Pronti per PACHINKO?
Dalla Corea arriva una saga-kolossal in otto episodi, che ci porterà lontano. E già promette di diventare un cult
Dpersone ue anni e mezzo di lavoro, un cast di quasi 700 e un budget che supera di gran lunga quello già notevole di Game of Thrones. Pachinko - La moglie coreana è il sontuoso dramma storico che gli orfani di Squid Game e degli altri k-drama stanno aspettando come l’aria. Dal 25 marzo su Apple Tv+, ha per protagonista la matriarca Sunja e la parabola fenomenale di sopravvivenza dei suoi eredi dal 1915 al 1989, tra la Corea e gli Stati Uniti passando per il Giappone. L’intento della produttrice Soo Hugh: illustrare il passato di un Paese per parlare a tutto il mondo. Ecco quello che bisogna sapere, anche solo per fare bella figura con chi, dalla serie-fenomeno sudcoreana made in Netflix in poi, guarda solo prodotti di origine K.
SE LO DICE OBAMA
Pachinko - La moglie coreana è tratta dall’omonimo best seller di Min Jin Lee, scrittrice americana nata in Corea (in Italia il romanzo è edito da Piemme). La storia ha commosso l’ex presidente Usa Barack Obama, che ha lodato la resilienza e l’umanità di Sunja.
DO YOU KNOW PACHINKO?
È la forma di gioco d’azzardo più popolare in Giappone, che si è diffusa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Le colorate macchinette simili ai flipper occidentali costituiscono una parte fondamentale della narrazione: agli immigrati coreani era concesso lavorare presso le sale del pachinko, luogo che farà la fortuna degli eredi di Sunja.
LA SIGNORA DELL’OSCAR
Tre attrici interpretano la protagonista nelle fasi della sua vita: cresciuta in un villaggio di pescatori, coinvolta in una relazione proibita con un uomo pericoloso e affascinante, a un certo punto è costretta dall’occupazione imperiale a diventare una «zainichi», un’immigrata coreana in Giappone. Il ruolo di Sunja settantenne è stato affidato a Youn Yuh-jung: era nel conturbante The Housemaid, presentato al Festival di Cannes nel 2010, e resta la prima sudcoreana ad aver conquistato lA’ cademy Award come migliore attrice non protagonista l’anno scorso per Minari di Lee Isaac Chung.
IL RE DI COREA
Per l’altrettanto ambita parte di Ko Hansu, villain della situazione che tanto villain non è, il suo interprete ha accettato di sostenere un provino, pratica che in Corea viene riservata soltanto ai novellini. Lee Min-ho, 34 anni, è un’icona vivente in Asia: lanciato dal k-drama di culto Boys Over Flowers, ha 28,7 milioni di follower su Instagram ed è ambassador di Hugo Boss e Fendi.
TRE PAESI, TRE LINGUE
Per le riprese la troupe ha girato per il mondo. Il primo ciak è stato in Canada a inizio 2021: qui è stata ricostruita la New York degli anni ’80. Quando Soo Hugh ha dovuto decidere quale lingua preferire per i dialoghi, non ha avuto dubbi: la serie sarà trilingue, rispettando le origini di ciascun personaggio.