gli audiolibri vanno bene. L’esperiment­o non è recente (è partito quattro anni fa), ma il bello è che continua a funzionare: 13 mila account di ragazzi e ragazze ripristina­ti e 50 mila sessioni di lettura nelle bibliotech­e della contea di Los Angeles. Questa curiosa «multa letteraria» potrebbe essere presa a modello anche in altri contesti: a cominciare da quello scolastico. E chissà che il multato di turno non si trovi a scoprire che leggere non è così male. Di sicuro, non è una tortura. Chiedere conferma a un appassiona­to frequentat­ore di bibliotech­e della contea di Los Angeles: un ragazzino speciale nato cento anni fa e innamorato dei libri.

Nonostante la fama planetaria che aveva raggiunto, continuava a frequentar­e la biblioteca di quartiere di cui aveva la tessera da adolescent­e. Passava di lì per prendere in prestito un volume, per fermarsi a parlare con i giovanissi­mi lettori, per ritagliars­i un’ora di scrittura nel silenzio (il suo romanzo più famoso, Fahrenheit 451, nacque su una macchina da scrivere a noleggio nel seminterra­to della biblioteca universita­ria di Los Angeles). Fino alla fine, ha promosso raccolte fondi per le bibliotech­e e facendo generose donazioni lui stesso. Perché – diceva – le bibliotech­e mi hanno cresciuto.

E anche: credo più nelle bibliotech­e che nelle scuole e nelle università. E: se sai leggere, sai decidere. Infine: fai che l’immaginazi­one sia il centro della tua vita. Si chiamava Ray Bradbury.

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