Il complottismo sì, ma meglio se fantasy
Anche il Covid in fondo ha fatto qualcosa di buono. Se proprio bisogna vedere qualcosa di positivo lasciato dalla pandemia, bisogna dire che a un certo punto ha aiutato a fare una certa scrematura.
Chi è no-vax infatti generalmente è anche molto altro, come se una pazzia se ne trascinasse dietro altre. In questi giorni Silvana
De Mari, bombastica dottoressa, psicologa e scrittrice fantasy, già nota per le sue teorie antigay e per l’ossessione con cui discetta, sui coraggiosi giornali che la ospitano, delle complicate ripercussioni fisiologiche dei rapporti omosessuali, è stata sospesa dall’Ordine dei medici. Ma non in quanto propalatrice delle teorie riparative, non per aver denunciato «l’aumento degli incesti» a causa della «ipersessualizzazione dei minori», non per aver sostenuto che «l’omosessualità è una condizione drammatica per la condizione anorettale» (è un po’ fissata coi dettagli anatomici: che l’atto omosessuale «è un gesto di violenza e di sottomissione.
È un gesto che viene sempre fatto nelle iniziazioni sataniche»). No, l’Ordine dei medici di Torino l’ha sospesa perché naturalmente la dottoressa è anche no-vax, e sostiene energicamente che «i vaccini sono a base di cellule di feto abortito degli anni Settanta, feti che avevano già imparato a riconoscere la voce della mamma», e così via.
La povera dottoressa nel frattempo è stata oscurata dai vari social network, ma secondo lei è perché «il ministro Speranza ha pagato Facebook»; insomma essere autori fantasy non è necessario per essere complottisti, ma aiuta.