Tale madre TALE FIGLIA
Dice di somigliare di più al papà. Ma della mamma Tilda, Honor Swinton Byrne ha seguito le orme. La prova provata: The Souvenir Part II
Se vuoi cominciare, meglio farlo con l’amica storica di tua madre. Il massimo: con entrambe. È quello che deve aver pensato Honor Swinton Byrne, visto che la sua prima volta sullo schermo (a parte un cameo in Io sono l’amore di Luca Guadagnino) è affiancata dalla mamma Tilda ed è diretta dalla di lei best friend Joanna Hogg. Ventiquattro anni, studi di Psicologia a Edimburgo, un fratello gemello di nome Xavier e il papà John sceneggiatore, Honor ha debuttato in The Souvenir Parte 1 e 2 (ora anche la seconda è sulle principali piattaforme), film semi autobiografico che ripercorre la vita artistica della stessa regista. Curiosità: nel cast ci sono persino i tre Springer Spaniel di casa Swinton, che allo scorso festival di Cannes hanno ricevuto il Palm Dog per la performance.
Come si è preparata?
«Ho letto i diari e le lettere di Joanna, non c’era nemmeno una sceneggiatura».
Sua mamma non ha frequentato una scuola di recitazione. Lei?
«Ho il suo stesso approccio: prendo dalle esperienze della vita».
Recitare è stato come se lo immaginava?
«Sono cresciuta in questo ambiente e sapevo che è un lavoro durissimo. Però, è diverso quando lo fai tu. Ho detto a mia madre che finalmente la capivo: è dare se stessi di continuo».
Com’è stato condividere il set con lei?
«Molto interessante. La nostra relazione è agli antipodi di quella che si vede in The Souvenir. La difficoltà è stato non poterla abbracciare, specie con il suo look di scena, con il quale sembrava la nonna!».
È vero che tra la prima e la seconda parte del film è andata a fare volontariato in Africa?
«Sì, avevo bisogno di staccare e mettere un po’ di distanza dall’intensità delle riprese. Sono stata via cinque mesi, durante i quali ho insegnato ai bambini delle scuole elementari.
A un certo punto mia madre è venuta a trovarmi con il suo compagno (Sandro Kopp, ndr); sono andata ad accoglierli all’aeroporto e ho detto: “Benvenuti nel mio Paese”. Anche lei, alla mia età, era stata volontaria in Kenya».
Che cosa ha ereditato da sua mamma?
«Una certa disinvoltura, l’ottimismo e il fatto di credere nell’intelligenza emotiva».
Esteticamente assomiglia di più a suo padre.
«Sì, entrambi abbiamo questa faccia lunga. Mio fratello, invece, è tutto nostra madre».
Lei e Xavier siete simili?
«Per niente! Lui è serissimo e non parla delle sue emozioni».
A proposito di emozioni: che cosa la entusiasma del cinema?
«Adoro horror, zombie, omicidi e dintorni».
Avrà amato Suspiria di Luca Guadagnino...
«Tantissimo! È stata la prima volta che guardando un film mi sono dovuta voltare dall’altra parte per la paura».