NICOLE KIDMAN
Con A proposito dei Ricardo rischia di vincere il SECONDO OSCAR. Ma lei minimizza: «Cerco di non analizzare troppo le cose. E sono un po’ stramba, mi piacciono gli strambi»
Spesso, come donna, se sei intelligente senti quasi di doverti scusare. Lucille non si scusava mai per la sua intelligenza». Lucille sta per Lucille Ball, leggenda della tv americana. A citarla è Nicole Kidman, che la interpreta in A proposito dei Ricardo (titolo originale: Being the Ricardos) di Aaron Sorkin, ruolo che le è valso la candidatura come migliore attrice.
Che vinca o meno l’Oscar, non è la prima figura femminile formidabile, perdipiù realmente esistita, nel curriculum della
Kidman già costellato di premi: Virginia Woolf (The Hours), Martha Gellhorn (Hemingway & Gellhorn), Diane Arbus (Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus), Grace Kelly (Grace di Monaco). Ogni volta lei infonde una tale umanità ai personaggi da ammalarsi, accollarsi le loro sofferenze, allineare il suo sistema immunitario al loro. È successo dopo Big Little Lies - Piccole grandi bugie, in cui ha vestito i panni di una moglie vittima di violenza: «Spesso il corpo non sa distinguere tra realtà e finzione», continua.
Pur essendo figlia di uno psicologo (e biochimico) e pur avendo interpretato personaggi disturbati in Batman Forever, The Undoing Le verità non dette e Nove perfetti sconosciuti, Nicole Kidman è poco propensa all’introspezione: «Cerco di non analizzare troppo le cose», dice poco prima di minimizzare la sua carriera quarantennale: «Mi sono sempre solo trovata nel posto giusto al momento giusto». Non si definisce nemmeno una star del cinema: «Il mio compito è concentrarmi sulle emozioni e trasmetterle». Si considera una caratterista che, come Lucille Ball, ha preso coscienza del potere di stare dietro la macchina da presa. Dopo aver lanciato Blossom Films oltre un decennio fa con Per Saari, si è impegnata a creare più opportunità al femminile. Uno dei suoi prossimi progetti, Roar, dark comedy antologica composta da otto storie che illustrano che cosa significa essere una donna oggi, ha trovato in Apple un partner entusiasta: «È una serie per certi versi un po’ stramba, che va benissimo: sono un po’ stramba anch’io e mi piace supportare gli altri strambi». Nicole Kidman apprezza il fatto di poter raggiungere gli spettatori attraverso il mezzo più democratico dello streaming, e ha sentito la differenza nella risposta del pubblico. «Prima del Covid, la gente diceva: “Posso abbracciarti? Voglio raccontarti la mia storia”. Era diventato un rapporto immediato, straordinario, molto diverso da ciò a cui ero abituata. Film come Ritratto di signora e Eyes Wide Shut non suscitavano queste reazioni, lasciavano più distaccati».
Il futuro? «Quando non affronterò più ogni ruolo come se fossi appena uscita dalla scuola di recitazione, allora non avrà più senso fare questo mestiere».
«Quando recito, spesso IL MIO
CORPO non sa distinguere tra realtà e finzione»