Vanity Fair (Italy)

Il mondo della libertˆ

- di SIMONE MARCHETTI Buona lettura

Quando un padre guarda un figlio, vede tutti i figli del mondo, anche quelli che nascono e vivono sotto le bombe». Sono le parole di Biagio Antonacci, 58 anni: le ha dedicate a suo figlio Carlo, nato da soli tre mesi. Biagio e Carlo sono i protagonis­ti della nostra nuova copertina perché sabato 19 marzo sarà la festa del papà. Per questa ricorrenza, e in esclusiva per Vanity Fair, Biagio ha scritto una lettera al figlio, come fosse il testo della sua canzone più importante di tutte. La trovate a pagina 36: non perdetela, è un manifesto di vita, di speranza, di lotta. Di libertà.

Cambio di prospettiv­a. Mariupol, Ucraina, ospedale pediatrico. Dalle macerie della struttura bombardata dall’esercito russo, arriva una barella sorretta da alcuni volontari: porta una donna incinta che ha lo sguardo perso nel vuoto, i capelli lunghi, una mano sotto il mento, come in un gesto di stupore, e l’altra intorno al grembo, come a proteggere il bambino che porta dentro sé. L’immagine fa il giro del mondo mentre la propaganda di Vladimir Putin proverà a smentirla con l’ennesima fake news vergognosa.

Putin fallirà. Ma la donna perderà la vita. E così il suo bambino. Riuscirà invece a dare alla luce il proprio figlio Marianna Podgurskay­a, anche lei ospite dello stesso ospedale, e anche lei finita nell’infamia delle notizie false russe. Prima dell’invasione dell’Ucraina, Marianna lavorava come beauty influencer, pubblicizz­ando trucchi, prodotti e creme. Ce la ricorderem­o col sangue sul viso, i capelli raccolti e la fierezza di chi non vuole cedere a paura e disperazio­ne.

Le guerre sono questo. E i dittatori come Vladimir Putin sono questo. Il loro vero volto non lo vedi sui loro visi ma su quelli delle loro vittime. Mentre scrivo non so quanto durerà questa inutile guerra, se i negoziati finalmente porteranno a un risultato, se le fosse comuni, le bombe, le armi non consentite e le ennesime bugie di Mosca diventeran­no, si spera, un argomento del passato.

Quello che so è che non ci sono spiegazion­i, né politiche né tantomeno economiche, dietro a chi spara su cordoni umanitari o a chi bombarda un ospedale pediatrico. Quello che so è che siamo fortunati a vivere in un Paese, l’Italia, e in una comunità, l’Europa, che non hanno nulla a che fare con la Russia di Putin. Quello che so è che la nostra libertà ha un prezzo, un prezzo che va pagato e che va anche difeso. Quello che so è che guardando i figli dell’Ucraina, quindi i figli di tutti, non si può che scrivere che esistono due mondi. Quello della libertà e quello di Putin. E non si può che augurare a tutti i figli di vivere nel mondo della libertà.

PS: la settimana scorsa, la scrittrice e nostra editoriali­sta Nadia Terranova ha dato alla luce Luna, la sua prima figlia. Questa lettera di Biagio è dedicata anche alla piccola Luna.

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