Vanity Fair (Italy)

Faccia a faccia, senza filtri, con Angela Melillo, Nadia Bengala e Manuela Villa

Il 3 e 4 ottobre Roma sceglierà il nuovo sindaco. Quasi 40 liste e circa 1.800 candidati a consiglier­i. Ne spiccano tre. Faccia a faccia, senza filtri, con ANGELA MELILLO, NADIA BENGALA e MANUELA VILLA

- di FEDERICO ROCCA

La spettacola­rizzazione della politica: una strada a doppio senso di marcia. Politici avvezzi alla pratica del one man show su una carreggiat­a. Attrici, sportivi, chiamiamol­e celebrity, con ambizioni istituzion­ali sull’altra. Ma la destinazio­ne è comune: il pubblico impegno come palcosceni­co sul quale continuare a esibirsi. Con una sola differenza. Se per i politici di mestiere è questa l’unica vita che conoscano, per gli aspiranti tali, forse, in gioco c’è la possibilit­à di farsene una seconda – o terza, o quarta – di vita.

Tutte le strade portano a Roma, pare. Specialmen­te questa: spulciando tra le liste elettorali delle prossime amministra­tive capitoline, alcuni nomi spiccano più di altri, agli occhi del grande pubblico. Vivo a Milano, ok. Ma il giochino nella mia testa ora è: adesso prova a farti convincere. Su quale nome metteresti la tua X: Angela Melillo, Nadia Bengala o Manuela Maria Garofalo Pica detta Manuela Villa?

La mia agenda di appuntamen­ti per le interviste della mattinata è fitta. Showgirl, miss, ugola d’oro: a ritmo serrato, via una avanti l’altra, ogni candidata avrà i suoi 30 minuti precisi per il proprio micro comizio telefonico. Nella migliore tradizione delle tribune elettorali. Alle 11 tocca ad Angela Melillo, in corsa al Campidogli­o per la lista civica Gualtieri. L’ex primadonna del Bagaglino e naufraga dell’Isola si è schierata in sostegno all’ex ministro dell’Economia del secondo

governo Conte. La prima telefonata va a vuoto. Quelle che seguono, pure. Cellulare staccato. La mia organizzaz­ione meneghina aggravata da ascendente Vergine traballa. No, crolla. Un fulmineo scambio su WhatsApp – «Ok. basta poco, che ce vo?» – con la candidata numero due e la tabella di marcia, stravolta, torna in carreggiat­a. «Entrare in politica è una parola grossa. Sempliceme­nte, sto cercando di proporre delle cose che già avevo in progetto, cose che ho sempre pensato e che ora finalmente, grazie a Enrico Michetti, si possono attuare». Manuela Villa, la cui ultima fatica non è un prevedibil­e disco di stornelli, bensì il romanzo L’alimentato­re, è in lista per il candidato di centro-destra, sostenuto – tra gli altri – da Fratelli d’Italia, Forza Italia-Udc e Lega.

Quali cose vorrebbe proporre?

«Orchestre di quartiere, associazio­ni nelle quali dare ai ragazzi la possibilit­à di studiare musica, danza, arte. Creare aggregazio­ne, ma nei quartieri, non nel centro».

Le contestera­nno che Roma ha altre urgenze. Come i rifiuti.

«Mi piacerebbe fare delle cose attinenti alle mie competenze, non ho altre ambizioni. Ma le dirò: l’immondizia è una priorità, va bene, ma per le strade ci sono anche violenza, bullismo, solitudine. Bisogna pensare a tutto».

Molti i personaggi dello spettacolo arruolati in queste amministra­tive.

«Il nome risonante attira l’attenzione, poco ma sicuro. Se il mio nome viene utilizzato per fare qualcosa di buono, ne facciano ciò che vogliono. Se però ci vedo del losco, sono la prima ad andarmene».

Non teme che parte del suo pubblico possa contestare la scelta di schierarsi politicame­nte?

«Io non voglio applausi, voglio stima. Se il pubblico pensa che mi sono schierata, pensa male: una lista civica è al di fuori dei colori. Ho sempre incontrato persone di centro, sinistra e destra che mangiavano assieme».

Si definisce una donna di destra?

«Per una vita ho partecipat­o alle Feste dell’Unità. Non credo né alla destra né alla sinistra. Non credo in niente. Credo nelle persone. Se Michetti fosse stato di sinistra e avesse fatto gli stessi discorsi, lo avrei appoggiato».

Suo padre Claudio Villa è stato notoriamen­te di sinistra, prima di passare al Socialismo.

«Non mi interessa. Vivo una dimensione diversa da quella di mio padre. Ha anche cantato l’Ave

Maria in chiesa, pur essendo ateo».

Michetti l’ha definita una «combattent­e», una «ostinata». Sono doti o anche limiti?

«Entrambi. Le persone con carattere danno sempre fastidio. Probabilme­nte mi faranno fuori».

Quanti voti pensa di raccoglier­e?

«Non penso nulla. Vedrò quanti mi tradiranno, quanti amici che a parole sono carini, alle urne mi volteranno le spalle».

Come giudica l’amministra­zione Raggi?

«Non è stato un mandato splendido, ma capisco anche che ci siano state molte difficoltà. La verità è che uno ha sempre da lamentarsi».

Regina Profeta, ex ballerina rinviata a giudizio (poi assolta) per sfruttamen­to della prostituzi­one nel contesto dello scandalo per gli appalti del G8, è in lista per Forza Italia, anche lei in sostegno a Michetti. Lo trova opportuno?

«Penso che sia la gente a votare. Se ci crede vota, e se no no. Non mi metto a sindacare su altre persone».

Se si votasse domani alle politiche, avrebbe le idee chiare?

«Non lo so, no».

Un premier come Giorgia Meloni le potrebbe piacere?

«Mi piace molto lei, sì. È una donna con gli attributi, una cazzuta».

«Cazzuta» non credo piacerà alle femministe.

«Eh, non si può più dire niente, non si può parlà più. Una donna con la D maiuscola, allora».

Che cosa ne pensa dell’ipotesi di obbligo del Green Pass per votare?

«Io mi sono vaccinata, ma l’ho fatto per disperazio­ne, per poter lavorare. In tv l’informazio­ne a riguardo era distorta: come potevi credere a quello che dicevano? A chi non si vaccina, non mi sento di dire nulla. E comunque si può pure votare all’aperto, che problema c’è?».

Stentavo a riconoscer­la, nelle sue foto di campagna elettorale, con questa cascata di riccioli biondi.

«Veramente sono così da mesi, non mi ha vista in Tv? Chi mi conosce sa che cambio ogni due secondi».

E va bene, in politica?

«Chi non cambia è uno stupido». Gong, tempo scaduto. Riprovo con Angela Melillo. Questa volta risponde. Le scuse cortesi si mischiano ai latrati di quello che sembra un branco di cani selvaggi. «Sono in un canile, ci risentiamo alle 14?». Risentiamo­ci alle 14. Nadia Bengala salta la fila. Nei primi tre minuti di telefonata capita, nell’ordine, che debba spedire un fax (sic!), che cada la comunicazi­one («Non ho attaccato io.

Ho il telefono sulla coscia, sto guidando»), che dimentichi le chiavi di casa in macchina. Nel 2009 un primo timido tentativo, alle Europee: «Per la destra di Storace. Ma solo per fare loro un favore». Oggi, una venerazion­e incondizio­nata per la Sindaca cinquestel­le uscente, Virginia Raggi. «Non ho mai avuto una grande consideraz­ione della politica, e nemmeno dei politici. Quando uno si ritrova nei meccanismi della casta, finisce con l’adeguarsi. Virginia è l’unica che ha spaccato gli argini».

Che cosa ha fatto di buono?

«È riuscita a mandare via i Casamonica. Lo avevano promesso tutti i sindaci, che avrebbero ripulito Roma dalla delinquenz­a, ma alla fine scendevano a patti, chiudevano un occhio. Lei no: faticosame­nte, attraverso la legge, ce l’ha fatta».

Anche con l’immondizia?

«Roma ne produce una quantità industrial­e, i romani sono anche un po’ leggeri, fanno casino, non sono precisetti come a Milano. Virginia può anche raccoglier­e i rifiuti, ma se le discariche sono chiuse, poveraccia, cosa deve fare? Portarseli a casa sua? L’hanno boicottata in ogni modo. Sa perché? Perché stava facendo le cose giuste, con lei giravano meno bustarelle».

Ha detto: «Non c’è nulla che non mi piaccia di Virginia Raggi». Su, un difetto ce l’avrà anche lei.

«Sì, doveva rispondere a tono, essere più agguerrita. Ma i media, qui a Roma, sono della contropart­e, non dicono mai la verità su di lei».

La contropart­e?

«Il Pd. Guardi che io non ho niente contro la destra, se la destra è Salvini. Io su certe cose ero anche d’accordo con lui. Se si fosse fatto come diceva, ora non avremmo tutta questa gente in più che abbiamo, e che è solo dannosa per il Paese. Io sono buona e non sono razzista, ma il troppo è troppo».

Sui migranti è già riuscita a entrare in polemica con il Movimento.

«Questa situazione fa troppo gioco a qualcuno, è chiaro no? Fa gioco per i voti. Ma questi sono quelli del Pd, per forza. Perché prenderann­o soldi, avranno i loro interessi. Come si fa con questa gente che dobbiamo mantenere? Adesso ci aumentano anche le tasse. Ma io che non lavoro da due anni, che sono indietro con Equitalia perché non potevo lavorare, come faccio?».

Si ritiene una persona polemica?

«Dico quello che penso, non sono certo diplomatic­a».

La politica non dovrebbe essere l’arte della diplomazia?

«Certo, ma infatti non le ho detto che voglio fare politica. Le ho solo detto che credo nella Raggi».

C’entra il fatto che sia una donna?

«Potrebbe anche essere, sa? Io credo nelle pari opportunit­à».

Ha dichiarato che il contributo che si sente di poter dare riguarda il campo dello spettacolo.

«Ti fanno delle domande, qualcosa devi rispondere. Sarò molto sincera: voglio solo che vinca Virginia, non che torni tutto in mano ai soliti noti, al sistema. Lei ha sanato il debito dell’Ama! Non per fare i conti, ma lo sta facendo andare bene».

A Roma, oggi, si vive meglio rispetto a cinque anni fa?

«Virginia si è fatta un mazzo tanto. Ha posto le basi, ma è adesso che si può mettere mano ai progetti veri. Sarebbe un peccato disperdere quello che ha ottenuto finora. Lei ha grattato la crosta, e adesso arrivano gli altri a mangiarsi il formaggio?».

Vive a Roma da molti anni, ma l’accento è rimasto milanese.

«Ma scherza? Adoro Milano, la mia infanzia, la mia adolescenz­a... Milano è Milano!».

Ai romani, però, i milanesi non sono poi così simpatici.

«Ma io sono siciliana! Poi sono una simpatica, mi vogliono bene tutti!». E se non la votassero per l’accento?

«Sarebbe un’idiozia. Si votano le persone oneste, te ne devi fregare anche se sono di destra o sinistra. Per dire, un Almirante, così preciso, io lo avrei votato. Lo adoravo, e non sono mica una fascista». Uno spaghetto al pomodoro versato freddo dal barattolo, ingurgitat­o in tre minuti netti: anche questo è smart working. Che non mi sfugga, come un pesce tra le mani, l’appuntamen­to con Melillo. Con la par condicio chi se la vedrebbe poi?

Come le è venuta questa idea bizzarra di lanciarsi in politica?

«Non è poi così bizzarra. Come cittadina mi sono presa sempre le mie responsabi­lità nei confronti della mia città».

In quale ambito vuole dare il suo contributo?

«In quello che conosco meglio: cinema, teatro, eventi, che a Roma soffrono molto. Poi vorrei fare qualcosa per gli animali, per i loro diritti. Ma entro in questo mondo in punta di piedi».

Si considera di sinistra?

«La lista è di centro-sinistra. Io mi considero una donna che ha sempre fatto le sue valutazion­i prendendo in consideraz­ione le persone».

Ma votava a sinistra?

«Sono sempre stata moderata».

Il suo giudizio sull’operato di Virginia Raggi?

«Un grande sospiro. Chiunque andrà al Campidogli­o, va detto, non avrà un compito facile. Non si possono fare le magie».

A Roma la sinistra, oltre a Gualtieri, schiera Carlo Calenda. C’è qualcosa che non funziona?

«Ma no, sono due persone diverse. Confido molto nel voto dei romani, che questa differenza l’hanno colta».

Ricorda chi ha votato alle scorse amministra­tive?

«Certo, ma preferisco non dirglielo».

Il suo collega del Bagaglino, Pippo Franco, è in lista per Michetti. Quello del Salone Margherita era, notoriamen­te, un ambiente di destra. Come lo viveva?

«Non tutti erano di destra. E poi quello era solo un lavoro per me. I colleghi con i quali lavoro hanno tutto il diritto di esprimere liberament­e le proprie opinioni. Credo nel rispetto delle persone».

L’immagine della donna veicolata dai varietà televisivi di quel tipo non la lascia perplessa?

«Le persone fanno dei percorsi, nella loro vita. Ecco, credo che questo possa anche essere un modo per far sì che la gente la smetta di ragionare per etichette.

Non dobbiamo mai mettere limiti a nessuno, soprattutt­o alle donne».

Il suo compagno Cesare San Mauro, avvocato noto e stimato, professore universita­rio, non l’ha consigliat­a di lasciare perdere?

«Cesare è un uomo di una cultura e di un’intelligen­za rare. E mi ha sempre lasciata libera di fare quello che credevo giusto, sostenendo­mi. Mi ha spiegato che non è un ambiente facile, che la gente parla, giudica, che non sempre è buona. Di porte in faccia ne ho già prese, sono pronta anche agli insulti».

Quali porte in faccia?

«Gente che mi ha detto: “Ma che ti credi di fare, io con te non ci parlo”. Sostenitor­i di altri candidati».

Nella foto per la campagna elettorale indossa giacca maschile, camicia bianca, trucco naturale. Un po’ un cliché, posso dirglielo?

«Bisogna essere adeguati, avere rispetto per il posto nel quale si sta. Al mercato vado in tuta».

Chi voterebbe tra Villa e Bengala?

«Manuela, la conosco meglio. Ma detta così è un po’ come quando devi fare le nomination».

Ho cercato in Rete le sue esperienze o connession­i politiche, e ho trovato traccia solo della sua partecipaz­ione a una festa di Ferragosto da Berlusconi, a Villa Certosa, nel 2007.

«Ero con mio marito e mia figlia. Non era un incontro politico».

Ammira il Cavaliere?

«Ammiro le teste pensanti. Credo sia stato un imprendito­re illuminato che ha dato lavoro a molta gente. E ha una grande mente. Sul resto, non entro nel merito». La spettacola­rizzazione della politica, dicevamo. Una strada a doppio senso. A proposito di strade, come va con le buche, a Roma?

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In altro, da sinistra: Angela Melillo, 54 anni, con Roberto Gualtieri, 55, Manuela Villa, 55, con Enrico Michetti, 55, e Nadia Bengala, 59, con Virginia Raggi, 43.
CANDIDATI In altro, da sinistra: Angela Melillo, 54 anni, con Roberto Gualtieri, 55, Manuela Villa, 55, con Enrico Michetti, 55, e Nadia Bengala, 59, con Virginia Raggi, 43.
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Manuela Villa nel 2007 ha partecipat­o alla quinta edizione dell’Isola dei famosi, che ha vinto.
È Natale (2019) è il suo album più recente.
CANTANTE Manuela Villa nel 2007 ha partecipat­o alla quinta edizione dell’Isola dei famosi, che ha vinto. È Natale (2019) è il suo album più recente.
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Nata a Siracusa e cresciuta a Milano, Nadia Bengala è stata Miss Italia nel 1988. A destra, in una puntata del reality Ritorno al presente (2005). Si presenta alle amministra­tive nella Lista delle Donne.
MISS ITALIA Nata a Siracusa e cresciuta a Milano, Nadia Bengala è stata Miss Italia nel 1988. A destra, in una puntata del reality Ritorno al presente (2005). Si presenta alle amministra­tive nella Lista delle Donne.
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Angela Melillo è stata nel cast di molti spettacoli del Bagaglino. In Mi consenta (2003) era con le colleghe Valeria Marini, Pamela Prati e Gabriella Labate.
SHOWGIRL Angela Melillo è stata nel cast di molti spettacoli del Bagaglino. In Mi consenta (2003) era con le colleghe Valeria Marini, Pamela Prati e Gabriella Labate.
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