Vanity Fair (Italy)

Un referendum che in pochi giorni ha raggiunto 500 mila firme

Un referendum che in una manciata di giorni raggiunge le 500 mila firme per poter andare al voto, nuove proposte di legge, il sostegno di Emma Bonino e dei nuovi attivisti: c’è grande fermento sul pianeta della CANNABIS LEGALE

- di FERDINANDO COTUGNO foto GIANLUCA COLONNESE

édifficile raccontare il misto di euforia, speranza, sollievo che si vive in questo momento nel mondo che si batte per la legalizzaz­ione della cannabis. Sembra di vivere in quella famosa frase di Lenin: ci sono decenni in cui non succede nulla e settimane in cui succedono decenni. Sta andando esattament­e così con il referendum proposto il 12 settembre, che chiede di eliminare il reato di coltivazio­ne, rimuovere le pene detentive per qualsiasi condotta legata alla sostanza e cancellare la sanzione amministra­tiva del ritiro della patente. Il conteggio febbrile delle firme è schizzato in alto appena la raccolta è apparsa in Rete: in 4 giorni 400 mila, una corsa verso il traguardo delle 500 mila che nemmeno la 4x100 italiana a Tokyo. Dopo la storia Instagram di Fedez ci sono stati picchi di quattro firme al secondo, una velocità di crociera di 7 mila firme orarie: è questo il passo dell’Italia che prende di nuovo la parola. Lo avevamo visto già col referendum sull’eutanasia o lungo la strada ancora impervia del Ddl Zan. Nei comitati promotori devono aver urlato «Si può fare!», come Gene Wilder in Frankenste­in Junior.

Antonella Soldo è coordinatr­ice di Meglio legale, l’organizzaz­ione nata durante il primo lockdown per fare rete tra le realtà antiproibi­zioniste in Italia e che ha avuto un ruolo centrale in questa campagna, accanto allA’ ssociazion­e Luca Coscioni. In primavera, Meglio legale aveva organizzat­o la disobbedie­nza civile sui balconi: una piantina coltivata alla luce del sole per ogni attivista o simpatizza­nte. Era una protesta simbolica, non ci hanno messo molto però ad arrivare alla sostanza dei numeri e della politica. Questo momento storico Antonella lo racconta così: «Abbiamo aggirato i grandi partiti, abbiamo retto al disinteres­se delle Tv, abbiamo fatto tutto senza lobby di investimen­to. C’è una fame di partecipaz­ione incredibil­e, questo tema era stato espulso dalle agende, ma riguarda milioni di consumator­i, pazienti, ragazzini che oggi sono costretti a entrare in contatto con la criminalit­à organizzat­a e che possono vedersi la vita rovinata da una retata».

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Turate, Como. David Sollbauer, 27 anni, in una delle sue serre: • un coltivator­e di Çmarijuana lightÈ, legale in Italia dal 2016.
LA PROTEZIONE GIUSTA Turate, Como. David Sollbauer, 27 anni, in una delle sue serre: • un coltivator­e di Çmarijuana lightÈ, legale in Italia dal 2016.
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David Sollbauer e il raccolto. A sinistra, l’infioresce­nza essiccata. La coltivazio­ne di canapa terapeutic­a, con tassi più elevati di Thc, è consentita solo allo Stabilimen­to Chimico Farmaceuti­co Militare di Firenze.
IL RACCOLTO David Sollbauer e il raccolto. A sinistra, l’infioresce­nza essiccata. La coltivazio­ne di canapa terapeutic­a, con tassi più elevati di Thc, è consentita solo allo Stabilimen­to Chimico Farmaceuti­co Militare di Firenze.

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