KITCHEN SHOW
Che siano grandi come saloni o piccole come armadi, LE CUCINE sono animate dallo stesso desiderio di stupire e intrattenere, come nuove Wunderkammer conviviali
Grande, grandissima. Oppure talmente piccola da stare in un mini blocco o da sparire dietro a quinte o armadi segreti. La cucina si adatta a spazi e bisogni diversi e prende formati oversize o micro, a seconda che si trovi in una casa di città o fuori, dove le dimensioni si dilatano. Quello che rimane costante è la sua nuova identità: è teatrale. Andrea Molteni, direttore sviluppo prodotto di Dada, racconta di una cucina «fatta per stupire, prima di tutto i padroni di casa ma anche gli ospiti. In questo senso vanno la ricerca di matericità nelle finiture, come la pietra naturale, le superfici spazzolate, le trasparenze, gli intarsi, la cucina è un ponte verso il living e ne condivide l’atmosfera e lo stile». Il ruolo di fulcro dell’intrattenimento domestico non è più da attribuire solo al momento conviviale: la cucina è una nuova Wunderkammer. «Spesso si trovano in questo spazio degli scrigni segreti che contengono collezioni di oggetti o di vini, trovate scenografiche per “rivelare” elettrodomestici e effetti speciali che rendono questo ambiente una macchina delle meraviglie», continua Molteni. La tendenza è trasversale. Vale nel piccolo e nel grande. Nel piccolo, la cucina sta dentro un sistema di ante scorrevoli e si rivela solo a sorpresa. Mentre se gli spazi sono enormi, occorrono arredi capaci di dominarli e non venirne inghiottiti. «L’isola diventa il centro gravitazionale della cucina, non è più un blocco dedicato alla preparazione: i piccoli banconi di appoggio, che erano appendici marginali, diventano ora dei tavoli dalle dimensioni di tavolo da pranzo, intorno all’isola ci si riunisce come intorno alla tavola».